Il giovane Randle McMurphy (Jack Nicholson), condannato per reati di violenza, cerca di spacciarsi per pazzo per sfuggire al carcere e arriva in un ospedale psichiatrico. I medici hanno il compito di accertare la veridicità o meno della sua follia. Con la sua allegria, McMurphy rompe il clima di forte repressione e disciplina creato soprattutto dalla rigida e fredda infermiera Ratched , gettando scompiglio e generando più consapevolezza nell’animo degli altri ricoverati.
Il film di Milos Forman si presenta a primo impatto come una storia di profonda denuncia ad un sistema; in effetti è un vero atto di accusa, una potente metafora sul dispotico uso del Potere, una critica alla società , un’amara riflessione sull’ autoritarismo e sulla capacità di manipolazione delle menti umane (se inserite in un meccanismo di omologazione ), ed è in parte anche un “elogio alla follia”.
Considerato alla sua uscita come sovversivo, nella benpensante, profondamente razzista e ovattata società americana degli anni 60, il potente romanzo di Ken Kesey del 1962 (da cui è tratto il film) presenta un personaggio come Randle McMurphy (ex galeotto dal dubbio spessore morale, linguaggio scurrile e personalità anarchicamente ribelle nei confronti di ogni figura autoritaria), che non poteva sicuramente essere considerato un modello di riferimento. All’uscita della pellicola nelle sale cinematografiche siamo già però nel 1976: l’arte si predilige più estrema in un mondo che sta aprendosi a nuovi modi di interpretare la cultura e il controverso Randle, paradossalmente, assume i contorni di una nuova tipologia di eroe anticonformista.
“ Ma non ce l’avete il coraggio di andarvene via da qua dentro? Ma che cosa vi credete di essere, pazzi ? Davvero?”, è l’urlo di Randle , contro l’ignavia e il torpore degli altri “ospiti” dell’ospedale, umanità inerte, dalle menti assuefatte e incapace di ribellarsi al dominio dei forti.
A Jack Nicholson ( scelto dopo altre “illustri” alternative quali Brando e Gene Hackman) va il merito di gran parte della popolarità acquisita quasi immediatamente dal personaggio e rimasta inalterata nel tempo, facendo suo quello che sarà poi il ruolo più celebre della sua carriera : Randle/Nicholson possiede una fortissima energia personale che si esprime attraverso una mimica facciale vulcanica ed estremamente espressiva.
Anche Il resto del cast ( costituito da attori allora semi sconosciuti), si distinse per l’interpretazione personale , dallo strampalato Christopher Lloyd al “giovane” Danny DeVito, dal gigante “Grande Capo” Bromden, ( uno straordinario Will Sampson), vero amico per Randle, fino, al personaggio più negativo del film, nonché il più iconico forse: la terribile infermiera Ratched ( una incredibile Louise Fletcher), incarnazione del male e maschera di un autoritarismo sociale prevaricante sui deboli.
Vincitore di ben 5 Oscar , il capolavoro di Forman , inserito dall’American Film Institute tra i 100 migliori film della storia, è un film spietato, vero e disturbante , privo di abbellimenti, edulcorazioni e retorica ridondante, ed è soprattutto un esempio di come , a volte, possa esserci corrispondenza tra successo al botteghino e elogio della critica e di come l’autorialità possa incontrare i gusti del grande pubblico entrando nella Storia del Cinema.
VOTO: [usr 5]