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Nirvana: la recensione

Nirvana è un film di fantascienza del 1997 a tema cyberpunk, con una coproduzione italo-francese, diretto da Gabriele Salvatores e scritto dallo stesso regista insieme a Pino Cacucci e Gloria Corica.

Fu presentato nello stesso anno di uscita, fuori concorso, al Festival di Cannes e malgrado le critiche contrastanti risulta essere il film di maggiore successo – commerciale – del regista.

Il cast

Il cast internazionale è composto da: Christopher Lambert (Jimi Dini), doppiato da Roberto Pedicini, Diego Abatantuono (Solo), Stefania Rocca (Naima), Emmanuelle Seigner (Lisa), Gigio Alberti (Dottor Rauschenberg), Claudio Bisio (Corvo Rosso), Antonio Catania (Venditore di paranoia).

Trama

Siamo nel 2005 nell’Agglomerato del Nord e, a pochi giorni dall’uscita sul mercato di un nuovo videogioco a controllo mentale chiamato Nirvana, in occasione del Natale, la copia originale in possesso da Jimi Dini, il programmatore del gioco, viene infettata da un virus.

Nirvana

L’infezione fa prendere coscienza della propria esistenza al personaggio principale del gioco, Solo, che si mette in contatto con Jimi per capire chi è in realtà. Il programmatore, è costretto a rivelare a Solo di esistere solo virtualmente e quest’ultimo chiede a Jimi di cancellarlo. In seguito la richiesta diventa quella di liberarlo da un’esistenza senza scopo che si avvicina molto ad una prigione.

Il programmatore intraprende un viaggio nelle zone periferiche degradate della città per riuscire a trovare qualcuno che possa inserirsi nei sistemi della Okasama Star, che possiede il master e le copie originali di Nirvana, e cancellare il gioco, ma anche per ritrovare Lisa, la donna amata che lo aveva abbandonato un anno prima, sparendo nel nulla.

In questo viaggio incontra diversi personaggi, tra cui Joystick che lo aiuta a muoversi nei bassifondi della città e un “angelo”, Naima, una ragazza dai capelli blu che essendo esperta di hardware aiuterà Jimi sia ad infiltrarsi nella società che a scoprire dei segreti e lati oscuri di Lisa.

Nirvana – recensione

Nirvana è stato un film molto atteso ma anche criticato, che si è aggiudicato diversi premi e riconoscimenti. Spettatori e critici si dividono tra delusione ed entusiasmo in una critica totalmente in bilico tra chi lo ha bocciato e chi ne ha apprezzato gli sforzi compiuti per portare alla luce un genere che in Italia non ha mai avuto grosso successo e di entrare nel mercato internazionale con un genere poco “nostrano”.

Nirvana

Da sempre il cinema italiano infatti è rimasto in disparte rispetto al genere della fantascienza, considerato rischioso e poco frequentato: Salvatores con Nirvana ha confermato che probabilmente è meglio così.

L’obiettivo era sicuramente quello di avvicinarsi a film come Blade Runner (Ridley Scott, 1982) ma malgrado gli scenari simili e nonostante l’interessante trama che sembra avere ottimi presupposti, il film per molti non riesce a trovare una sua dimensione. Nonostante ciò gli incassi in Italia si avvicinarono ai 15 miliardi di lire, accompagnati dalla visione da parte di circa cinque milioni di spettatori.

Nirvana

L’impegno senza precedenti per la realizzazione di un film sociologico di fantascienza si scontra con delle interpretazioni che pur essendo apprezzabili risultano essere poco credibili e avvincenti: lo stesso Abatantuomo non è diverso dalle commedie in cui siamo abituati a vederlo. Per questo motivo sono proprio le parti più vicine alla commedia all’italiana che risultano essere le più godibili del film.

Spiegazione del titolo

Nel buddismo, Nirvana si riferisce ad uno stato perfetto di pace e serenità, una volta raggiunta questa perfezione spirituale l’essere conosce la propria vera vita. Nel caso del film di Salvatores il personaggio di Solo aspira proprio a questo per raggiungere la cancellazione del dolore e scoprire quella che è la vita vera.

Nirvana

Solo è costretto a morire e rinascere numerose volte agli ordini della Okosama Star, per riuscire a conoscere e trovare la vera esistenza, ripetendo più volte la stessa azione e le stesse dinamiche proprio come accadrebbe all’interno di un qualsiasi videogioco.

Nirvana – Temi e interpretazioni

Sono diversi i temi, seppur già visti, affrontati all’interno di questo film: gli hackers come nuovi hippie, la presa di coscienza per ribaltare il sistema – di cui simbolo è la solita multinazionale che richiama poi quello che sarà un pò lo stile di serie come Mr. Robot (Sam Esmail, 2015) – la reincarnazione, i trip psichedelici, i temi dell’identità e del suicidio e della cancellazione come unica via di fuga.

Come già anticipato quindi, i presupposti sembrerebbero essere buoni ma purtroppo il film fa fatica a trovare una sua dimensione restituendoci un prodotto che non appassiona e fa fatica ad esistere.

Conclusioni

Christopher Lambert risulta essere eccessivamente inespressivo. Interpreti più a loro agio nel suo ruolo avrebbero potuto aggiungere maggior spessore al film. Abatantuomo resta comunque il più avvincente, spiccando con un’interpretazione che miscela il dramma alla commedia mettendosi in gioco fino all’ultimo.

Nirvana – il trailer

PANORAMICA

Regia
Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni
Redazione
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