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Aggro Dr1ft: lo sperimentalismo (brutto) a Venezia 80

Conosciuto principalmente per Gummo del 1997 e Beach Bum, Harmony Korine approda fuori concorso a Venezia 80 con Aggro Dr1ft, un titolo che già dal suo annuncio e dalle prime immagini mostrate, aveva destato qualche dubbio. Un film con Travis Scott come co-protagonista, girato con telecamere a infrarossi e con l’utilizzo dell’AI davano già l’dea di un qualcosa di “pacchiano” e “tamarro”, abbastanza inadatto a un contesto come quello veneziano.

Purtroppo, queste iniziali aspettative sono state mantenute e Aggro Dr1ft si erge a esempio di un cinema che ha dimenticato cos’è lo sperimentalismo e l’innovazione. Un opera che disperatamente cerca di uscire dal mare di melma in cui (volontariamente) si è gettato, cadendo però rovinosamente sempre più in un abisso accecante e stordente.

Aggro Dr1ft: trama

Bo (Jordi Mollà) è uno dei migliori sicari in circolazione nella città di Miami. Un killer infallibile, che però vorrebbe appendere al chiodo l’abito da spietato “portatore di morte” per potersi dedicare alla moglie e ai figli. Un ultima missione lo separa da questo obbiettivo, un altra vita da stroncare prima della tanto ricercata pace.

aggro dr1ft
Al centro dell’immagine il cantante Travis Scott

Un killer spietato, ma nei confronti dello spettatore

Una trama semplice, anzi semplicissima, banale con dei personaggi stereotipati inseriti nelle periferie americane violente e corrotte. Aggro Dr1ft mette da parte soggetto e sceneggiatura per concentrarsi tutto sulla tecnica. Una tecnica che voleva essere rivoluzionaria, ma che invece è solamente una durissima prova a nervi e vista.

La scelta di utilizzare videocamere ad infrarossi è stato un clamoroso passo falso. Il film è visivamente molesto dopo i primi dieci minuti, e il buio della sala non fa che accentuare questo difetto. Gli infrarossi eliminano completamente i volti dei personaggi e i paesaggi all’interno dei quali questi si muovono. Il sole e le coste della Florida scompaiono completamente nelle cromature rosso-azzurre accecanti della pellicola. La scelta “artistica” di Korine e dei produttori del film è davvero inspiegabile. Un ora e venti di paura e delirio, che invece di generare stupore negli occhi è portatore di mal di testa e nausea.

Un immagine tratta da Aggro Dr1ft

Aggro Dr1ft: Travis Scott

Anche in queste sedi si era parlato proprio di Travis Scott e del suo ruolo che avrebbe avuto all’interno del progetto. Dimenticatevi Travis Scott, perchè in Aggro Dr1ft questo è una macchietta quasi invisibile. Il noto cantante americano, al momento uno dei maggiori autori del panorama rap mondiale, interpreta Zion, l’apprendista killer di Bo. I minuti in cui però questo compare sono residuali, e le battute declamate da Scott sono ascrivibili a mezza, forse una, pagina di copione.

Aggro Dr1ft utilizza il nome di Travis Scott per sfruttare il personal branding dell’artista e le folle di giovani che smuovono la terra ai suoi concerti (notizia recente vede le lamentele dei residenti di San Siro che hanno percepito la “terra tremare” a causa degli ottanta mila spettatori che saltavano all’unisono sulle hit di Travis Scott). Cari fan di Travis, se volete godervi il vostro rapper preferito è meglio se accedete al vostro Spotify.

Travis Scott e Harmony Korine

I commenti del regista su Aggro Dr1ft

“Ero sempre meno soddisfatto dei film che vedevo. Quindi volevo sperimentare con l’dea di quello che viene dopo, dopo un film lineare per portarmi ad un esperienza sensoriale. L’estetica del film è interessante. Il gaming è arrivato in un momento in cui esso crea dei mondi. L’estetica del film è un po’ più limitata ma si ispira ad esso”.

Anche alla conferenza stampa del film, Harmony Korine ha ribadito quelle che erano le intenzioni do Aggro Dr1ft: creare un esperienza filmica-videoludica, che seguisse i canoni del cinema guardando però al futuro e all’estetica del videogame moderno. Peccato però che la settima arte e la decima arte siano due cose troppo differenti tra loro, la cui impossibilità di prendersi a braccetto è qui ben palese. Il cinema viaggia su una strada opposta a quella del videogioco. Le inquadrature frenetiche e in prima persona, adatte per un opera in cui il fruitore è parte “attiva” dell’azione, non possono assolutamente funzionare in un prodotto cinematografico.

Un progetto che ricorda molto Hardcore!, pellicola del 2015 che voleva “buttare” lo spettatore, in prima persona, nel mezzo dell’azione in maniera similare a quella videoludica. Il risultato: un flop che ha incassato poco meno di 17 milioni di dollari in tutto il mondo!

aggro dr1ft
Harmony Korine a Venezia 80 durante la conferenza stampa

In conclusione

Il grande problema di Aggro Dr1ft è che poggia su un idea di cinema e del futuro di quest’ultimo completamente errate. Harmony Korine dimentica cos’è il cinema e come si crea. Regia, fotografia, montaggio, tutto scompare per lasciare spazio ad uno sperimentalismo che in realtà batte strade già percorse e altrettanto fallimentari.

Un film che aveva come intento quello di essere un nuovo modello di riferimento, ma che molto più probabilmente sarà o dimenticato nel giro di qualche settimana o rispolverato in futuro per parodie o sketch umoristici.

Aggro Dr1ft: trailer

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Aggro Dr1ft: lo scivolone di un regista che, accecato dal proprio ego, ha voluto fare il passo più lungo della gamba.
Davide Secchi T.
Davide Secchi T.
Cresciuto a pane e cinema, il mio amore per la settima arte è negli anni diventato sempre più grande e oltre a donarmi grandissime emozioni mi ha accompagnato nella mia maturazione personale. Orson Welles, Ingmar Bergman, Akira Kurosawa e Federico Fellini sono gli autori che mi hanno avvicinato a questo mondo meraviglioso.

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