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Belluscone – una storia siciliana, recensione del documentario

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Belluscone – una storia siciliana” è un film documentario del 2014 diretto da Franco Maresco. Vincitore del premio speciale della giuria orizzonti al festival di Venezia e del David di Donatello al miglior documentario, racconta di alcuni rapporti intrattenuti tra l’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi ed esponenti locali della città di Palermo, in Sicilia. Tra i produttori anche Luca Guadagnino, regista oramai di fama internazionale ma di origine palermitana.

Bellusconi

Belluscone, trama

Il film segue prevalentemente la figura di un certo Ciccio Mira, organizzatore di eventi neomelodici siciliani, che da anni mette in piedi spettacoli di piazza con artisti emergenti che si rifanno alla tradizione nazionalpopolare. Il racconto della sua persona apre uno spiraglio verso situazioni di natura delicate, dovute a rapporti emersi tra la mafia e il politico Silvio Berlusconi, volto particolarmente amato dai paesani locali. Durante la lavorazione del film il regista abbandona le riprese, sarà allora l’amico e critico Tatti Sanguineti a completare il lavoro e a comprendere le ragioni di tale arresto.

Bellusconi

Belluscone, recensione

In occasione della recente scomparsa del presidente Berlusconi, andiamo a recensire uno dei film documentari più celebri che si siano mai fatti sull’ambigua figura dell’uomo politico. Uno sguardo inedito rispetto ad altri lavori che hanno raccontato la medesima storia. Il focus infatti è incentrato prevalentemente sulla terra siciliana e i suoi abitanti, legati per diversi aspetti al noto imprenditore milanese.

L’opera ripercorre prevaletemente i rapporti mafiosi che si sono succeduti dalla nascente ascesa del leader di Forza Italia, nel pieno periodo degli anni di piombo fino al suo ingresso in politica. Gli anni 70 sono stati protagonisti della famosa era dei sequestri e delle ripercussioni su noti industriali del centro nord, al quale esponenti di movimenti rivoluzionari rapivano familiari, per ricevere in cambio un compenso in denaro.

Nel suddetto contesto Silvio ha visto bene l’occasione di difendersi da possibili ritorcimenti nei suoi confronti, permettendo alla potenza di Cosa Nostra di riciclare ingenti flussi di denaro in cambio di protezione. Si ricorda per questo episodio il legame con Vittorio Mangano, assunto come stalliere nella sua villa ad Arcore.

Bellusconi

Il rapporto tra la mafia palermitana e il cavaliere

Dai primi anni di collusione mafiosa, fino all’acquisto della futura rete di Canale 5, in cui grazie a finanziamenti illeciti sarebbe stato possibile per l’industriale acquisire tale canale. Il documentario ripercorre quindi la carriera lavorativa di Berlusconi in merito alla relazione avvenuta con la mafia palermitana, la quale appare presente nella sua vita dalle origini.

Il film non vuole negare il suo successo bensì mostrare le modalità, ufficializzate dalla magistratura, con cui il dottor Berlusconi avrebbe tentato la scalata sociale, fino a diventare uno dei più potenti uomini dell’Italia novecentesca.

Il quadro illustrato delinea perciò la figura di un uomo ambivalente, pieno di ombre che hanno oscurato diverse parti della sua vita, esattamente quei traguardi lavorativi che invece il cavaliere avrebbe esaltato, innalzandosi e proclamandosi a imprenditore di successo.

Bellusconi

Gli effetti della comunicazione berlusconiana

L’obiettivo del film non è però quello di concentrarsi esclusivamente su quello che Berlusconi ha fatto o non ha fatto nella vita, bensì sulle ripercussioni psicologiche degli abitanti di Palermo. Il presidente di Forza Italia, ha mutato il clima culturale che si respira nella città siciliana. La sua tv commerciale ha influenzato chiaramente quel popolo, portando a tentativi di emulazione da parte di decine e decine di personaggi di dubbio gusto. Berlusconi ha cambiato la cultura, favorendo l’ignoranza e il trash in Sicilia, come specchio reale delle sue trasmissioni.

Il film è profondamente critico su questo aspetto e mostra una serie di persone che hanno subito inconsciamente gli effettivi negativi delle sue trasmissioni televisive, fondate essenzialmente sul nulla più totale, caratterizzate solo da una buona facciata, fatta di sfarzo, giochi in denaro, mediocre divertimento e tante belle donne seminude. I suoi show appaiono come quei vecchi cabaret ma con molta più ignoranza dilagante.

Da grande uomo d’affari, egli ha compreso cosa piace agli italiani e per tutta la vita non ha fatto altro che mostrare ed esaltare quei lati, ma all’unico scopo di battere cassa in fondo all’anno e conseguire un bilancio economico positivo. Le conseguenze della sua televisione ha intaccato prevalentemente in quei posti dove lo Stato è maggiormente assente ed infatti le borgate palermitane ne hanno preso tutti i tratti caratteriali.

Legame tra potere mafioso e politica

Berlusconi ha quindi contribuito alla decadenza culturale dei palermitani, i quali in assenza di autorità o istituzioni forti sul territorio, si sono affidati ai poteri mafiosi, i quali hanno continuato e continuano ancora a comandare in quei luoghi, dove gli abitanti vivono immersi nella loro ignoranza, condizionati nel pieno stile della vita, dai programmi berlusconiani.

Il regista Maresco gira con straordinaria lucidità, raffigurando tutte quelle persone, vittime del potere mafioso, che lo nascondono in camera o addirittura lo esaltano, ignari delle gravi conseguenze economiche, che riguardano l’intera collettività. La regia, il montaggio e la fotografia svolgono quindi un ottimo lavoro di delineazione di un preciso contesto sociale.

Il partito di Forza Italia unito al suo monopolio televisivo e sportivo, ha permesso il rafforzamento di quel sistema corrotto e violento, che agisce nella penombra e mantiene l’ordine e il controllo in quelle parti di mondo. Il legame che unisce politica e potere è quindi centrale ed essenziale per il mantenimento del malsano equilibrio.

PANORAMICA

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Il documentario presenta la figura di Berlusconi dal punto di vista dei palermitani e sugli effetti economici e culturali che si sono riversati sul territorio siciliano, in merito al suo monopolio rispetto a vari campi, dalla politica alla televisione. Ben diretto dal suo autore Franco Maresco, tiene incollato allo schermo grazie a un ritmo notevole.
Giovanni Veverga
Giovanni Veverga
Amo gli autori che vogliono e sanno come raccontare una storia in grado di affascinare lo spettatore.

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