Isabella Rossellini è l’emblema vivente di una vita che dalla nascita si trova immersa nell’arte. È quello che succede quando sei la figlia di Roberto Rossellini e Ingrid Bergman. Quando non solo il tuo cognome, ma anche il resto della tua identità familiare si lega inscindibilmente al cinema, come per Chiara Mastroianni. Sembra esserci un filo comune tra la prima e la seconda, figlia di Marcello e Catherine Deneuve, nell’identità, certo, e anche nella somiglianza, ai genitori. Entrambe figlie di padri che avevano un’altra famiglia, ma nate in tempi diversi. Così che la relazione con Roberto, alla diva Ingrid Bergman ha causato un allontanamento temporaneo da Hollywood per lo scandalo della loro relazione. Un amore nato su un set, quello di Stromboli e che ha portato alla nascita di due figli: Robertino e appunto Isabella.
Isabella Rossellini: gli Stati Uniti
Poche sono le occasioni in cui i dettagli della vita privata di una persona hanno seriamente a che fare con la sua dimensione artistica. Tuttavia, questo è uno di quei casi, perché nelle mille vite di Isabella Rossellini sono entrati come compagni Martin Scorsese e poi David Lynch. Il legame col secondo nasce nel 1986, lo stesso anno dell’uscita di Velluto Blu, il film che sicuramente ha segnato una svolta nella sua carriera come attrice. Perché inizialmente il suo percorso artistico era iniziato come modella, creando anche scandalo per la sua presenza nel libro di foto erotiche di Madonna.
La seconda metà degli anni ’80 vede, quindi, la sua consacrazione. Al successo con Lynch seguiranno altri progetti, non sempre fortunatissimi, ma comunque importanti. Nel 1987 interpreta il ruolo della figlia di Mastroianni nella trasposizione cinematografica di Oci Ciornie. Il film, trasposizione di un’opera di Cechov è un grande successo, soprattutto di critica. Nel 1989 gira assieme a Ted Danson e per la regia di Joel Schumacher il film Cousins, poco noto in Italia.
Gli anni ’90 tra Lynch e film culto
Nel 1990 chiude la sua relazione con Lynch, ma gira un altro film con lui: Cuore selvaggio. Opera atipica nella filmografia del regista che mescola generi e riferimenti, tra Shakespeare e il grottesco. Nel 1992 poi Isabella Rossellini prende parte a un film che nel tempo è diventato nientemeno che un film di culto. Si tratta de La morte ti fa bella di Robert Zemeckis. Il ruolo di Lisle von Ronan che fa scoprire l’elisir della giovinezza a Madeline Ashton (Meryl Streep) sembra tagliato su misura per l’attrice. Nel 1994 prende parte al film su una frammentaria storia d’amore del compositore Beethoven, Amata me stessa. Film nel quale recita al fianco di Gary Oldman con cui la stessa attrice ha ammesso di aver avuto una relazione.
La sua capacità magnetica di attirare la camera e l’interesse anche in ruoli pensati come minori diventa una sua prerogativa. Non sempre i film cui l’attrice prende parte hanno conosciuto un successo immediato di pubblico, ma hanno spesso incontrato quello della critica. È quello che succede con un film che gira nel 1996, Big Night. Opera che – con la regia di Stanley Tucci e Campbell Scott – ottiene un plauso generale della critica e in particolare del critico Roger Ebert. Con Tucci tornerà a lavorare nel 1998 per il film Gli imbroglioni presentato nella sezione Un certain regard a Cannes.
Isabella Rossellini: regista di documentari, etologa
Sono veramente mille le sfaccettature della vita e della carriera di una donna come Isabella Rossellini. In un suo libro ha rivelato di avere una laurea in etologia, così come un amore per gli animali confermato dai video sui suoi social. Negli anni Duemila realizza anche alcuni documentari. I più noti sono quelli del ciclo Green Porno in cui analizza i rituali di accoppiamento di varie specie animali. Un progetto nato a seguito della collaborazione con il Sundance Channel e il suo fondatore Robert Redford.
Una collaborazione nata, in realtà, in ragione di un altro documentario. Nel 2006 Isabella ha realizzato per il canale un cortometraggio dedicato al centenario della nascita del padre Roberto. In questo corto, l’attrice interpreta più ruoli, tra cui quello della madre Ingrid Bergman, quello di Alfred Hitchcock e quello di David O. Selznick. La madre, proprio con Hitchcock aveva realizzato alcuni dei più importanti ruoli della sua carriera, come in Notorius e Io ti salverò.
Il cinema ha riscoperto Isabella Rossellini?
La domanda può sembrare banale perché l’attrice ha continuato a macinare ruoli per tutta la sua carriera. Ci sono due film cui ha preso parte che sembrano confermare un nuovo amore che il cinema, la critica, il pubblico stanno scoprendo per lei. Due ruoli da non protagonista, con un tempo in scena limitato ma comunque sufficiente a lasciare impressa la sua interpretazione. Si tratta de La Chimera e di Conclave. La collaborazione con Alice Rohrwacher sembra la cosa più naturale del mondo. Da una parte l’attrice etologa dalle mille vite, dall’altra la regista dei paesaggi bucolici, di prima della vita. Un ruolo che, infatti, si fa ammirare e rimirare per la naturalezza con cui viene interpretato.
Ancora più recente è il ruolo della suora in Conclave. Sembra che sarà questo ruolo a fruttare a Isabella Rossellini la sua prima candidatura agli Oscar. Quanto questo sia importante o meno è in fin dei conti relativo. Quello che resta è che attraverso un ruolo con poche battute, fatto di silenzi e sguardi, l’attrice ha caratterizzato e conferito forza al film. Nel ritratto tra reale e fantapolitico del Vaticano di Berger la sua interpretazione trova una dimensione e un’intensità non seconda a quella dei protagonisti. La dimostrazione che si può illuminare un film, una scena anche in pochi secondi.