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Anime nere – la recensione

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Anime nere è un film del 2014 diretto da Francesco Munzi.

Il soggetto del film, che narra di una famiglia che ha problemi la ‘Ndrangheta, è liberamente tratto dal romanzo omonimo di Gioacchino Criaco. È attualmente disponibile in streaming su Netflix.

Il cast

Nel cast troviamo Agostino Mazzotta nel ruolo di Rocco, Marco Leonardo nel ruolo di Luigi, Fabrizio Ferracane nel ruolo di Luciano. A seguire Anna Ferluzzo (Antonia), Giuseppe Fumo (Leo), Barbara Babùlova (Valeria), Aurora Quattrocchi (Rosa).
Per finire Paola Lavini (madre di Lucia), Manuela Ventura (Giorgia), Domenico Centamore (Rosario), Vito Facciolla (Pasquale), Stefano Priolo (Nicola), Pasquale Romeo (Ercole).

Munzi ha utilizzato anche attori non professionisti, selezionati personalmente in Calabria.

Anime nere

Anime Nere – Trama

Luigi è un trafficante internazionale di droghe ed è legato a potenti gruppi sudamericani, il film si apre in effetti in Spagna, dove l’uomo sta concludendo un affare.

Rocco, il fratello, vive a Milano insieme alla moglie Valeria e la figlia ed è un imprenditore con il denaro illecito del fratello. Luciano, l’ultimo dei tre fratelli ha deciso di restare in Calabria e conduce una vita normale lavorando la terra, allevando animali, con l’intento di restare totalmente lontano dagli affari dei fratelli.

Leo, figlio del terzo fratello, Luciano, dopo un litigio spara dei colpi di pistola sulle porte di un bar che appartiene al gruppo rivale della ‘Ndrangheta. La stessa notte parte per Milano per trovare lo zio, Luigi. L’uomo poco dopo decide decide di tornare in Calabria per sistemare le cose. Qualcosa cambia prima che Luigi riesca a concludere il tutto.

Anime Nere – la sperimentazione di una tragedia senza cliché

Sono pochi i film che parlano in particolare della ‘Ndrangheta e Munzi si spinge in una messa in scena difficile con uno sguardo aperto di una persona che non conosce personalmente le dinamiche interne. Il regista (si affida e) affida il suo studio al libro da cui è tratto il film. Affronta comunque un tema a lui sconosciuto, muovendosi in un insieme di visioni e letture.

L’elemento più interessante di tutto il film è sicuramente la scelta del finale, che risulta essere inaspettato e lontano da quelli che sono i canoni delle pellicole di questo genere. La chiusura della pellicola, in questo modo, lascia lo spettatore con l’amaro in bocca. Le riflessioni che suscita il regista in maniera indiretta sono molteplici. La narrazione è potente e tagliente e lascia spazio a coinvolgimento ed emotività.

La parte in cui il film perde un pò d’efficacia è sicuramente appena prima del finale. Il terzo atto, che dovrebbe portarci ad un crescendo ed una tensione di un certo tipo, perde di ritmo e resta piatta rispetto a quello che viene raccontato prima e dopo. Per fortuna però, come già anticipato, il finale recupera questa leggera perdita coinvolgendoci fino all’ultimo.

Un dramma familiare a sfondo mafioso

A conti fatti, quello che ci viene raccontato da Munzi non è nulla di nuovo. Il film si apre con una sequenza che richiama simili esperimenti italiani di genere come, ad esempio, Gomorra.

Nonostante sia una storia già vista, la forza nel film sta nel fatto che Munzi sia riuscito a raccontarla davvero bene. I personaggi dei tre fratelli sono ben caratterizzati e anche le loro differenti posizioni rispetto alla mafia. La forza del film sta proprio in questi legami familiari, diversi e allo stesso tempo molto vicini. Sangue, onore e rispetto si mescolano in una tragedia dallo sguardo originale e sincero.

Anime nere

La violenza non ha limiti

I tre fratelli che ricoprono tre posizioni diverse rispetto alla questione mafia ci portano ad una riflessione che riguarda anche la violenza. La struttura circolare aiuta nella comprensione di tutto ciò e permette un’apertura e chiusura analoghe.

La narrazione si apre con un episodio di violenza marginale e si chiude con un gesto estremo che in qualche modo viene fatto proprio per chiudere questo cerchio. Al contempo però si tratta sempre di violenza. È come se il regista volesse dirci proprio che non può esserci una fine e in fin dei conti per risolvere queste questioni si è costretti a giocare le stesse carte.

Anime nere – un lungo lavoro

Munzi ha impiegato circa tre anni per la stesura della sceneggiatura. Quest’ultima vede coinvolti anche Fabrizio Ruggirello e Maurizio Bracci. Ai nomi già citati si aggiunge anche la collaborazione di Gioacchino Criaco, che ricordiamo, è l’autore del libro da cui è tratto il film.

La riscrittura non è l’unico aspetto che ha richiesto un duro lavoro e studio. Munzi ha lavorato a lungo su sopralluoghi e Casting per tutta la provincia di Reggio Calabria.

È proprio questo uno dei motivi per cui il film riesce ad intrattenere e mantenere a lungo la tensione emotiva da parte del pubblico.

Produzione e distribuzione

Il film è stato prodotto da Cinemaundici e Babe Films con Rai Cinema. Le riprese sono state effettuate ad Amsterdam, Milano, nella Locride (un’area della città metropolitana di Reggio Calabria), nei comuni di Bianco e Africo.

È stato presentato in anteprima alla settantunesima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti, oltre che a Venezia, anche ai David di Donatello nel 2015.

Anime nere è stato distribuito nel 2014 in Italia da GoodFilms. A partire dal 2015 invece, è arrivato nelle principali sale statunitensi con il titolo Black Souls.

Anime nere – Il trailer





PANORAMICA

Regia
Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

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