Firestarter, perché un nuovo adattamento?
E’ notizia degli ultimi giorni che la piccola Ryan Kiera Armstrong è -o almeno, era, ma ci arriveremo tra poco – tra i nominati ai Razzie Awards come Peggior Attrice Protagonista per il suo ruolo in Firestarter. Subito scattano le polemiche e l’indignazione generale. John Wilson, creatore dei premi, ha fatto marcia indietro scusandosi per l’errore e annullando la nomination dell’attrice minorenne, annunciando che in futuro ci sarà un limite d’età. Detto questo, la performance della piccola attrice è l’ultimo dei problemi di questo remake debole e inconcludente. Firestarter, diretto da Keith Thomas, è l’ultimo adattamento in ordine di tempo del racconto L’incendiaria di Stephen King. Nel 1984 il regista Mark L. Leister provò a trasportarlo sul grande schermo. Il film arrivò in Italia con il titolo Fenomeni paranormali incontrollabili e protagonista era una giovane e tenera Drew Barrymore, ai tempi considerata bimba prodigio dopo la sua partecipazione a E.T- L’extraterrestre di Steven Spielberg. Nel 2002 fu prodotta addirittura una miniserie televisiva sequel, ma il tentativo fu fallimentare. Questo nuovo film, prodotto dalla Blumhouse, non funziona e riporta alla mente una domanda: perché non si riesce ad adattare decentemente questa storia?
Firestarter, la trama
Charlie è una bambina di undici anni e possiede il potere della pirocinesi, ovvero genera il fuoco con la sola forza di volontà creando delle vere e proprie tempeste di calore letali per chiunque le stia vicino. Naturalmente, questo suo potere è influenzato dalle emozioni che prova e quindi tristezza e soprattutto rabbia sono una miccia potentissima. Anche i genitori, Vicky e Andy, sono dotati di poteri, ma rivoltatisi contro il laboratorio che ha iniettato loro un siero sperimentale, cercano di proteggere la figlia dall’agenzia federale che la cerca per continuare a sperimentare su di lei. Loro sono in fuga da anni e adesso a braccarli c’è anche un assassino professionista. Dopo la morte della madre, Andy e la piccola Charlie si ritroveranno a fuggire e la bambina sarà spesso costretta ad usare i suoi poteri per salvarsi, anche se lei non vuole fare del male a nessuno.
Incendio? Al massimo una piccola fiammella
Firestarter è un remake e di solito ai remake ci si approccia con sguardo sospettoso. Altre volte, però, è capitato che il rifacimento di una storia sia stato effettivamente un’operazione riuscita e se vogliamo rimanere nel campo dell’horror possiamo citare La cosa di John Carpenter o La casa del 2013. Questo Firestarter è un film debole, molto debole, sotto più punti di vista, a partire dalla sceneggiatura. La scrittura del film è molto superficiale e piatta, come una pozzanghera che nessun sassolino gettatogli dentro riesce a increspare. Per quanto L’incendiaria sia un racconto minore del Re del Terrore e persino il film del 1984 non fosse chissà quale capolavoro o cult, tutti i suoi libri hanno un potenziale d’adattamento, ma pare che nessuno fino ad ora sia riuscito a rendere giustizia la storia della piccola Charlie, men che meno Keith Thomas. Eppure, il suo nome faceva ben sperare, avendo diretto l’horror The Vigil e forse proprio per questo la Blumhouse ha puntato su di lui. A questo punto, meglio rivolgere uno sguardo al film del 1984 che, per quanto non sia memorabile, ha e continua ad avere un certo fascino e presa sullo spettatore odierno.
Questo cast non s’ha da fare
All’inizio citavamo la polemica riguardo la piccola Ryan Kiera Armstrong e la sua performance, ritenuta tra le peggior dell’anno 2022. Forse, tra gli attori, è quella con cui “prendersela” meno, perché Zac Efron e Sydney Noel Lemmon, interpreti di Andy e Vicky McGee, fanno molto peggio. In particolare, proprio nella recitazione di Efron, avendo molto più spazio rispetto alla sua controparte femminile, si notano i difetti principali. Non risulta assolutamente credibile in niente di ciò che dice e nulla di ciò che fa, quasi fosse un burattino manovrato controvoglia. A monte, come già abbiamo accennato, ci sta una sceneggiatura che non si cura affatto dei propri personaggi, dandogli un qualche tipo spessore che possa permettere a noi spettatori di instaurare un legame emotivo e coinvolgerci nella loro storia e questo discorso vale per tutti, non solo per i protagonisti principali. Inoltre, nel film dell’84 la narrazione e il ritmo possiedono una dinamicità data dal racconto svolto in flashback che all’apparenza può sembrare poco, ma non lo è affatto, soprattutto perché visti i risultati di questo remake bisognava forse riprenderla questa scelta. Firestarter non riesce a dare nessun guizzo particolare, non riesce a creare tensione né suspanse. Tutto scorre in modo annoiato e stanco. E che dire della regia e soprattutto della fotografia? Annoiate anch’esse, per nulla aderenti al tipo di atmosfera che un racconto di Stephen King meriterebbe.
Chissà se un giorno…
Eh, chissà se un giorno L’incendiaria di Stephen King avrà un buon adattamento che gli renda giustizia. Al momento Fenomeni Paranormali Incontrollabili resta il film a cui fare riferimento, perché sì risulta invecchiato – e già allora comunque King lo riteneva fra i peggiori tratti dai suoi romanzi -, ma perlomeno l’atmosfera c’è e Drew Barrymore insieme a David Keith funzionano meglio e trasmettono un minimo di legame padre-figlia. Invece, Firestarter è sicuramente tra i peggior film del 2022.