HomeCinecomicAvengers Endgame

Avengers Endgame

-

Due ore e quarantanove minuti di montato (le tre ore si raggiungono con gli undici minuti finali di credit) per concludere, con Avengers: Endgame, non quella che dovrebbe essere la prima parte del film, ovvero Avengers: Infinity War, ma l’intero Marvel Cinematic Universe come era stato progettato nei 21 precedenti film.

Avengers endgame
Iron Man

Avengers: Endgame è un film che riassume quindi non solo il capitolo precedente, ma anche tutti gli altri. Con uno sforzo titanico, che non smette mai di sorprendere lo spettatore, compare praticamente ogni singolo “character” che abbia avuto rilievo nella saga dei Vendicatori. La teoria è quella inaugurata negli anni ’60 da Stan Lee, ovvero che ogni singolo albo del Marvel Universe (nel MCU si legge ‘film’) faccia parte di una lunghissima storia unica. Con Avengers: Endgame si celebra l’epilogo della storia, quella che nelle serie a fumetti chiamano “run”. Dai prossimi lavori, avremo nuovi attori, nuove storie, forse nuovi Avengers.

Avengers endgame
Scarlett Johansson, alias Natasha Romanoff, la Vedova Nera

Quest’ultimo lavoro della Disney/Marvel si distacca ancora di più dalla serie a fumetti da cui trae ispirazione, ovvero “Infinity Gauntlet”, dove la visione metafisica di Jim Starlin portava ad uno scontro epocale tra Thanos e le entità più potenti dell’Universo; personificazioni di concetti astratti come Amore, Odio, Ordine, Caos ed Eternità, solo per citare i più potenti. Il fattore che porterà Thanos alla disfatta sarà Thanos stesso, e la figura centrale della storia è Adam Warlock, una creatura gloriosa e tragica al tempo stesso, da sempre nemesi e controparte del Titano folle. Gli eroi terrestri erano relegati al semplice ruolo di pedine in questa sorta di guerra per le sorti dell’universo. 

Lost in Space..

Nonostante sia stato brevemente introdotto nel MCU, precisamente alla fine del secondo capitolo dei Guardiani della Galassia, Warlock è stato accantonato in Infinity War e in Endgame. Il suo ruolo nella trama viene quindi preso da Tony Stark, ed è attorno a lui che ruotano le speranze di vittoria dell’Universo sul nichilismo da soluzione finale di Thanos.

Lo stesso Capitan Marvel, che a giudicare dal film precedente avrebbe dovuto avere molto più spazio, cede il passo ai Vendicatori storici. L’apporto del personaggio interpretato da Brie Larson infatti è fondamentale, ma il minutaggio a lei dedicato è piuttosto ristretto rispetto alle attese. Grande spazio è dato a Capitan America, che combatte contro il suo passato, le sue sconfitte e i suoi rimpianti, in un gioco che arriva ad abbracciare anche i personaggi delle serie TV. Peggy Carter, protagonista di “Agent Carter”, la donna amata da Capitan America nei ’40, il maggiordomo Jarvis e Howard Stark, padre di Tony e le loro trame (l’Hydra onnipresente in “Agents of S.H.I.E.L.D.”). Nessuna apparizione invece per Phil Coulson, l’agente segreto in qualche modo responsabile della nascita degli Avengers, presente invece nella pellicola dedicata a Capitan Marvel.

Jeremy Renner, alias Clint Burton, Occhio di Falco

Cosa accade, quindi, in questo ultimo film della saga ispirata ai mondi immaginati da Stan Lee? Come nel precedente, la trama è zeppa di elementi fantascientifici, senza però concedere molto alla “vera” fantascienza. Quindi, wormholes, viaggi galattici e salti nel tempo (per non parlare della meccanica quantistica) vengono trattati senza alcuna voglia di approfondimento o verosimiglianza. La trama fantastica, del resto, è solo un pretesto perché, come nel segmento precedente, il film mira ad altro.

Il gancio del canovaccio è “Ritorno al futuro”, peraltro citato apertamente dai personaggi. Con la variante che i viaggi nel tempo verranno usati non per cambiare il corso della storia, ma semplicemente per recuperare le gemme dell’infinito, con le quali riparare ad almeno una parte dei danni compiuti da Thanos.

Nebula

La storia che tutti si aspettavano, e che gli autori avevano lasciato intendere nelle tracce date dai film precedenti, si svolge davvero, ma termina dopo nemmeno venti minuti di film. Da lì inizia un’altra storia, fatta di dialoghi e interazioni tra i vari personaggi, che restituiscono un lato più umano e meno eroistico alla vicenda. Si gioca quindi con i personaggi e gli affetti che il pubblico nutre verso di loro, per poi partire con il classico ‘viaggio dell’eroe’, le prove da superare, fino alla catartica, classica battaglia finale. Dove tutti, o quasi, i personaggi presenti nei film precedenti compare per almeno qualche secondo. Dove, come nel primo film, entrambi gli schieramenti subiranno delle perdite incolmabili.

Thor

A giochi conclusi, si deve ammettere che l’idea ha funzionato. Sin dal primo film “Iron Man”, dove sono state de facto gettate le basi del progetto, i personaggi si sono evoluti. Emotivamente (Stark è passato dall’egocentrismo all’empatia) e fisicamente (le numerose trasformazioni Hulk/Banner fino all’ultima, incredibile, almeno per chi non ha mai letto il fumetto). Hanno preso coscienza della loro umanità (Steve Rogers/Capitan America scoprirà che l’eroismo non gli basta) e dei loro limiti (Clint Barton/Occhio di Falco, che rinuncia ad essere un Avenger per stare con la famiglia). Insomma hanno portato a termine un processo di cambiamento (per alcuni irreversibile, come Thor senza più la sua Asgard) che sublima nel pirotecnico epilogo di Endgame.

Avengers endgame
Rocket Raccoon e War Machine

Il titolo stesso è un indizio delle intenzioni degli autori, una rottura di continuità con il primo film (non è Infinity War 2, ma è la conclusione di tutta la saga dei film Marvel) ed è la fine di un gioco, non ‘end of games’, non tutti i giochi, ma di questo lo è.        

Con questo Endgame, giocattolo miliardario in formato IMAX, il Cinema assume un nuovo volto, uno dei tanti nella sua storia ultracentenaria, e diventa qualcosa di diverso, piacevole a seconda dei gusti o dei punti di vista, ma indubbiamente coinvolgente, e sicuramente interessante.   

Avengers endgame
Paul Rudd alias Scott Lang, Ant-man

PANORAMICA

regia
soggetto e sceneggiatura
interpretazioni
emozioni
Alessandro Marangio
Alessandro Marangio
Critico cinematografico per la RCS, ho collaborato per anni con le più importarti testate giornalistiche, da Il Messaggero a La Stampa, come giornalista di cronaca, passando poi per Ciak, Nocturno, I Duellanti (Duel) di Gianni Canova, Cineforum e Segnocinema, come critico cinematografico.
Articolo precedente
Prossimo Articolo

ULTIMI ARTICOLI

Due ore e quarantanove minuti di montato (le tre ore si raggiungono con gli undici minuti finali di credit) per concludere, con Avengers: Endgame, non quella che dovrebbe essere la prima parte del film, ovvero Avengers: Infinity War, ma l’intero Marvel Cinematic Universe come...Avengers Endgame