A cena da amici ha un sapore ai limiti del vintage. Sarà l’effetto primi anni duemila che comincia a dare segnali di lontananza dai tempi d’oggi. Eppure questo titolo ha la capacità di essere ancora attuale.
Prodotto e girato tra New York e il Connecticut, A cena da amici ricalca la pièce teatrale Dinner with Friends del premio Pulitzer Donald Margulies. Pensato per la televisione, ha avuto un’eco mediatica molto limitata. Il cast tuttavia è di grande valore e certifica la riuscita del progetto.
Margulies aveva molto da dire, tanto che poi la sua opera avrebbe ottenuto una corrispondente versione cinematografica. Quest’ultima non ottenne molto successo ma si può dire che abbia, nel suo piccolo, aperto la strada ad un genere.
Un film meramente psico-sociale, incentrato sulle inclinazioni personali degli adulti. Viene appunto questionata questa fase della vita, dove tutto si fa meno genuino. Dove da un certo punto di vista i nodi vengono al pettine e cascano le maschere che ognuno aveva cominciato ad indossare.
A cena da amici – La Trama
Gabe e Karen sono una felice coppia sposata. Sono da poco tornati dall’Italia per un viaggio alla scoperta dei segreti culinari che ancora non conoscevano. Invitano per l’occasione Tom e Beth a cena da loro (un’altra coppia di amici apparentemente felice).
Si presenta solo Beth, senza il marito che a detta sua si trovava impicciato per un impegno lavorativo. Ben presto si capirà che la ragione dell’assenza è ben altra: Tom e Beth stanno divorziando.
Lo sfogo della donna sarà impetuoso, improvviso e inatteso. Gabe e Karen vedevano i loro amici come una sorta di copia di loro stessi, magari con gusti diversi, ma sempre affiatati. Un punto di riferimento su cui puntare insomma.
Da quì inizia una fase in cui il film mette a dura prova a anche il rapporto tra i due protagonisti, continuamente intenti ad interrogarsi su quanto accaduto. Ovviamente ragionando su quelle che potessero essere state le ragioni dell’allontanamento, i due arrivano a scontrarsi alla luce di posizioni divergenti.
Inizialmente erano d’accordo sul fatto che tradire Beth era stato un errore madornale. Tom aveva perso credibilità e stima da parte loro.
A cena da amici però vuole anche produrre un punto di vista insolito. Ecco che entra in scena proprio Tom che propone a Gabe uno sguardo alternativo sulla vicenda. Soffocato da dodici anni di monotonia, ha voluto tentare una strada diversa. Per tornare a essere sé stesso. Per tornare a vivere.
La famiglia, intesa da un punto di vista affettivo, non era più l’unica soluzione. Pertanto, pur continuando a volere bene alle sue figlie e anche a Beth, il quarantenne aveva deciso di ascoltare una voce in fondo al cuore che gli diceva di voltare pagina.
Illuminante il discorso che Tom fa a Gabe, a tarda notte, subito dopo la rivelazione di Beth sulla fine della loro storia. Per una volta Gabe avrebbe semplicemente dovuto ascoltare. Ascoltare il suono della rinascita. Il fragore di un nuovo inizio.
Tutto è ciclico
A cena da amici è un titolo obiettivamente evocativo. Porta in vita tutta una serie di pensieri che si concretizzano poi anche nel corso delle scene.
Innanzitutto è bene statuire che nella vita tutto è ciclico. Ciò che inizia può tranquillamente avere una fine, non importa quanto ci si è lavorato sopra o quale siano le inclinazioni personali. Ci sono forze emotive e amorose che sfuggono al nostro controllo.
Soprattutto, laddove a vent’anni può esserci idealismo, a quaranta subentra la concretezza. La famiglia può venire prima di tutto, ed è così anche per i protagonisti. Ma per mandare avanti una famiglia deve essere soddisfatto anche il singolo.
Tutto quindi muta e assume vesti differenti.
A cena da amici dimostra anche che ognuno vive la vita di coppia a suo modo. Ogni persona è a sé e l’impostazione emotiva del rapporto arriva fino a un certo punto. Quante volte sarà capitato nella vita di ognuno di presentare i propri amici ad altri sperando in una nascente liason amorosa?
Ecco tutto questo nel film viene rappresentato in maniera lampante. Si può iniziare qualsivoglia tipo di rapporto, se non c’è tuttavia la passione, non si andrà molto lontano.
Non a caso il dettaglio della passione per la cucina di Gabe e Karen, piazzato nell’opera con maestria e precisione. I due condividono effettivamente degli interessi che vanno al di là del semplice “mettere su famiglia”. C’è una compenetrazione d’intenti diversa rispetto a Tom e Beth che invece non sembrano avere troppi punti di contatto.
La regia è preziosa nel dare vita a un film che di fatto parla di monotonia, speranze inattese e inerzia. Non per tutti è cos’, certo, ma necessariamente la vita porta a delle tappe cicliche che devono essere superate. Prima di tutto occorre fare i conti con sé stessi. Se si è fuori fuoco, nessuna famiglia può davvero esistere.