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Ninjababy, la recensione

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“Lo sperma fa schifo”. Con quest’affermazione irriverente inizia Ninjababy, una commedia esilarante e sopra le righe diretta nel 2021 dalla regista norvegese Yngvild Sve Flikke, che ancora una volta, così come già nel suo primo lungometraggio Women in Oversize Men’s Shirt (2015), affronta tematiche femminili di un certo interesse, come la maternità e il ruolo della donna nella società attuale.

Ninjababy ispirandosi al fumetto Fallteknikk di Inga Sætre, che firma la sceneggiatura della pellicola insieme alla regista e a Johan Fasting, racconta la storia di una giovane aspirante fumettista alle prese con una gravidanza indesiderata che dovrà fare i conti con le sue fragilità e la paura di crescere.

Il volto della protagonista è quello di Kristine Kujath Thorp, che con la sua bellezza trasandata e scomposta dona autenticità al personaggio. Nel cast inoltre figurano in ruoli secondari Nader Khademi e Arthur Berning. La pellicola è disponibile in streaming su MUBI.

Ninjababy – La trama

Oslo – Rakel è una ventiduenne ancora troppo immatura per decidere cosa fare da grande e per nulla disposta a mettere ordine nella sua vita incasinata. Ha la passione per i fumetti e un grande talento con la matita, ma non ha alcuna intenzione di riprendere il corso di design che un tempo frequentava e trascorre le sue giornate dividendosi tra rocamboleschi ed eccitanti incontri occasionali a base di sesso, droga e alcol. Poi un giorno, uguale a tanti altri, scopre di essere incinta ed è costretta a fare i conti con se stessa e con una gravidanza indesiderata: Rakel infatti porta nel suo grembo un feto di ormai sei mesi e mezzo di vita e le leggi non consentono in questi casi di abortire. Intenzionata a trovare dei genitori a cui affidare il suo bambino una volta nato, Rakel scoprirà quanto difficile sia rinunciare a essere madre.

Ninjababy

Un’insostenibile paura di crescere

Ninjababy si configura come un film coraggioso e intelligente in grado di riflettere sul concetto moderno di maternità, senza mai abbandonare la leggerezza tipica della commedia. Il fulcro della narrazione è rappresentato dalla sua eccentrica protagonista, una giovane disegnatrice scapestrata alla ricerca del suo posto nel mondo, una personalità esplosiva e travolgente capace di non prendersi mai sul serio e di rapportarsi alla realtà sempre con facile ironia: così mentre sogna di diventare un’affermata fumettista, si diverte a immaginarsi in vesti del tutto improbabili e surreali, un’assaggiatrice di birra, una guardia forestale o persino un’astronauta. È questo il mondo di Rakel ed è tutto racchiuso nella sua mente e proiettato nei suoi disegni che di tanto in tanto incredibilmente si animano per dare voce ai suoi pensieri, fragilità e paure.

Ninjababy

Ninjababy, il racconto spregiudicato della maternità

Di grande delicatezza e di forte impatto emotivo sono in particolare i dialoghi, talvolta irriverenti e impudenti, ma mai superficiali, che Rakel instaura con il feto di quasi sette mesi che sarcasticamente definisce “fottuto bambino ninja fottutamente subdolo”. Perché questo figlio indesiderato, di cui non può sbarazzarsi prima della nascita, rappresentato con una benda nera sugli occhi, come un piccolo guerriero, un po’ spione, un po’ infiltrato, che è piombato nella sua vita a rovinare i suoi progetti fantasiosi, proprio non lo vuole. Attraverso una sceneggiatura brillante e spregiudicata, viene quindi messo in discussione la concezione di ispirazione maschilista secondo cui la maternità, intesa come il complesso dei vincoli affettivi che lega una madre a suo figlio, sia una prerogativa esclusivamente femminile e tratto indistinguibile della donna.

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Il superamento degli stereotipi sui ruoli di genere

La critica velata nei confronti del sistema patriarcale che impone alle donne modelli comportamentali e sociali in cui non sempre queste si riconoscono pienamente emerge ancora una volta e con grande sarcasmo nel confronto-scontro tra Rakel e un fannullone narcisista soprannominato ‘Minchia Santa’ per le sue doti amatorie, che non ci pensa due volte ad accusare la sua controparte femminile di irresponsabilità e incoscienza quando apprende di essere il padre del bambino. Tuttavia lo sviluppo narrativo avrà dei risvolti interessanti e per nulla scontati in grado di ribaltare completamente la situazione iniziale e le convinzioni dei vari personaggi. E mentre Rakel comincia ad affezionarsi al suo piccolo e subdolo ninja, accogliendo a poco a poco l’idea di portarlo alla luce, il suo istruttore di aikido, Mos, proverà ad entrare nella sua vita incasinata per dimostrarle che non tutti gli uomini sono inaffidabili.

Ninjababy

Ninjababy, in conclusione

Ninjababy è una commedia coraggiosa, che con toni ironici esamina il concetto di maternità attraverso le vicende rocambolesche di una ragazza che non ha paura di mostrare le proprie fragilità e di sfidare lo stereotipo secondo cui una donna debba necessariamente provare sentimenti materni. Il tessuto narrativo si arricchisce di elementi animati, che hanno la funzione di rappresentare i pensieri reconditi della protagonista, i dubbi, gli interrogativi, le ansie, permettendo allo spettatore di lasciarsi coinvolgere dalla storia. Un racconto di formazione in cui spregiudicatezza e romanticismo si intrecciano in un vortice di situazioni divertenti e che con ritmo incalzante porterà a soluzioni originali in grado di far riflettere sulla genitorialità nell’era moderna e sulla capacità umana di sapersi rialzare dopo una caduta precipitosa.  

PANORAMICA

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Ninjababy si configura come una commedia divertente e originale capace di affrontare temi importanti, come la maternità e il ruolo della donna nella società moderna, senza mai rinunciare all'ironia e al sarcasmo. Una pellicola esplosiva come la sua protagonista.
Alessia Pennino
Alessia Pennino
Il cinema ha sempre rappresentato per me il rifugio perfetto dalle vicissitudini quotidiane, un porto sicuro dalla realtà, ma anche la dimensione ideale in cui sogni e desideri prendono forma. Ho sempre coltivato un interesse profondo per quest'espressione artistica, immaginandomi un giorno di scrivere recensioni per poter esprimere il mio punto di vista.

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