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Un piccolo favore

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Paul Feig è un regista che si associa immediatamente alla commedia. In particolare Le amiche della sposa, film che non solo lo ha reso famoso, ma che ha consacrato un nuovo genere, ovvero la commedia scanzonata corale al femminile, sullo stile di Una notte da leoni.  Da Le amiche della sposa, Feig ha declinato la commedia al femminile in vari generi, dal buddy cop movie in Spy, al fantasy con il remake di Ghostbusters. Con Un piccolo favore (A simple favor) arriva invece al thriller, che affronta però con il suo stile caratteristico. È infatti un thriller alla luce del giorno, che mantiene tutti i colpi di scena del romanzo da cui è tratto, ma ne smorza i toni, rispettando però una certa dose di suspense. I personaggi sono ridicoli e gli attori autoironici, anche se la comicità è presentata con sottigliezza.

un piccolo favore

La sceneggiatrice Jessica Sharzer, già autrice di alcune serie come The L-World e American Horror Story, costruisce a partire dal romanzo omonimo della scrittrice Darcey Bell, una trama articolata e solida, dai mille ribaltamenti, come in un giallo alla Agatha Christie. Ricorda, per lo stile intricato ma leggero, Trappola mortale, film del 1982 con Christopher Reeves e Micheal Caine, brillante e contorta parodia del genere whodunit. Anche lì, i colpi di scena si sprecavano. Più recentemente, Knives Out presenta una struttura simile, anche se in ottica smaccatamente più gialla.

un piccolo favore

Un piccolo favore vede la storia di Stephanie (Anna Kendrick), mamma modello che vive per suo figlio e per il suo vlog, in cui dà consigli di cucina e rimedi casalinghi ad altre mamme che stanno a casa. Stephanie viene presa in giro dagli altri genitori della scuola. Il suo atteggiamento bambinesco e remissivo porta infatti le persone a metterle i piedi in testa. E questo accade anche con la bella e misteriosa Emily (Blake Lively), madre di un amico del figlio, che comincia a chiederle tanti piccoli favori, a cui Stephanie obbedisce ciecamente. Fino a quando Emily sparisce, e cominciano a capitare eventi sempre più bizzarri attorno alla sua sparizione.

un piccolo favore

Un thriller atipico, giocato su atmosfere quotidiane e luccicanti, ambientato tra la periferia urbana e il mondo della moda. Paul Feig crea un mondo lussuoso e chic, fatto di abiti, seduzione e appartamenti in vetro completamente a vista. Come ha dichiarato lui stesso infatti, la sua intenzione era quella di creare un thriller alla luce del giorno. Scelta efficace, che ribalta completamente il tono del romanzo da cui è tratto, che è stato definito un “Gone Girl sotto steriodi”, nelle parole del critico Jay Strafford.

blake lively

Infatti, se i rivolgimenti sono quelli tipici di un giallo, la forma è però estremamente intrattenitiva e leggera, e il punto di forza maggiore del film è sicuramente che non si prende mai completamente sul serio. I plot twist della storia sono troppo comicamente assurdi, e pur non essendo un film comico di per sé, renderlo in qualsiasi altro modo sarebbe equivalso a farlo scadere nel kitsch e nel pretenzioso. Inoltre, il film è supportato da una coppia di protagoniste in grande forma. Anna Kendrick rende completamente credibile la trasformazione da mammina che si fa mettere i piedi in testa da chiunque, a machiavellica vendicatrice. E Blake Lively quando è sullo schermo cattura la scena.

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blake lively

 Il suo personaggio sembra la risposta del 21esimo secolo alle femme fatale degli anni ’40, una moderna Phyllis Dietrichson, bella, ammaliatrice, letale. Non solo, ma è interessante notare la chiave sardonicamente religiosa che attraversa il suo personaggio. Da una parte infatti, il suo nome e la sua educazione la identificano come una entità angelica, ma altri dettagli, per esempio i vari epiteti che le vengono addotti, la inquadrano invece come una creatura uscita dagli inferi. Una doppiezza che è anche fortemente tematica, come si capirà andando avanti nella trama.

blake lively e anna kendrick

Emily è inquadrata quindi come un personaggio di natura quasi non umana, che nessuno dei suoi affetti riesce a comprendere, e per questo così ammaliante. Ha un’aura aerea, che oscilla tra una manifestazione divina e una mefistofelica, quasi a dire che le due sono in realtà una cosa sola. Il film è ricco di suggestioni sulla sua trascendenza. Infatti, per esempio, Emily non permette a nessuno di fotografarla e di lei sopravvive solamente un ritratto con la sua faccia: questo richiama certamente evocazioni fantasmatiche e mefistofeliche, non per ultime quelle wildiane di Dorian Gray.

Linda Cardellini

Paul Feig costruisce quindi un’opera che dialoga direttamente con lo spettatore più smaliziato, richiamando elementi noti dell’immaginario giallo, thriller e anche horror, ma sovvertendo completamente la forma, lasciando intatta la curiosità e spingendo sull’incredibile godibilità del tutto, che intrattiene e diverte.

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Piccolo cameo per Linda Cardellini. Il film è disponibile sul palinsesto di Prime Video.

Voto Autore: [usr 3,0]

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Marianna Cortese
Marianna Cortese
Attualmente laureanda in Lettere Moderne, ho sempre avuto un appetito eclettico nei confronti del cinema, fin da quando da bambina divoravo il Dizionario del Mereghetti. Da allora ho voluto combinare cinema e scrittura nei modi più diversi e ho trangugiato di tutto: da Kim Ki-Duk a Noah Baumbach, da Pedro Almodovar a Alberto Lattuada. E non sono ancora sazia.
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