Wonder, basato sul bestseller di R.J. Palacio e diretto da Stephen Chbosky, racconta la storia incredibilmente stimolante e commovente di un bambino nato con una malformazione craniofacciale, causata dalla sindrome di Treacher Collins, che gli impedisce una vita normale.
La scuola media può essere angosciante per qualsiasi bambino. Ma all’inizio di Wonder sospettiamo che sarà particolarmente difficile per Auggie Pullman (Jacob Tremblay). Dopo 27 interventi chirurgici per aiutarlo a vedere, sentire e respirare, Auggie non assomiglia esteticamente agli altri bambini. Ha 10 anni e non è mai andato a scuola in vita sua. Ma alle soglie della prima media, i suoi genitori (Julia Roberts e Owen Wilson) decidono che è giunto il momento per lui di frequentarla insieme agli altri bambini.
Sebbene le differenze facciali di Auggie siano la sua caratteristica immediatamente più evidente, ha una passione e un talento per la scienza, in particolare per l’astronomia. Il soffitto della sua camera da letto è dipinto di stelle, la sua stanza è piena di astronavi giocattolo e sistemi solari. E spesso indossa un casco da astronauta quando esce di casa. L’amore e la conoscenza della scienza di Auggie giocano un ruolo fondamentale nel film. Dimostrano la sua intelligenza ma rivelano anche il suo desiderio di essere altrove.
Ad esempio, eccelle in scienze a scuola e sa molto di più degli altri studenti. Ma in genere non ha la sicurezza di sé per esplorare il mondo senza il casco che gli nasconda il viso. Il profondo interesse di Auggie per la scienza e la paura di mostrarsi al mondo introducono un contrasto tra le capacità di Auggie e le sue percezioni di se stesso che stimola la riflessione del pubblico. Quando Auggie inizia la scuola, affronta ondate di nuove esperienze e alcune, come il bullismo, lo mettono al tappeto.
Wonder è quel tipo di film che dovrebbe essere mostrato a grandi e piccini come lezione di vita su come trattare la diversità nelle persone. Ha un meraviglioso messaggio sulla tolleranza, l’accettazione, la comprensione e il rispetto. Troppo spesso i film che offrono visioni così elevate sono presentati in modo impegnativo. Ma questo non è uno di quei film. Il regista Stephen Chbosky riesce a trattare alcuni punti molto importanti senza sacrificare gli elementi di intrattenimento.
Mentre la storia avrebbe potuto essere raccontata facilmente solo dal punto di vista di Auggie, il film intreccia abilmente altre prospettive. Quella del suo amico Jack (Noah Jupe), quella di sua sorella Via (Izabela Vidovic) e quella dell’amica della sorella, Miranda (Danielle Rose Russell). Queste trame parallele rafforzano la realtà che tutti sono diversi, che tutti stanno combattendo una dura battaglia. Ma è anche un promemoria di quanto sia importante essere gentile l’uno con l’altro.
Oltretutto, affinando le vite di quattro personaggi diversi, il pubblico acquisisce una prospettiva più olistica sulle esperienze individuali di Auggie e sugli effetti causati su coloro che lo circondando. Ad esempio, anche se i genitori di Auggie e Via non hanno i loro racconti dedicati, la loro agonia e paura sono in sottofondo. La madre di Auggie è un personaggio particolarmente interessante come donna che ha rinunciato ai suoi sogni di un dottorato di ricerca per prendersi cura di suo figlio.
Nelle mani sbagliate, il film avrebbe potuto essere uno slogan sdolcinato, pieno di luoghi comuni sul trattare gli altri nel modo in cui vorresti essere trattato. Ma Stephen Chbosky ha diretto il dramma, per lo più evitando la melassa adattando egregiamente l’amato romanzo di RJ Palacio. E il risultato non è tutto angoscia e bullismo. Wonder è complesso, divertente, commovente.
Il fulcro del successo di questo film risiede anche nel talento degli attori. La sceneggiatura e le scenografie sono certamente eccellenti. Ma la narrazione emotiva avvincente e l’investimento che il pubblico sente nella storia è il risultato delle performance. Al centro di tutto questo c’è sicuramente Jacob Tremblay, un attore bambino di immenso talento, che ricordiamo anche per la sua parte in “Room” del 2015.