Sherlock Holmes è il detective più famoso al mondo, frutto della penna del brillante scrittore scozzese Arthur Conan Doyle. Nel corso degli anni è stato protagonista di moltissimi adattamenti televisivi e cinematografici, a partire dal 1984 (con Jeremy Brett), passando per il 2009 (interpretato da Robert Downey Jr.) fino ad arrivare al 2017 con la serie Sherlock (ora disponibile su Prime Video e su Netflix), in cui a vestirne i panni è Benedict Cumberbatch (Eric). La serie ha portato il detective nella contemporaneità, nella Londra del ventunesimo secolo offrendoci un’immagine di come il talentuoso investigatore potrebbe comportarsi oggi e vincendo un BAFTA come Miglior serie drammatica.
Sherlock – Trama
La serie, in 4 stagioni con pochi episodi ma molto lunghi, racconta i delitti che Sherlock Holmes risolve, il suo incontro con il dottor John Watson, la loro amicizia, la sua infinita sfida con Jim Moriarty (il “Napoleone del crimine”), il suo seducente rapporto con Irene Adler e la storia della sua sorella segreta Eurus. Ogni misfatto descritto è ovviamente ispirato ai romanzi dello scrittore, seppur necessariamente reinterpretati in chiave moderna. In aggiunta alle quattro stagioni c’è un episodio speciale, L’abominevole sposa, durante il quale ci si alterna tra il presente e il 1895 per risolvere l’omicidio di Emilia Ricoletti.
Sherlock – Recensione
La serie creata da Steven Moffat e Mark Gatiss (che in più interpreta Mycroft, il fratello di Sherlock) è uno dei prodotti meglio scritti degli ultimi anni. Unisce in sé la commedia, il poliziesco, il thriller e il dramma senza dimenticare l’importanza dei rapporti umani tra i personaggi. Un elemento fondamentale sono le colonne sonore di David Arnold che mantengono alta la tensione nei momenti decisivi e donano poesia a quelli più intimi. La capacità dei creatori è stata quella di rendere moderne delle figure secolari, ma soprattutto di aver reso dei personaggi così inflazionati nuovamente interessanti attraverso nuove sfumature caratteriali e sentimentali.
Sia Sherlock che Watson infatti presentano un background diverso da quello che conoscevamo. Sherlock è un sociopatico e tossicodipendente con un’infanzia segnata da lutti e una maturità solitaria. Watson è un medico traumatizzato dall’esperienza di guerra in Afghanistan e incerto sul futuro. Il loro legame è uno di quelli che colpisce di più. Anche Doyle descrive la loro amicizia ma nella serie questa viene maggiormente approfondita. Si rivela una vera fratellanza di cui prova è la vicinanza l’uno all’altro nei momenti più duri ma anche in quelli più felici. I loro litigi sono divertenti, il loro modo di fare pace è tenero, la loro complicità sul “lavoro” è esaltante. La serie è stata molto amata, tanto che i fan non hanno mai smesso di sperare nell’uscita di nuovi episodi, anche a distanza di molti anni. I creatori della serie avevano dichiarato che la volontà c’era ma, come vi spieghiamo qui, sembra che le difficoltà riscontrate possano troncare ogni speranza.
W: Cè una donna morta
s: ottima analisi, ma speravo in qualcosa di più
Cast
Sherlock e Watson non sono però solo due personaggi accattivanti, sono anche interpretati da due eccellenti attori: Benedict Cumberbatch e Martin Freeman (Fargo). Il loro forte accento britannico, l’austerità di Cumberbatch e la morbidezza di Freeman danno vita ad un’amabile coppia a cui è impossibile non affezionarsi. È invece Andrew Scott (Estranei) a vestire, in maniera ineccepibile, i panni di Moriarty. Questo per lui sarà solo il primo di molti importanti ruoli. A conferma di ciò Scott e Freeman hanno entrambi vinto il BAFTA come Miglior attori non protagonisti. Importante è il personaggio di Mary, la moglie di Watson che si rivela poi essere una spia, interpretata da Amanda Abbington. Infine, a contribuire all’aspetto ironico del racconto ci sono Mrs. Hudon, la padrona di casa di Sherlock, e l’ispettore Greg Lestrade, interpretati da Una Stubbs e Rupert Graves.
Moriarty: la nemesi di Sherlock Holmes
Moriarty è la nemesi di Sherlock: il primo crea e orchestra i delitti che il secondo risolve. La loro è una rincorsa infinita tra colpi di scena, incontri reali e incontri immaginari nel palazzo mentale di Sherlock. Il personaggio esordisce nel romanzo L’ultima avventura, mentre nella serie è presente sin dall’inizio e stimola Sherlock a dare il meglio di sé, lo provoca e gli tende trappole per il puro gusto di vivere un eccitante duello fatto di intelligenza e astuzia. La figura di Moriarty incuriosisce enormemente anche perché non si sa nulla del suo passato e nemmeno si può intuire. Non si sa perché fa quel che fa, si conosce e riconosce solo il suo istrionismo e la sua imprevedibilità. Sono due geni a confronto che hanno scelto due strade opposte: il bene e il male. La distinzione però non è mai così netta (come nella vita reale del resto) e anche la vittoria dell’uno sull’altro non sarà definitiva: l’influenza che Moriarty ha avuto su Sherlock rimarrà forte anche dopo lo scontro finale.