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Carrie – Lo sguardo di Satana: la recensione dell’horror di Brian De Palma

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Carrie – Lo sguardo di Satana è un film cult del 1976 diretto dal grande Brian De Palma e tratto dal romanzo omonimo di Stephen King.

Al film sono succeduti un sequel nel 1999, Carrie 2 – La furia, e due remake: Carrie (2002) e Lo sguardo di Satana – Carrie (2013).

Carrie è il primo adattamento di un’opera di Stephen King, ma è anche il primo horror candidato agli Oscar: il film riceve infatti due nomination per le interpretazioni di Sissy Spacek e Piper Laurie.

Nel 2022 è stato selezionato per essere conservato nel National Film Registry degli Stati Uniti dalla Biblioteca del Congresso come “culturalmente, storicamente o esteticamente significativo“.

Carrie - Lo sguardo di Satana

Carrie – Lo sguardo di Satana: la trama

Carrie White (Sissy Spacek) è una ragazza timida e solitaria vittima del bullismo dei suoi compagni di scuola. La studentessa infatti assume spesso dei comportamenti antisociali dovuti al fanatismo religioso della madre Margaret (Piper Laurie) ossessionata dalla fede cattolica e con una morale repressiva.

La madre dunque tratta la figlia come una reclusa per “proteggerla” dal mondo esterno.

All’arrivo delle sue prime mestruazioni Carrie reagisce con paura e stupore causando le risa delle compagne di scuola. In quell’istante, presa dalla rabbia, la ragazza capisce di possedere dei poteri telecinetici, ovvero la capacità di spostare gli oggetti con la forza della mente.

Carrie, a seguito delle burle subìte, viene difesa dall’insegnante di educazione fisica, Miss Collins (Betty Buckley) che decide di punire le ragazze.

Così la povera studentessa si attirerà le antipatie della sua peggior nemica, Chris (Nancy Allen) che, esclusa dal ballo di fine anno come punizione per aver sbagliato, decide di mettere in piedi una vendetta ai danni proprio di Carrie.

Carrie - Lo sguardo di Satana

Carrie – Lo sguardo di Satana: il cast

In Carrie – Lo sguardo di Satana a interpretare la ragazza protagonista è Sissy Spacek che inizialmente non fu considerata per il ruolo dal regista De Palma che aveva l’intento di affidare la parte a Glenn Close.

Il cast del film vede inoltre Piper Laurie nel ruolo della madre Margaret White, Amy Irving nella parte della compagna di scuola di Carrie Sue Snell.

Nel film recita anche William Katt nei panni di Tommy Ross, Betty Buckley nel ruolo dell’insegnante Collins, Nancy Allen che interpreta Chris Hargensen, e infine John Travolta nella parte di Billy Nolan.

Carrie - Lo sguardo di Satana

La recensione

Brian De Palma con il suo Carrie – Lo sguardo di Satana mette in scena un horror molto angosciante per l’epoca.

Uno degli elementi interessanti del film è che l’orrore vero e proprio ha inizio, o almeno ha concreto sfogo, solo verso la fine, precisamente durante la scena della premiazione al ballo scolastico.

L’ultima umiliazione che subirà Carrie durante l’incoronazione a “reginetta” del ballo sarà la causa della vendetta che lei compirà, ai danni di tutta la scuola che da sempre la disprezza.

Lo spettatore comprende le motivazioni e in qualche modo giustificando il massacro che compie la “vittima” che, in un efficace scambio di ruoli, diventa all’improvviso carnefice.

Carrie – Lo sguardo di Satana mette in scena il malessere profondo di una ragazza vittima del bullismo scolastico e del fanatismo religioso della madre; una studentessa pronta a vendicare, dopo l’ultima beffa subìta, tutto il male che ha dovuto sopportare.

Un film ben gestito nei tempi, nella direzione degli attori, e nell’uso degli spazi che diventano luogo di tragedie e di orrore. L’opera è infatti costruita su una progressiva scala di tensione che culmina negli ultimi minuti, ricordati da tutti gli appassionati del genere.

Carrie - Lo sguardo di Satana

Quando la vendetta sembra giusta

Carrie – Lo sguardo di Satana è un horror importante perché in grado di unire un dramma, la storia di formazione della protagonista, con una storia di “genere” dai toni violenti e orridi.

Il pubblico adulto si immedesima immediatamente nella sensazione che prova l’adolescente esclusa dal branco e bullizzata per la sua insicurezza sociale. Il film infatti è una forte metafora della sanguinosa vendetta di un’adolescente. Una sorta di apocalisse “privata”, una punizione divina messa in atto dalla giovane, pronta a chiamare a sé le sue vittime, in un gioco beffardo in cui lei è la sola apparente vincitrice.

Il tema portante di Carrie – Lo sguardo di Satana è proprio la vendetta: nell’opera assistiamo a un progredire della sete di rivincita della protagonista mentre continuano le angherie di cui è vittima. Finché non succede che quest’ultima, in un culmine di rabbia, sfodera una vendetta che non risparmia nessuno, in un finale che ha fatto la storia del cinema horror.

Il film ci permette dunque di entrare a contatto con l’ambigua e disturbante psicologia della ragazza, oppressa da un destino tragico e ingiusto che la taccia di essere un “demonio”. Il che rende in qualche modo “giusta” la sua vendetta allo sguardo del pubblico.

Inoltre, inizialmente la narrazione è pervasa da un alone di erotismo che viene via via abbandonato nel corso dell’opera, per poi accennarlo di nuovo alla fine; sarebbe stato invece interessante mantenere, anche sotto traccia, questa sfumatura sensuale-erotica perché avrebbe abilmente fatto da contrasto con il fanatismo religioso della figura materna, dando così vita a potenti scene oscillanti tra riferimenti cristiani e pulsioni corporee.

Carrie – Lo sguardo di Satana: le conclusioni

Concludendo, Carrie – Lo sguardo di Satana è un buon horror che si inserisce a pieno titolo nel genere.

Un’ottima prova quella di Sissy Spacek, capace di donare al personaggio un’umanità fragile ma anche di terrorizzare nei suoi picchi d’ira, una presenza evanescente in bilico tra il paradiso e l’inferno, una figura che guarda dall’alto un mondo di dannati.

In questo film nessuno si salva (quasi a ricordarci Dogville del 2003 di Von Trier): dal preside della scuola, alle crudeli compagne, fino ad arrivare agli stessi personaggi positivi, come la protagonista Carrie, che finisce comunque per macchiarsi di un peccato, seppur involontariamente.

Sarebbe stato interessante invece mostrare maggiormente il dissidio morale della madre Margaret, percepito solo verso il finale quando confessa alla figlia di aver avuto un rapporto sessuale con il marito ubriaco.

De Palma trasforma questa storia disperata in un film in cui la stessa musica assume un ruolo fondamentale, come le quattro note di violino di Psycho (1960) che nascondono un omaggio al grande maestro del genere Alfred Hitchcock.

PANORAMICA

regia
soggetto e sceneggiatura
interpretazioni
emozioni

SOMMARIO

Brian De Palma confeziona un buon horror drammatico, una storia di vendetta e di emarginazione. Il contesto di fanatismo religioso e di sofferenza adolescenziale coinvolge a tal punto lo spettatore tanto da farlo parteggiare con la vittima che diviene però, nel corso degli eventi, anche carnefice.
Silvia Lopes
Silvia Lopes
La mia più grande passione è il cinema, fonte di vita e di crescita continua. Mi piace il cinema d’autore e quello di genere, amo i thriller ma non mi dispiacciono i film storici o drammatici. I miei grandi nomi sono Tarantino, Scorsese, Allen, Spielberg.

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