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Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban

Harry Potter e il suo passato oscuro, atto terzo. Protagonisti in scena un padrino evaso di galera, creature che prosciugano la felicità dell’anima e un lupo mannaro come docente. Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban segna una cesura importante nel mondo di J. K. Rowling.

La trama più matura e impegnata, le tecniche di ripresa di un maestro come Alfonso Cuarón e il look creato dalla costumista Jany Temime conferiscono un tono più adulto all’intera pellicola. “Hogwarts è il luogo più sicuro del mondo”, sostiene il guardacaccia Rubeus Hagrid (Robbie Coltrane), ma la vita dei suoi studenti è ogni anno più a rischio.

Harry Potter
Daniel Radcliffe nei panni di Harry Potter in una scena del film

Stanotte, colui che ha tradito gli amici, il cui cuore si è corrotto con l’omicidio, romperà le catene. Sangue innocente verrà versato e servo e padrone si ritroveranno riuniti ancora”.

La professoressa Sibilla Cooman

Le parole profetiche di Sibilla Cooman (Emma Thompson), l’oracolo del Wizarding World, sono l’antifona di un destino che intreccerà sempre più la vita di Harry Potter (Daniel Radcliffe) e della sua nemesi Voldemort.

Il tredicenne ragazzo di Privet Drive stavolta dovrà fare i conti con il ritorno impetuoso del suo passato, che si presenterà con il volto di Sirius Black (Gary Oldman), detenuto evaso dal carcere di Azkaban dove era stato rinchiuso per omicidio plurimo. Harry, con l’aiuto di Ron (Rupert Grint) ed Hermione (Emma Watson), si troverà poi faccia a faccia con un nuovo nemico, senza volto e dalla presenza raggelante: i Dissennatori.

Esseri avvolti in mantello e cappuccio neri, capaci di risucchiare tutta la felicità dall’anima delle persone, portandole alla pazzia e alla morte. “Sono la personificazione della mia lotta contro la depressione”, dichiarerà in un’intervista la stessa Rowling, parlando della sua malattia patita prima della pubblicazione dei romanzi.

Gary Oldman nei panni del “famigerato, pluriomicida” Sirius Black

Per combatterli, Harry riceverà l’aiuto di un nuovo alleato, il tenebroso professor Remus J. Lupin (David Thewlis). Arruolato a Hogwarts come nuovo docente di Difesa contro le arti oscure, gli insegnerà uno degli incantesimi più affascinanti e intensi della saga: l’Incanto Patronus.

La formula conferma il legame della scrittrice con il latino (Expecto Patronum indica letteralmente “Attendo un protettore”) e il richiamo allegorico della magia. L’incantesimo assume le sembianze di un animale, spesso legato al carattere e alle virtù del mago che lo evoca.

La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda… di accendere la luce”.

Il professor Albus Silente

Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban rappresenta una rottura con i capitoli precedenti non solo a livello contenutistico, ma anche retorico. Meno spazio a lezioni e sport, più attenzione a legami e relazioni interpersonali. A dimostrarlo è anche il nuovo look di uno dei personaggi più influenti, il preside Albus Silente.

Michael Gambon interpreta da questo film il preside di Hogwarts, Albus Silente

La versione di Michael Gambon, che prende il testimone del compianto Richard Harris, è più grigia, dura e aspra sia nelle movenze sia nelle battute. Va ricordato che per il ruolo, in fase di casting, era stato preso in considerazione anche Sir Ian McKellen, che però rifiutò. Dopo essere apparso nei panni di Gandalf nella trilogia de Il Signore degli Anelli, disse: “Ho avuto abbastanza problemi a vivere in una leggenda, due sarebbero state troppe”.

La crescita di Harry e compagni si nota nell’uso di una tecnica di ripresa geniale da parte di Cuarón. Tramite inquadrature più lunghe e rallentate, infatti, consente ai personaggi di stare sul campo visivo per più tempo, entrando all’interno della loro psiche. I costumi di Jany Temime sono poi la ciliegina sulla torta.

Harry Potter
Da sinistra, Rupert Grint, Emma Watson (in primo piano) e Daniel Radcliffe

Singolare l’attenzione dedicata ai tre protagonisti. I vestiti di Harry consistono in colori neutri come il grigio, il bianco e il nero, a delineare un ragazzo in lotta con se stesso e lontano dai colori vivaci.

I vestiti di Ron d’altro canto si nutrono di toni più caldi come il marrone, l’arancio e il rosso, a testimonianza di un legame familiare forte e radicato.

La combinazione di tonalità di Hermione invece, che mescolano blu, rosa e beige, è un bilanciamento dei colori degli abiti di Harry e Ron, mettendo in luce il lato femminile della ragazza.

Il regista messicano ha instaurato un forte rapporto con Radcliffe, Grint e Watson, cercando di farli entrare sempre più nei loro ruoli. E l’escamotage è davvero singolare. Ha commissionato loro un saggio sui rispettivi personaggi, scritto in prima persona. Emma Watson, in perfetto stile Hermione Granger, ha “esagerato” e ha realizzato un saggio di sedici pagine. Daniel Radcliffe, come Harry, ha scritto un riassunto di una pagina, mentre Rupert Grint, secondo il metodo Weasley, nemmeno una riga.

David Thewlis è il professor Remus J. Lupin

Cosa misteriosa il tempo: potente e, quando ci s’intromette, pericoloso”.

Il professor Albus Silente

Nonostante si tratti dell’unico capitolo a non sfondare il muro degli 800 milioni di dollari al botteghino (fermo a 795.6), Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban resta una delle migliori trasposizioni potteriane al cinema. Segna un nuovo inizio, il nastro di partenza di un cammino che, per Harry come per tutti i fan, diventerà sempre più dissestato e colmo di pericoli.

Per difendersi dalle insidie infelici in tempi oscuri basta ricordare due semplici parole: Expecto Patronum!

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