Il giorno sbagliato – Tema
Il rancore per l’accumulo di delusioni, il difficile confronto col proprio fallimento, spesso indipendente dalla volontà personale, la scarsa capacità di rapportarsi al rifiuto, la gestione della rabbia e del successo che piombano come due pesi macroscopici sulla bilancia dell’equilibrio individuale, mettendolo frequentemente in seria crisi, sono alla base de Il giorno sbagliato.
Film del 2020, diretto da Derrick Borte, ispirato ad alcuni episodi di collera stradale veramente accaduti, Il giorno sbagliato riflette in curata confezione di genere, il dramma di una società isterica e performante, che accumula stress colpe e sensi di colpa indifferentemente, che si professa innocente o di buona volontà e non lo è, che ha perso il contatto e, di conseguenza, il controllo delle proprie emozioni, specie di quelle negative.
Il giorno sbagliato – Trama
Rachel (Caren Pistorius) commette “l’imprudenza”, lo sgarbo che irrazionalmente non le verrà perdonato.
Bloccata da un traffico ottuso, che rende un tragitto percorribile in dieci minuti la domenica, un calvario di un’ora un qualsiasi altro giorno, appena licenziata dalla sua miglior cliente, con un divorzio difficile da concludere, il denaro contato ed un figlio da portare a scuola in orario pena una punizione, la donna suona il clacson ad una grande jeep inspiegabilmente ferma davanti ad un semaforo rosso.
Alla richiesta di scuse del conducente, lei si rifiuta alterata. Ma quel conducente ha smesso di essere una persona normale, da almeno ventiquattr’ore, se non più. Si chiama Tom (Russel Crowe), è reduce da una strage familiare, intravista ad inizio film, probabilmente la sua ex moglie con i suoi figli, simboli di una vita da cancellare, perché dolorosa, sbagliata e non più sua.
Una persecuzione automobilistica metropolitana
Queste sono le premesse per l’inizio della tempesta perfetta. Tom, divorziato, licenziato, solo, senza più nulla da perdere, incollato alle sue pasticche regola-umore di cui mezza America fa abuso, minaccioso e fisicamente possente, decide di prendersi la propria rivalsa per tutto quello che gli è andato storto fino a quel momento. Target della sua furia è Rachel.
Inizia una persecuzione automobilistica metropolitana tra le vie, i parcheggi, i benzinai, i bar, le case private, per distruggere tutto quello che ruota attorno alla donna. L’obiettivo non è ucciderla, ma annientare il suo mondo, ciò che le è caro, che rappresenta una sua vittoria/tesoro, per renderle il resto della vita un incubo derelitto ed infelice.
Il giorno sbagliato – Recensione
Il giorno sbagliato è un iperbole catastrofica, seminata di leggeri indizi che fanno percepire la stortura della situazione, fin dall’inizio, mentre, gradualmente, precipita in una tensione inquietante e furibonda.
Rachel è una sorta di riflesso opposto del carattere di Tom: lei non è ancora scivolata oltre la linea border, ma deve combattere quotidianamente con la sua precarietà e con i mezzi che non ci sono.
Ha un fratello giovane e disoccupato (con fidanzata a carico) che pesa sul bilancio familiare, un ex-marito che non l’aiuta economicamente, un lavoro a chiamata in cui si sopravvive dando completa disponibilità e sentendosi spesso impotenti, un figlio appena adolescente da tutelare.
Disorientamento interiore e perenne insoddisfazione
Come fare a reggere il peso di tutto ciò senza incolpare qualcuno, senza prendersela con il primo che casualmente commette un errore, senza mandare tutto all’aria e riprendersi il centro della propria esistenza.
Perché di questo disorientamento interiore, di una sensazione di perenne insoddisfazione e scontento qui si fa una malattia che si cura con la devastazione altrui.
Come se fossimo dentro il set di Un giorno di ordinaria follia, con un epicità molto al di sotto di quei livelli di guardia, perché di giustizieri solitari per le proprie giuste o ingiuste cadute, da quel 1993, le cronache americane sono ormai zeppe.
Rabbia sociale e terrorismo civile
Rabbia sociale espressa in ogni forma, anche fantascientifica, si pensi all’assalto al Congresso post perdita elezioni di Trump nel 2021, alle stragi scolastiche dovute a squilibrati, esaltati, depressi e repressi, che impugnano armi da fuoco e scambiano la vita per una crociata o un videogioco.
E’ un terrorismo civile, che nasce, cresce e muore tra le pareti di casa, alimentato quotidianamente dalla necessità di essere qualcuno, qualcuno che conta, e di fare qualcosa, qualcosa di buono.
Dall’apparente controllo ad un thriller psicologico e violento
Il non riuscire è una perifrasi che l’America non ha mai conosciuto, nonostante la causi costantemente: di qui il non avere idea su come gestire i reduci di un fallimento, che schizzano dalle linee di confine della normalità alla velocità di proiettili dando vita a scie di sangue, femminicidi, crimini di qualsiasi tipo.
Il giorno sbagliato cova le proprie fiamme di violenza in una situazione apparentemente in controllo, poi sempre più visibilmente alterata, fino alla sua trasformazione definitiva in thriller criminale, in cui c’è una vittima ed un predatore, una guerra aperta e senza quartiere per la sopravvivenza di due anime che hanno sbagliato entrambe ed entrambe sono in pena.
Due modi differenti di affrontare la crisi
Uno scontro tra due modi differenti di prendere la crisi, distruttivo Tom, costruttivo Rachel, per ricordare che una scelta diversa è sempre possibile, nonostante minimo comun denominatore poi risulti essere lo stesso genere umano di appartenenza, incapace di assumersi responsabilità, di chiedere scusa, di dare una chance all’altro, di rendere felice se stesso e chiunque gli passi tra le mani.
La fotografia inchioda una città plumbea, in asfissia da traffico, dove quasi tutto ha lo stesso colore del cemento e dello smog, dell’indifferenza quotidiana e della corsa verso il prossimo obiettivo.
Una guerra furiosa e irrazionale tra ultimi, tra peccatori
Le persone sono birilli per il fuoristrada di Tom, le sopraelevate terreni di corsa furibonda, i parcheggi aree di sosta irrequiete e di consapevolezza, le case, solite pareti insicure, alla mercè di ogni malintenzionato.
Il giorno sbagliato è una giungla senza compromessi in cui Rachel cerca una soluzione, una mediazione, una fuga possibile, ma che reclama lo scontro definitivo per abbandono di ogni altra aiuto o elemento esterno: è una lotta tra disperati per qualcosa di disperato.
Il giorno sbagliato – Cast
Russel Crowe illumina il suo disagio con una minaccia composta e profonda che incute anche solo roteando lo sguardo sulle sue prossime vittime: alterna registro normale e grave con una naturalezza da par suo, anche quando accenna a spiegare lo spolpamento, la masticazione che la società ha fatto di lui, prima di sputarlo come cosa inerte e vuota.
Caren Pistorius, volto di cera eppur espressivo, ha dalla sua un’eleganza disperata nel disordine, che la connota come giovane (anche troppo) madre e giovane donna in un momento di difficile passaggio della vita, una parentesi giornaliera di caos delirante e bruciante, terrorizzante, verità.
Lei non è una santa, fa pensieri sbagliati, non si trattiene, non dice e non fa sempre la cosa giusta. Come molti. Come tutti. Ma lei paga. Altri no.
Il giorno sbagliato raccoglie la confessione degli scavalcabili, ignorati e sacrificati, dei più deboli, ed organizza una scarica di rabbia violenta ed esplosiva emblematica della loro condizione.
Una raffica di odio su una società meschina, che più va avanti nel tempo, più gioca a castrarsi troppo da una parte e a permettersi troppo dall’altra, rendendosi lei stessa paziente squilibrata, passibile, evidentemente, di dare vita ad esasperazioni umane come questa raccontata da Borte.
Disturbante ed irritante come la facilità con cui Tom uccide, la non reattività di chi gli sta intorno, l’isolamento dei protagonisti e la non reversibilità della situazione, Il giorno sbagliato piroetta se stesso in una corsa senza precedenze tra cellulari, gps, tablet, targhe automobilistiche, vetture schiantate, e sadici giochi di morte.
La tecnologia, ancora una volta, salva e tradisce, la verità anche, l’individualità resta soggetta all’arbitrio personale, anche se un giorno ci si sveglia e ci si trova davanti al giorno del giudizio, sbagliato.