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Wolf Man: il drammatico viaggio tra umano e bestia

Wolf Man è il nuovo film diretto da Leigh Whannell, noto per la pellicola L’uomo invisibile. Wolf Man fa parte di un progetto della casa di produzione Blumhouse che ha intenzione di riportare in auge tutti gli Universal Monsters. Si tratta, dunque, di svariati film che ritrattano in chiave moderna i classici mostri. La pellicola di Whannell arriverà nelle sale italiane il 16 Gennaio 2025.

Trama

Blake, marito e padre di San Francisco, eredita la casa d’infanzia nell’Oregon dopo la scomparsa di suo padre, che viene dato per morto. Con il logorarsi del suo matrimonio con la potente moglie Charlotte, Blake convince Charlotte a prendersi una pausa dalla città e andare a visitare la proprietà con la loro giovane figlia, Ginger. Ma quando la famiglia si avvicina alla fattoria nel cuore della notte, viene attaccata da un animale invisibile e, in una fuga disperata, si barrica all’interno della casa mentre la creatura si aggira attorno al perimetro. Con il passare della notte, però, Blake inizia a comportarsi in modo strano, trasformandosi in qualcosa di irriconoscibile, e Charlotte sarà costretta a decidere se il terrore all’interno della casa sia più letale di quello all’esterno.

Wolfman

Il cast di Wolf Man

Nei panni di Blake, l’uomo lupo, troviamo un intenso Christopher Abbott, che regala al pubblico un’interpretazione intensa e sofferta. Al suo fianco, ad interpretare la moglie Charlotte troviamo Julia Garner, la quale tuttavia restituisce un’interpretazione fin troppo ingessata. Le sue reazioni ed espressioni non sono reali, ma decisamente teatrali e forzate. Matilda Firth, invece, è la dolce bambina Ginger. Nel cast anche Sam Jaeger, Benedict Hardie e Ben Prendergast.

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Il dramma della trasformazione in mostro

Whannell con questo nuovo sguardo su Wolf Man, l’uomo lupo, ha un focus preciso sulla drammaticità della trasformazione. Blake, nel corso della notte, inizia a subire i cambiamenti fisici e mentali che derivano dalla metamorfosi. Lo spettatore soffre con il protagonista, il quale fatica a tenere a bada la bestia che sta nascendo in lui. Trattando la mutazione come una vera e propria malattia, Wolf Man ritrae in maniera precisa e dettagliata l’intero arco di trasformazione, rendendo il processo decisamente toccante e sofferto. Non solo una trasformazione fisica, ma anche mentale. Mano a mano che Blake si avvicina ad essere una bestia, cambia il suo modo di approcciarsi al mondo. Lentamente, ma inesorabilmente, non riesce più a comprendere il linguaggio umano e, viceversa, perde la capacità di esprimersi. La frustrazione del personaggio è ben resa ed evidente, tanto da colpire lo spettatore. In ciò contribuisce anche l’aspetto tecnico del make up e degli effetti speciali, che rendono perfettamente la bestia.

La parola e l’impossibilità di comunicare verbalmente è tra gli aspetti principali che distinguono l’uomo dalla bestia. Wolf Man preme molto su questo aspetto, mostrando il punto di vista di Blake e quello della sua famiglia. Una resa visiva e auditiva spettacolare, che rende la drammaticità e il terrore della metamorfosi profonda e completa. Lo spettatore entra completamente in empatia con il protagonista. L’audio è un aspetto fondamentale in Wolfman, dove l’incomunicabilità fa da padrone. Durante la trasformazione di Blake, i suoni intorno a lui si acuiscono, sottolineando il suo lato bestiale e feroce che avanza. La frustrazione che prova Blake nel non essere compreso arriva completamente al pubblico. Nonostante il suo aspetto inquietante e terrificante, le sue intenzioni non sono quelle di ferire la sua famiglia. Tuttavia, ogni suo gesto viene frainteso a causa dell’incomunicabilità.

Wolfman

Wolf Man riporta in auge l’uomo lupo, se pur con qualche difetto

Nonostante la buona qualità tecnica, visiva e narrativa, Wolf Man non è una pellicola priva di difetti. Se da una parte abbiamo l’ottima realizzazione della dualità uomo-lupo, dall’altra ci sono aspetti registici e inquadrature decisamente non adatte. La metamorfosi è resa attraverso la fotografia e il sonoro, in uno scambio di inquadrature che indicano, a turno, la visione di Blake e quella della sua famiglia. La camera si muove intorno ai personaggi e l’ambiente cambia, a mostrare il punto di vista di ognuno. Cosa sentono e cosa vedono, aspetto interessante che immerge lo spettatore nell’atmosfera e acuisce il senso di disagio che egli prova insieme ai protagonisti. Un altro aspetto apprezzabile è la sera delle scene in cui i personaggi sono al buio. Tendenzialmente, nei film, si tende a non calare totalmente nel buio la scena, per ovvi motivi. Tuttavia, Whannell ricrea delle sequenze in cui il buio è quasi totale e l’unico spiraglio di luce che si vede crea inquietudine e tensione.

Nonostante la profonda tensione, intensità e drammaticità della metamomorfosi di Wolf Man, alcune scelte registiche non sono state all’altezza della pellicola. Ad esempio, la sequenza che riguarda l’incidente iniziale, la causa scatenante di tutto, è davvero mal realizzata. Con una camera fissa all’interno dell’abitacolo che ricorda le riprese che si ottengono nei parchi divertimenti. Questo provoca una scena priva di intensità e piuttosto confusa. Inoltre, il personaggio di Charlotte risulta fin troppo rigido e inverosimile. Le sue reazioni non corrispondono alla paura e alla disperazione che dovrebbe provare un personaggio in quelle occasioni. Ciò fa nascere spettatore uno straniamento negativo. Infine, alcuni aspetti della sceneggiatura risultano fin troppo prevedibili e tolgono l’effetto sorpresa. Malgrado questi difetti nella resa registica, Wolf Man si rivela essere un buon prodotto che mescola l’horror al dramma. Apprezzabile, invece, che la bestia compaia con calma nel corso del film, contribuendo a creare tensione.

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Conclusioni

Wolf Man racconta la drammacità della metamorfosi da uomo a bestia e l’incomunicabilità che ne deriva. Whannell realizza una pellicola esteticamente ben realizzata, con una fotografia eccellente e inquietante. Anche il comparto audio è fondamentale, dove i silenzi e il linguaggio si alternano in un processo di trasformazione. Nonostante qualche piccolo difetto, la Blumhouse produce una pellicola che riporta in auge l’uomo lupo originale in maniera toccante e profonda. Il tutto immerso in un bosco fitto e capace di creare alta tensione.

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Nonostante qualche difetto dal punto di vista registico e di recitazione, Wolf Man si rivela essere un buon prodotto che riporta in auge il classico mostro della Universal. La metamorfosi da uomo a belva è trattata con intensità e drammaticità, in un'atmosfera che gioca sulla fotografia e sul comparto audio.
Laura Maddalozzo
Laura Maddalozzo
Datemi uno schermo e dei popcorn e sono la persona più felice del mondo. Il mio habitat cinematografico? Un’apocalisse zombie o ovunque ci sia un’atmosfera horror

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