Nella serata di ieri ci ha lasciati a 89 anni Cormac McCarthy, uno dei più grandi scrittori americani contemporanei, autore di best seller famosissimi, molti dei quali sono diventati anche grandi opere cinematografiche.
Secondo un comunicato dell’editore Penguin Random House, McCarthy è morto “serenamente e per cause naturali” nella sua casa di Santa Fe, nel New Mexico, poco più di un mese prima del suo novantesimo compleanno.
I grandi capolavori
Tra le sue opere più celebri non possiamo non citarne due, divenute poi iconiche soprattutto per due ottimi adattamenti cinematografici.
Iniziamo da The Road, libro edito nel 2006 di genere post apocalittico, che racconta lo straziante viaggio di un padre e un figlio in un’America distrutta da una non meglio precisata catastrofe. I due arriveranno a scontrarsi con la malvagità degli uomini, ormai ridotti a barbari e predoni, e con i rischi di un mondo così inospitale. Il romanzo riflette su tematiche quali la schiavitù, la libertà, il rapporto d’amore tra padre e figlio, e, soprattutto, la speranza che viene tenuta viva dagli occhi di un bambino.
Da tale opera, che valse il premio Pulitzer a McCarthy nel 2007, è stato tratto un buon adattamento cinematografico omonimo uscito nel 2009, diretto da John Hillcoat e con Viggo Mortesen e Kodi Smit-McPhee come protagonisti.
Ma se The Road è l’opera magna di McCarthy in fatto di narrativa, c’è un suo libro del 2005 che ha ispirato uno dei più bei film degli ultimi anni. Stiamo parlando di Non è un paese per vecchi, opera che ha dato la luce al celebre film dei fratelli Cohen che ottenne un grandissimo successo. Ricordiamo un cast stellare composto da Josh Brolin, Woody Harrelson, Tommy Lee Jones e un indimenticabile Javier Bardem nei panni del sicario Anton Chigurh.
Un libro (e un film) bellissimo, capace di interrogarsi sulla moralità umana, sulla presenza o meno di un disegno di Dio per gli uomini e sul senso di certi avvenimenti che siamo costretti a vivere. Tanta filosofia, ma anche una storia capace di coinvolgere il lettore in un grande thriller dalle tinte western.
Altri film adattati da McCarthy
Ma oltre ai due grandi adattamenti già citati, il rapporto di Cormac McCarthy col cinema è stato lungo e proficuo. Il suo “esordio” avvenne già nel 1976 con un copione, The Gardener’s Son, messo in scena da Richard Pearce per la serie TV Visions, ma il primo regista a credere nelle potenzialità dei libri di McCarthy è stato Billy Bob Thornton che nel 2000 ha trasposto il romanzo Cavalli Selvaggi nel film Passione Ribelle.
Negli anni poi sono arrivati Outer Dark, Sunset Limited, per la regia di Tommy Lee Jones e tratto da un’opera teatrale dello scrittore, The Counselor, diretto addirittura da Ridley Scott e con un cast importante (Michael Fassbender, Cameron Diaz, Penélope Cruz, Javier Bardem, Brad Pitt, Natalie Dormer, Bruno Ganz) fino all’ultimo adattamento nel 2013, Child of God, regia di James Franco, tratto in realtà da uno dei suoi primi romanzi degli anni ’70.
Notizia di poco tempo fa è quella per cui John Hillcoat tornerà a dirigere un film tratto da un libro di McCarthy: si tratta di un adattamento da Meridiano di sangue del 1985, un western che racconta la storia di un ragazzo (chiamato soltanto “The Kid”) con una strana e irrefrenabile passione per la violenza.
Chissà se questo ultimo film tratto da un suo libro, riuscirà a fare onore a uno dei grandi maestri della letteratura contemporanea. Intanto la certezza è che ieri, a lasciarci, sia stato uno scrittore enorme.