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Ten minutes older: the trumpet

Ten minutes older: the trumpet è un film ad episodi, diretto da sette diversi registi, tanti quanti gli spezzoni.

Lo scorrere del tempo è il file rouge dei sette momenti che vanno a comporre il film, presentato al festival di Cannes nel 2002, seguito da Ten minutes older: the cello.

I sette cortometraggi (la durata è infatti sempre di circa dieci minuti ad episodio) vantano firme prestigiose: Aki Kaurismäki, Victor Erice, Werner Herzog, Jim Jarmusch, Wim Wenders, Spike Lee e Chen Kaige.

Le trame

Dogs have no hell di Aki Kaurismäki narra la storia di un uomo appena uscito di prigione: partendo per la Siberia chiede ad una donna di sposarlo in una stazione ferroviaria.

Lifeline di Victor Erice è un breve affresco della vita in un villaggio rurale spagnolo nel giugno 1940: la lentezza delle azioni è contornata da un senso di terrore dovuto al pericolo sempre incombente.

Werner Herzog con il suo Ten thousand years older racconta la storia della tribù degli Uru Eu Au con i brasiliani e gli inglesi, impegnati in una spedizione, nel 1981.

Herzog torna vent’anni dopo la spedizione nella foresta amazzonica per conoscere l’evoluzione di un popolo che ha vissuto un salto temporale di diecimila anni, una differenza abissale che ha portato alla scomparsa della tribù, non ancora pronta ad efficienti risposte immunitarie ed ignara della misurazione del tempo. Una riflessione non solo sulle tribù di aborigeni ma sulla vita.

ten minutes older: the trumpet

Jim Jarmusch ambienta sul set cinematografico Int. Trailer night: un’attrice fa una pausa di dieci minuti all’interno di una roulotte, interrotta continuamente da qualcuno che bussa alla sua porta.

Twelve Miles to Trona di Wim Wenders è un brevissimo road movie: colui che guida è anche il protagonista, in cerca di una clinica in seguito all’assunzione erronea di una droga. Racconto rock e distopico, la guida folle nel deserto americano riporta automaticamente a Strade perdute di David Lynch ed anche, per il tipo di paesaggio, a Paris, Texas dello stesso Wenders.

Un film sul pluralismo

Spike Lee con il suo We wuz robbed denuncia le irregolarità delle elezioni delle presidenziali del 2000, vinte da George Bush, in Florida. Un continuo alternarsi di frammenti di intervista a numerosi cittadini americani.

100 flowers hidden deep di Chen Kaige porta lo spettatore in Oriente, più precisamente a Pechino.

Qui un uomo vuole che i traslocatori lo aiutino a sgomberare la sua casa che sta per essere demolita per costruire nuovi edifici. In realtà i mobili sono invisibili, solo il proprietario riesce a vederli, disperandosi quando questi vanno in pezzi.

In tutti i corti vediamo diversi scenari, è un trionfo di diversità, un omaggio al pluralismo umano.

Ten minutes older: the trumpet- il tempo della vita è il tempo della musica

Ten minutes older: the trumpet è un film a tempo di jazz: all’inizio, così come alla fine e tra un episodio e l’altro, spiccano i motivi di una tromba, accompagnata da contrabbasso e batteria.

La musica, tranne nei titoli di coda, è accompagnata da immagini di acqua, in particolare di ruscelli: il panta rei di Eraclito, metafora delle lancette che si muovono, il divenire incessante ed inarrestabile.

La tromba di Hugh Masekela su partitura di Paul Englishby è la colonna sonora perfetta: forse il jazz meglio di ogni altro genere è metafora del mutamento costante, ritmato ma mai prevedibile, è la musica della vita, improvvisazione pura.

ten minutes older: the trumpet

Emblematico è infatti l’esordio del film, con una citazione di Marco Aurelio dalle Meditazioni: “Il tempo è un fiume, il fluire irresistibile di tutto il creato. Appena qualcosa si mostra agli occhi già non è più e un’altra già la sostituisce per svanire a sua volta.”

Ten minutes older è un film delicato, filosofico, libero. Ogni regista ha avuto la massima possibilità espressiva, niente paletti, solo un tema comune.

Un argomento atavico, la cui discussione è intrinseca alla natura umana in quanto presuppone in sè una riflessione sulla vita stessa.

I modi di affrontare l’argomento sono molteplici, tutti molto personali: dall’episodio di Wenders emerge il suo vissuto giovanile, i paesaggi che lo hanno reso il regista che si conosce e apprezza.

Werner Herzog racconta una storia sociale, non propria: porta però alla riflessione sul rapporto tra i popoli, con la storia come co-protagonista. Tari, capo della tribù malato di tubercolosi, con la sveglia attaccata all’orecchio sembra quasi colto nell’atto di sentire battere un cuore. Quello di Herzog è un racconto profondamente umano.

Dal colore al bianco e nero

In tutto il film colpisce l’alternanza colore- bianco e nero: l’episodio di Victor Erice è girato in un toccante bianco e nero, numerosissimi i primi piani, i dettagli sulle parti del corpo, in particolare sul neonato.

Ne emerge un affresco vivo, vero: il silenzio è rotto dai suoni quotidiani, freddi, ritmati e costanti, l’urlo (presagio di dolore) è l’interruzione che emoziona, altrimenti il racconto sarebbe quasi una ricostruzione storica.

Focus anche sulle fasi della vita umana: dal neonato all’anziano, fragili seppur diversi, ai bambini, che disegnano orologi sulla loro pelle, agli adulti, immersi nel limbo del tempo e della vita.

ten minutes older: the trumpet

Nei corti di Jim Jarmusch e Aki Kaurismäki la musica regola la storia, dentro la roulotte è Bach a fare da padrone, musica senza tempo, ascoltata in una pausa quasi come se fosse qualcosa di esterno: anche se è diegetica, poiché proveniente da un cd azionato dalla protagonista (caratteristica cara a Jarmusch anche in Broken Flowers), sembra un’entità superiore all’attrice, al luogo ed al tempo in cui si trova.

In Dogs have no name invece la band che suona nel locale è parte integrante del racconto, come narrazione di eventi in sé, giusta la scelta di ambientare le scene più importanti in una stazione, luogo dove il tempo è una sorta di demiurgo che plasma i destini umani.

“Tutto è cambiato” è l’ultima frase del film, pronunciata dal protagonista di 100 flowers hidden deep: il cerchio si chiude tornando alla frase di Marco Aurelio, la musica è finita ma riprende a sentirsi.

Un film ad episodi assai particolare, variopinto, elegante, splendida riflessione su un tema decisamente dibattuto nei secoli.

Dove vedere Ten minutes older: the trumpet

Disponibile ad oggi su Amazon Prime Video, vale la pena di vedere Ten minutes older: the trumpet anche solo per sentire la splendida colonna sonora ed osservare il lavoro di grandi autori in uno spazio circoscritto a pochi minuti.

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Un film ad episodi assai particolare, variopinto, elegante, splendida riflessione su un tema assai dibattuto nei secoli. Disponibile ad oggi su Amazon Prime Video, vale la pena di vedere Ten minutes older: the trumpet anche solo per sentire la splendida colonna sonora ed osservare il lavoro di grandi autori in uno spazio circoscritto a pochi minuti.

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