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Tre manifesti a Ebbing, Missouri – La recensione

Nel 2017 il celebre regista Martin McDonagh, l’autore di 7 psicopatici (2012) e del pluripremiato film Gli spiriti dell’isola (2022), dirige Tre manifesti a Ebbing, Missouri, un’opera brillante ed emozionante incentrata sulla figura di una madre di una ragazza brutalmente assassinata che pur di ottenere giustizia per sua figlia compie un estremo atto di denuncia contro l’ipocrisia e l’indifferenza della gente. Far rientrare Tre manifesti a Ebbing, Missouri in un genere ben definito sarebbe riduttivo e rischierebbe di non evidenziare la complessità di una pellicola che sa mescolare il dramma, l’elemento poliziesco, la commedia dark e le atmosfere western senza mai perdere la propria identità.

Nel cast troviamo attori del calibro di Frances McDormand, sempre impeccabile e autentica nei suoi ruoli, che ottiene per questa interpretazione il premio Oscar come miglior attrice, e Sam Rockwell vincitore dell’Oscar come miglior attore non protagonista. Il film raggiunge un grande successo di pubblico e critica tale da portarsi a casa anche quattro Golden Globe su sei nomination.

Tra gli interpreti figurano anche Woody Harrelson, Caleb Landry Jones, John Hawkes, Luca Hedges, Peter Dinklage, Abbie Cornish.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri – La trama

Sulla strada che porta alla piccola cittadina di Ebbing, nel Missouri, si ergono tre grandi manifesti pubblicitari su cui sono affisse tre frasi dal tono provocatorio rivolte alla polizia locale. L’artefice di questa trovata è Mildred Hayes, la madre di Angela, una ragazza che mesi prima è stata violentata e uccisa brutalmente e i cui assassini non sono stati ancora trovati. Fermamente convinta che lo sceriffo Bill Willoughby non abbia fatto tutto ciò che era in suo potere per scoprire i colpevoli, Mildred ha affittato tre cartelloni pubblicitari in disuso dall’agente pubblicitario Red Welby non solo affinché il ricordo di Angela resti vivo, ma anche per accusare i poliziotti di inadempienza.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri

Ma la comunità cittadina, sebbene si sia unita al dolore di Mildred, disapprova il suo gesto in quanto rischia di rovinare la reputazione dello sceriffo Willoughby, stimato e apprezzato da tutti in paese, il quale soffrirebbe tra l’altro di un cancro in fase terminale. Tra i difensori di Willoughby in particolare si distingue Jason Dixon, un poliziotto che non nasconde i suoi sentimenti omofobi e razzisti e per il quale Bill rappresenta un vero e proprio mentore. La situazione si complica quando lo sceriffo si toglie la vita e molti pensano che la colpa sia proprio di quei tre manifesti.

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L’America rurale e i suoi mali: storia di una mancata integrazione sociale

Con il suo stile inconfondibile, contrassegnato da un umorismo pungente e dissacrante, Martin Mcdonagh realizza una delle sue opere più riuscite, una pellicola che travestita da commedia porta sul grande schermo il lato oscuro della società americana, in particolare quella rurale e sudista che appare ancora tristemente contrassegnata dalla violenza e dall’omofobia e in cui le discriminazioni razziali e l’odio verso le fasce più deboli resistono implacabilmente al progresso umano. In Tre manifesti a Ebbing, Missouri la ricerca del colpevole è dunque soltanto un elemento secondario, una cornice ben concepita che tiene unita una struttura narrativa complessa in grado di toccare molteplici tematiche di ordine sociale e in cui tutti i personaggi contribuiscono in qualche modo a stimolare un’interessante (e amara) riflessione sui mali della società tutta

Tre manifesti a Ebbing, Missouri

Tre manifesti a Ebbing, Missouri: “Più tieni un caso sotto i riflettori, più probabilità hai di risolverlo”

Pertanto la pellicola si presenta come un’opera corale, in cui l’attenzione del regista si rivolge in più direzioni e nella quale tuttavia si rispettano con rigore i criteri di organicità e coerenza narrativa. Tutta la vicenda prende le mosse da un interrogativo: come reagiamo di fronte a una situazione difficile e quasi irrisolvibile? Preferiamo arrenderci al dolore e lasciare che la disperazione prenda il sopravvento su di noi, oppure siamo disposti a combattere, stringere i denti e affrontare il nostro destino? Mcdonagh affida la sua riflessione al personaggio di Mildred, madre single e divorziata, donna forte, stoica, irriverente e mai arrendevole che con un cinismo disarmante trova in se stessa la forza di portare all’attenzione dei media il caso di sua figlia Angela, denunciando e spronando la polizia a compiere il proprio dovere.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri

Il suo atto di protesta appare coraggioso tanto più se intrapreso in una realtà dominata dal pregiudizio e dall’ignoranza, nonché da una sconcertante ipocrisia che investe anche chi indossando l’abito religioso avrebbe dovuto sposare la sua causa.

Il coraggio di Mildred e la sua indomabile tenacia

I tre manifesti affissi a Ebbing rappresentano quindi il grido di una madre che chiede giustizia per sua figlia, stuprata e bruciata viva da un assassino rimasto impunito e le cui ricerche si sono ormai arenate da tempo. Mildred trasforma la sua sofferenza in rabbia e per certi versi riesce a raggiungere il suo obiettivo: smuovere le acque e risvegliare le coscienze. Perché da quando quei tre cartelloni riportano le tre frasi accusatorie, le autorità locali, la Chiesa e l’opinione pubblica sembrano uscire dallo stato di torpore e di indifferenza in cui erano caduti.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri

Lo sceriffo Willoughby decide così di riaprire il caso e di rimettersi sulle tracce dell’assassino, mostrando solidarietà nei confronti di Mildred, con la quale presto a dispetto dei contrasti iniziali stringerà un patto di amicizia, e rappresentando in questo modo un esempio di integrità a cui guarderà con ammirazione Dixon, che nel corso della pellicola subirà un’evoluzione sorprendente.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri – In conclusione

Tre manifesti a Ebbing, Missouri è una commedia dall’atmosfera western caratterizzata da un umorismo sagace e irriverente e in cui l’elemento poliziesco ben si concilia con quello drammatico. Contribuisce alla buona riuscita del film un cast eccezionale in cui spiccano tre grandi interpreti dal talento indiscusso, Woody Harrelson, Sam Rockwell e Frances McDromand, che indossa i panni della protagonista con una disinvoltura disarmante. Con una sceneggiatura intelligente e dialoghi mai scontati, la pellicola affronta tematiche sociali di una certa rilevanza senza mai rinunciare alla leggerezza tipica della commedia. Tra situazioni esilaranti e battute taglienti si inserisce una riflessione amara e spietata sul concetto di violenza.

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Tre manifesti a Ebbing, Missouri è una delle opere più interessanti di McDonagh nella quale il dramma personale della protagonista che chiede giustizia per sua figlia si inserisce in una prospettiva di denuncia più ampia che coinvolge una parte di società ancora dominata dall'odio e dalla violenza. Una pellicola ben scritta, diretta e interpretata capace di far ridere e riflettere al tempo stesso.
Alessia Pennino
Alessia Pennino
Il cinema ha sempre rappresentato per me il rifugio perfetto dalle vicissitudini quotidiane, un porto sicuro dalla realtà, ma anche la dimensione ideale in cui sogni e desideri prendono forma. Ho sempre coltivato un interesse profondo per quest'espressione artistica, immaginandomi un giorno di scrivere recensioni per poter esprimere il mio punto di vista.

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Tre manifesti a Ebbing, Missouri è una delle opere più interessanti di McDonagh nella quale il dramma personale della protagonista che chiede giustizia per sua figlia si inserisce in una prospettiva di denuncia più ampia che coinvolge una parte di società ancora dominata dall'odio e dalla violenza. Una pellicola ben scritta, diretta e interpretata capace di far ridere e riflettere al tempo stesso. Tre manifesti a Ebbing, Missouri – La recensione