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Sharon Tate – Tra incubo e realtà

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9 agosto 1969. Sono passati cinquant’anni dal brutale massacro di Cielo Drive da parte di tre componenti della famiglia Manson, in cui persero la vita cinque persone. Il parrucchiere dei divi Jay Sebring, l’aspirante sceneggiatore polacco Wojciech Frykowki, la sua ragazza Abigail Folger, il neolaureato Steven Parent e, ovviamente, Sharon Tate, astro nascente del cinema e moglie di Roman Polanski, all’ottavo mese di gravidanza. Questa vicenda è stata riportata sullo schermo in tanti modi differenti, dai classici documentari a vari lungometraggi e cortometraggi. Tra gli ultimi film ricordiamo il capolavoro “C’era una volta a… Hollywood” di Quentin Tarantino e “Charlie Says” di Mary Harron. Ma ancor prima di questi, è stato realizzato Sharon Tate – Tra incubo e realtà. Diretto da Daniel Farrands, è uscito nelle sale americane il 5 aprile del 2019, mentre in Italia è stato distribuito direttamente in formato DVD da Koch Media per il mercato dell’Home video.

Sharon Tate - Tra incubo e realtà
Sharon Tate interpretata da Hilary Duff

Nei panni di Sharon Tate troviamo un’insolita Hilary Duff, ex star di Lizzie Macguire che, sebbene non sia una cattiva attrice, non convince completamente nella sua interpretazione risultando un po’ goffa e sopra le righe, ma in realtà il personaggio di Sharon, nel film, sembra essere costruito proprio in questa maniera. Seguendo l’idea di trasformare la terrificante storia del massacro di Cielo Drive in un film horror, già portata sullo schermo da John R. Leonetti nel 2016 con “10050 Cielo Dive” (Wolves at the Door), il film è basato sul presupposto che Sharon Tate abbia in qualche modo profetizzato la sua stessa morte e si concentra principalmente sui tre giorni prima del massacro che ha trascorso nella sua casa tra le colline di Hollywood in attesa del marito Roman Polanski, insieme ai suoi amici. Per quasi tutta la durata del film Sharon Tate parla di destino e non fa altro che avere premonizioni, ossessioni, visioni e incubi notturni che prefigurano la sua scomparsa. Già il film stesso si apre con un’intervista in bianco e nero che si svolge nell’agosto 1968, un anno prima degli eventi, durante la quale Sharon spiega di aver avuto una visione psichica della sua morte e di quella dei suoi amici. Questo offre al regista la possibilità di ricreare la scena del delitto e di mostrare ripetutamente quelle clip. Capovolgendo tutto sventatamente nell’ultima parte. Infatti, il suo finale alternativo, è del tutto discutibile e potrebbe avere diverse interpretazioni.

Sharon Tate - Tra incubo e realtà

Il regista Daniel Farrands non è estraneo ad approfondire storie di crimini reali, tra i suoi ultimi lavori ricordiamo “The Amityville Murders“, tratto dalla vera storia di Ronald DeFeo Jr che nel 1974 prese un fucile e uccise tutta la sua famiglia mentre dormivano. Infatti, dimostra di essere un efficace conoscitore delle convinzioni del genere horror. La casa Cielo Drive è piena di ombre scure e angoli poco illuminati che sono pieni di presagio, con apparecchiature elettroniche che si accendono da sole, l’oscura presenza di Manson dentro e fuori la casa, quasi come se fosse uno spirito e, una colonna sonora, firmata da Fantom, che genera suspense e turbamento. Eppure, Sharon Tate – Tra incubo e realtà è un’esplorazione terribilmente fantasiosa degli ultimi giorni dell’attrice, un fantasy/thriller spirituale che non sembra rappresentare i suoi personaggi come le persone reali che erano, ma incurantemente spostandoli come giocatori su una scacchiera gigante con un immaginario risultato alternativo. Farrands ha aggiunto alcuni piccoli pezzi soprannaturali anche privi di senso e poco gradevoli, come quando il gruppo beve vino e gioca con una tavola degli spiriti, una sorta di Ouija. Sharon chiede se vivrà una vita lunga e felice e, proprio quando non sta guardando, la tavoletta le dice di no. Molto banale.

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Sharon Tate - Tra incubo e realtà

L’idea di Farrands poteva essere originale e non del tutto malvagia, ma il film sembra sfruttare appieno il fatto che si basa su un vero omicidio, offrendo una maldestra rilettura di tutti gli eventi risultando anche piuttosto artificiale. Non fornisce neanche una conoscenza approfondita delle situazioni, al contrario confonde le acque e filtra con la colpa della vittima quasi ipotizzando che Sharon, avendo avuto premonizioni sul suo destino, avrebbe potuto agire o anche trovare un modo per combattere i suoi aggressori. Una premessa assurda per una donna all’ottavo mese di gravidanza. Il film infatti è stato completamente stroncato e disapprovato da Debra Tate, sorella di Sharon, che l’ha definito “offensivo e odioso” e l’ha descritto come “estremamente sfruttatore e socialmente irresponsabile”. Perché, in fondo, non è necessaria alcuna inquietante inquadratura soprannaturale per rendere la vera storia della morte di Sharon Tate e dei suoi amici più orribile di quanto non sia già stata. Cinque vite piene di futuro e di speranza tragicamente stroncate durante una notte di violenza inspiegabile e folle.

PANORAMICA

regia
soggetto e sceneggiatura
interpretazioni
emozioni

SOMMARIO

Un'esplorazione terribilmente fantasiosa degli ultimi giorni dell'attrice Sharon Tate, un fantasy/thriller spirituale che non sembra rappresentare i suoi personaggi come le persone reali che erano, ma incurantemente spostandoli come giocatori su una scacchiera gigante con un immaginario risultato alternativo.
Maria Rosaria Flotta
Maria Rosaria Flotta
Laureata in Scienze della Comunicazione con una tesi sul cinema d'animazione. Curiosa, attenta e creativa. Appassionata di cinema, arte e scrittura.

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