Oggi a Venezia ha debuttato The Testament of Ann Lee, di Mona Fastvold, con protagonista Amanda Seyfried. Il progetto è ambientato nel 18esimo secolo e racconta una storia prettamente femminile. In un contesto in cui sono le autorità maschili a dominare, una donna, Ann Lee, si impone e guida una comunità spirituale. Ben presto inizierà a guadagnare consenso, fino a diventare Cristo al femminile, secondo i suoi seguaci.
Con il passare del tempo, anche il cinema ha iniziato a mettere da parte la narrazione maschile, per dare più spazio alle voci delle donne. The Testament of Ann Lee è un perfetto esempio di volontà di mettere al centro la donna.

Le dichiarazioni della regista
Fastvold ha dichiarato: «Ovviamente è interessante parlare della leadership femminile adesso però penso per me stessa, personalmente, provare a fare un film, o creare un pezzo di arte in un business che è dominato dagli uomini… Provo sempre a creare cultura sul set, una comunità sul set che sia un po’ differente, una cultura che sia nutriente, che abbia molta empatia.».
«Nella storia di Ann Lee, quello che mi ha colpito, è il modo in cui lei guida, anche se è stata cresciuta in un ambiente secolare, senza nessun tipo di legame con la religione. Non sono vicina alle idee di Ann Lee, ma credo che il modo in cui conduce con empatia e gentilezza e voglia di creare uno spazio in cui ognuno è uguale, uomini, donne, persone di colore, con empatia per i bambini… in quel momento storico, credo sia davvero importante parlarne adesso.»: ha continuato la regista.
Si tratta di un periodo storico molto delicato per il mondo, quello del 2025, e più che mai il cinema può fungere da strumento politico, per lanciare messaggi importanti (basti pensare a Superman). L’augurio di Mona Fastvold è quello di avere un cinema ricco di figure e icone femminili a cui ispirarsi.

