Il rapporto tra gli artisti e le grandi piattaforme come Netflix non è mai stato semplice e ora si arricchisce di un nuovo capitolo. Questa volta i problemi nascono con gli attori italiani. In realtà si tratta di una questione con un pregresso di almeno un anno, che ora trova un punto di svolta. Già da tempo, infatti Artisti 7607 aveva minacciato azioni contro il colosso dello streaming a causa dei compensi, ritenuti troppo bassi. Artisti 7607 conta al suo interno figure come Paolo Calabresi, Elio Germano, Claudio Santamaria.
Secondo l’associazione Netflix in fase di contrattazione avrebbe addirittura offerto delle cifre al ribasso rispetto a quanto pattuito. Per questo motivo, quindi, Artisti 7607 ha deciso di intentare una causa. Di mezzo, c’è anche una direttiva licenziata dall’UE che l’associazione chiede di rispettare alla piattaforma, per ora con scarsi risultati.
Netflix: rapporti difficili con gli artisti
Artisti 7607 non è la prima realtà a porsi in contrasto con Netflix. Come hanno fatto notare i suoi stessi membri, infatti, le loro istanze riprendono quelle già avanzate dai colleghi negli Stati Uniti. Rispetto agli USA però i sindacati degli attori in Italia sono meno corposi e partono da una posizione di minorità dalla quale stanno tentando di uscire. La presenza di attori come Germano e Riondino (di recente assieme in Palazzina LAF) può essere un modo importante per imporsi all’attenzione pubblica.
Ma Netflix, appunto, ha già dovuto scontrarsi varie volte con gli artisti. Il colosso sembra non riuscire a porsi in piena armonia con gli artisti. Nonostante si sia posto come una figura nuova nel cinema, ricalca in questo senso delle questioni che hanno coinvolto anche altre majors nel corso del tempo. Netflix in questi anni ha prodotto film importanti, come Irishman, come Roma. Eppure, sembra ancora lontana dal cogliere appieno le istanze degli artisti, con un percorso che si fa sempre più ricco di conflitti.
