E’ il 28 Luglio 1978, quando, nelle sale americane, sotto lo stemma della Universal, esce un film a low budget che diventerà sin da subito un cult. Primo nel suo genere, Animal House o National Lampoon’s Animal House, scritto dai tre sceneggiatori: Harrold Ramis, Douglas Kenney, Chris Miller; con alla regia John Landis, di certo si potrebbe definire il capostipite di tutti i film del genere, come ad esempio: gli American Pie.
Pensato in principio come una storia che si doveva svolgere all’interno di un liceo, col nome di Laser Orgy Girls, ma la produzione richiede che sia il titolo che l’ambientazione di cambiarli in sceneggiatura e spostarlo al college visto i temi trattati ed alle possibili speculazioni che ne sarebbero potenzialmente nate.
Animal House trama
Animal House ambientato nel 1962 al Faber College, racconta le vicende della Δ (Delta) House, fatiscente, stinta e con carcasse di macchine nel giardino, è ritenuta la confraternita con gli elementi peggiori del campus.
Antagonista della elitaria, nonché vicina, Ω (Omega) House, costruzione in stile coloniale, ben tenuta e con prato perfettamente tenuto, ed una delle fratellanze più influenti dell’università.
In perenne lotta con il rettore Vernon Wormer (John Vernon), ormai al limite della sopportazione, e persino rimproverato dal sindaco per la condotta della confraternita, si prefissa di cacciare tutti i Δ prima dell’evento principale della stagione, la grande parata che sfilerà per le vie della città. Forte della sua decisione, il rettore avrà alle sue dipendenze ed a spalleggiare l’elitaria confraternita Ω, che non renderanno le cose semplici ai nostri confratelli: Bluto (John Belushi), Stork ( Douglas Kenney) Otter (Tim Matheson), Pinto (Tom Hulce), Sogliola ( Stephen Furst) e Boon (Peter Riegert).
Momentaneamente ignari di ciò che si trama alle loro spalle, i ragazzi continuano a creare caos nella scuola coinvolgendo anche le matricole; ma, dopo gli esami di metà semestre ed una delle loro tante feste, il rettore riesce a far chiudere la confraternita e cacciare i confratelli per i loro voti bassi.
Ormai prossimi a lasciare il Campus i ragazzi decidono di non andarsene e di lasciare fare il loro ultimo più grande scherzo al rettore, portando il caos alla parata sulle note di musiche da un gusto circense altre solenni di che più americano non si può.
Animal House recensione
Forse perché parliamo e siamo negli anni ‘70, forse per il regista, la attori per la maggior parte all’epoca sconosciuti appena usciti dall’accademia di recitazione o per la sola presenza del talentuoso e istintivo John Belushi (militante già nel programma televisivo Saturday Night Live), ma in questo film, le dinamiche, che ormai riteniamo stigma del genere, sono completamente soverchiate, smembrate e ricomposte in una chiave completamente diversa ed a quanto pare irripetibile.
Siparietti muti con sola musica, mimiche facciali con primi piani dedicati, dialoghi nonsense, colonna sonora fuori tema ma quanto mai ben inserita, ci fa capire come questa opera “povera” ma distruttiva di personalità, sia riuscita con pochi elementi e semplici ad invecchiare benissimo ed a sbalordire tutt’ora.Animal Hou
Celebre è la scena del Toga Party che ha non solo ispirato molti film successivi, ma la stessa frase “Toga! Toga! Toga!” urlata come incitazione è entrato a far parte nella “lista delle cento migliori citazioni cinematografiche di tutti i tempi” nel 2005; un marchio di fabbrica ed anche presente nel successivo film cult del regista, è quello di rilanciare canzoni e cantanti caduti nel dimenticatoio, un esempio è presente nel film dove, una delle canzoni che nell’immaginario comune, è legato ormai, appunto, alle feste: Shout dei The Isley Brothers (1959).
Una pellicola divenuta citazione
Il film per come è stato concepito e scritto non si vuole prendere sul serio.
La pellicola è piena zeppa di cliché che ai giorni d’oggi vediamo in maniera trita e ritrita in film e serie televisive americane ambientate in college e persino nei licei. Ma come si è detto precedentemente questa pellicola, nella sua prima sperimentazione di questo genere, mai trattato prima, ha dato il via a tutto.
Per 105 minuti lo spettatore si troverà immerso in un’opera dal sapore spumeggiante, che solo poche volte ci darà il giusto respiro e successivamente rituffarsi nel caos che solo questo stuolo di confratelli potrebbe architettare, accompagnandoci in quello che si potrebbe definire sia “accusa” che “rivalsa” di come siano strutturate in generis le dinamiche classiste americane.
Un esempio può essere dato: che se da una parte abbiamo un’iniziazione delle matricole con fiumi di birra e canzoni cantate felicemente ubriachi; dall’altra troviamo un rituale d’iniziazione con sottomissione in un’atmosfera più seria e cupa. Ma se si volesse trovare una chiave di lettura, ci verrebbe subito in mente la parola “rivalsa”, in quanto tutti i membri della Δ riusciranno a laurearsi ed in seguito divenire persone di successo al contrario di quelli della Ω, “rivalsa” contro il perbenismo e della mentalità conservatrice americana e di classismo.
Ma in verità il film vuole solo essere sé stesso, come si mostra a noi, intrattenente e senza nessuna pretesa.
Conclusione
Animal House, irriverente e dissacrante, sotto la regia John Landis, la pellicola è una piccola perla da dover vedere almeno una volta nella vita.