Altro Festival di Venezia, altro Pablo Larraín, e altra icona femminile del ‘900 raccontata. Questa volta tocca alla leggenda canora del teatro lirico Maria Callas, qui interpretata da Angelina Jolie, splendente più che mai in quella che è forse la miglior performance della sua carriera. Maria è in concorso per il Leone d’oro, e fin dal suo annuncio è stato uno dei titoli più attesi di questa 81ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Il film arriverà nelle sale a partire dal 1 gennaio del 2025, distribuito da 01 Distribution.
Maria: trama
Maria Callas (Angelina Jolie) ormai fuori dalle scene da diversi anni affronta il periodo più duro di tutta la sua vita. Accanto a lei il tuttofare Ferruccio (Pierfrancesco Favino) e la domestica Bruna (Alba Rohrwacher), oltre che dipendenti amici decennali della cantante, e forse gli unici due che oltre alla Callas hanno conosciuto anche Maria.
Maria: la donna dietro la diva
Forse scottato dell’insuccesso su tutti i fronti di El Conde, Pablo Larraìn ritorna a Venezia facendo quello che sa fare meglio: mettere sotto i riflettori la donna dietro all’icona. Lo ha fatto prima con Jackie Kennedy, poi con Lady Diana Spencer e ora è toccato a Maria Callas. Si chiude così un ipotetica “trilogia”, culminata con quello che è il miglior film dei tre.
Maria è un racconto non lineare, frammentato da delle visioni allucinogene date dai farmaci psichiatrici assunti dalla Callas che raccontano però drammi passati e presenti di una donna abusata e sfruttata fin dalla giovane età. La voce che le ha dato tutto le ha anche sottratto tanto, eclissando completamente agli occhi altrui la donna che stava dietro a quelle note straordinarie. Nonostante l’apparente Eden fatto di palchi teatrali, alberghi lussuosi e conoscenze più che illustri, Pablo Larraìn racconta alla perfezione i mali causati dallo star system, che tanto ti ama e loda quando sei all’apice e altrettanto veloce ti scarica nel momento del declino.
Maria è però ancora totalmente dipendente dal quel sistema. I luoghi da lei frequentati sono solo quelli in cui sa di essere oggi adulata come allora, e cerca in tutti coloro che per amore sa difficilmente le diranno di no una conferma delle ancora sue fiorenti abilità canore.
Una lotta continua tra la giovane ragazza cresciuta nella povertà di una Grecia afflitta dalla guerra, e la “divina” Callas, primadonna del canto e diva internazionale. Insomma, dai drammi vissuti nella città di Atene, passando poi al raggiungimento della gloria, la relazione con Aristotele Onassis, fino alla dipendenza da farmaci di fine anni ’70: Il racconto di Pablo Larraìn si ramifica intelligentemente toccando molti aspetti della vita di questo tenore ormai entrato nella leggenda.
Un Angelina Jolie da Oscar!
Che Angelina Jolie fosse un attrice dalle grandi doti non o si scopre certo oggi. Vero è che però da ormai molti anni non si cimentava in opere di un così alto livello di drammaticità, e forse in molti non si ricordavano di alcune sue performance memorabili da premio Oscar. Dopo aver visto Maria, anche coloro che nella Jolie vedono solo un bellissimo volto di discreto talento dovranno ricredersi.
Angelina Jolie tiene salde le redini di questo film che, tralasciando dei buoni spunti di regia e delle scenografie ottime, è guidato interamente da lei. Il famoso magnetismo dello sguardo dell’attrice statunitense è qui espresso alla massima potenza. Sia nelle performance canore, che nei lunghi silenzi e forse ancor di più nei momenti di disperazione, Angelina Jolie buca completamente le schermo ed emoziona come mai aveva fatto prima d’ora.
Sicuramente ora è la più quotata ad aggiudicarsi la Coppa Volpi alla miglior interpretazione femminile, ma è altrettanto probabile che con Maria Angelina Jolie si sia già ritagliata un bello spazio nella prossima stagione dei premi cinematografici.
In conclusione
Possa piacere o meno, Maria non è sicuramente un film che può lasciare indifferenti. Pablo Larraìn realizza un biopic in pieno stile Larraìn, non snaturandosi e senza cadere negli accessi come nel suo ultimo lavoro. Angelina Jolie compie un lavoro straordinario e seppur oscurati dalla sua gigantesca presenza anche i comprimari principali portano avanti i loro ruoli in maniera più che buona. Steven Knight riesce in due orette scarse a raccontare ampliamente la vita di una donna che nei suoi 53 anni di esistenza ha vissuto molteplici vite. Un artista immensa, adorata e desiderata da molti ma amata veramente da pochi, che ha passato l’ultimo periodo della sua vita in completa solitudine.
Il suo nome è però impresso nella storia dello spettacolo, e grazie a questo film, forse per la prima volta, il pubblico potrà conoscere Maria e non la Callas. Un opera dall’altissimo tasso emotivo, ad oggi uno dei migliori progetti visti in questa 81ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.