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Le otto montagne: la recensione

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In un luogo talmente alto e vicino al cielo da non essere contaminato dalla quotidianità cittadina, due anime costruiscono la loro amicizia, come una casa troppo fragile al cospetto della natura che la circonda. Le otto montagne racconta di questa amicizia, illuminando vette che dalla Valle D’Aosta arrivano fino in Nepal. I due registi, Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, mostrano la sincerità del taciuto e la potenza del naturale in una poetica rappresentazione in cui, però, non sono assenti problemi narrativi. Il film è tratto dal romanzo omonimo di Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega nel 2017.

Le otto montagne cast

Il cast di Le otto montagne è composto da Luca Marinelli (Pietro Guasti), Alessandro Borghi (Bruno Guglielmina), Filippo Timi (Giovanni Guasti), Elena Lietti (Francesca Guasti), Elisabetta Mazzullo (Lara), Lupo Barbiero (Pietro Guasti bambino), Cristiano Sassella (Bruno Guglielmina bambino), Elisa Zanotto (Barbara), Andrea Palma (Pietro Guasti ragazzo), Surakshya Panta (Asmi).

le otto montagne
Luca Marinelli e Alessandro Borghi ne Le otto montagne

Le otto montagne trama

Bruno è un ragazzo di città che ama passare le vacanze nella casa in un paesino della Valle d’Aosta, insieme al padre e alla madre. Qui incontra Bruno, l’unico bambino che abita in quel paese. I due stringono una salda amicizia, legata, però, esclusivamente ai momenti in cui Pietro sale in montagna. I due durante l’adolescenza non si vedono, poiché Pietro inizia a seguire di meno i genitori in vacanza, risucchiato dalla normalità della vita cittadina.

Dopo la morte del padre, però, Pietro tornerà in quelle montagne dove aveva passato insieme a Bruno i momenti felici della propria infanzia. I due si incontrano dopo anni e cominciano a costruire una casa lasciata a Pietro in eredità dal padre. In questa casa passeranno lunghe estati e freddi inverni.

Bruno conoscerà Lara, un’amica di Pietro, con cui avrà una figlia. Pietro, invece, ancora alla ricerca della propria via, inizierà a viaggiare, in particolare in Nepal, dove conoscerà una donna. I due amici, pur vedendosi pochi giorni l’anno, affideranno a quelle montagne il compito di alimentare vivacemente e profondamente il fuoco della loro amicizia.

Le otto montagne recensione

Le difficoltà che un regista incontra nel momento in cui si addentra nel lavoro di adattamento di un romanzo sono molteplici. Il ricercato equilibrio tra la fedeltà all’opera e l’originalità del prodotto derivato, infatti, è una questione assai delicata. L’emulazione e l’ispirazione, pur essendo cose diverse, sono delimitate da un sottile confine, la cui prevaricazione, in un senso o in un altro, generalmente decide le sorti dell’opera.

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Luca Marinelli e Alessandro Borghi ne Le otto montagne

Nel film di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, questo equilibrio manca di stabilità, portando l’opera ad essere una riproduzione cinematografica che non riesce a svincolarsi dall’opera originale e ad acquisire un’indipendenza artistica, prerogativa che non può mai mancare. La ricerca maniacale di fedeltà al romanzo conferisce al film una sceneggiatura non lineare, che fatica a portare avanti tutti i temi iniziati e che, da un momento all’altro, pone in primo piano altri concetti precedentemente assenti, o quasi.

Ad una sceneggiatura poco riuscita, però, si affianca una regia che riesce a coordinare ottimamente l’operato generale. Una straordinaria ricercatezza nei fotogrammi non fa altro che acuire la bellezza dei paesaggi che fanno da sfondo alla vicenda. Il formato cinematografico scelto, inoltre, sembra voler imprigionare in maniera più decisa queste immagini nelle menti degli spettatori. Le vette della Valle d’Aosta sembrano appartenere a un mondo superiore, quasi oltre il confine del cielo.

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Luca Marinelli e Alessandro Borghi ne Le otto montagne

Tra queste vette, nasce e cresce l’amicizia tra due persone talmente diverse da divenire complementari. I due sono interpretati da Luca Marinelli e Alessandro Borghi che, come anni fa nel film Non essere cattivo di Claudio Caligari, regalano entrambi una magistrale interpretazione che dimostra in modo chiaro la loro affinità.

Pietro (Luca Marinelli) sembra non avere un percorso chiaro davanti a sé fino a quando un evento inaspettato non sconvolge la sua vita. Da quel momento in poi, il legame con la montagna, e di conseguenza con Bruno (Alessandro Borghi), diventerà sempre più saldo. Il rapporto tra i due è lo spartito musicale necessario a raccontare le difficoltà dei rapporti interpersonali.

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Luca Marinelli e Alessandro Borghi ne Le otto montagne

Il rapporto tra Pietro e il padre, interpretato da Filippo Timi; il rapporto tra Bruno e la compagna Lara. Ognuno di questi legami non è, ovviamente, esente da difficoltà. Molta attenzione, in particolare, viene data al rapporto tra Pietro e il padre Giovanni. Un legame mai stretto fino in fondo, complici un padre sordo alle esigenze del figlio ed un figlio incapace di osservare il padre con occhi gentili. Giovanni è una persona che conduce due vite. La prima, in città, caratterizzata da nervosismo, irascibilità e divergenze con il figlio. La seconda, in montagna, fatta di serenità e spiritualità.

Il figlio, invece, non cambia a seconda del contesto in cui si trova ma, ovviamente, cresce attraverso i demoni che lo struggono. La risoluzione del rapporto con il proprio padre è il punto di partenza per la ricerca di consapevolezza di sé stesso. L’amore per la montagna mai sbocciato completamente prende forma concreta nel momento in cui è costretto a passarvici del tempo.

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Alessandro Borghi ne Le otto montagne

Bruno è, invece, legato alla montagna in maniera insolubile. La montagna e Pietro sono le uniche due entità a cui Bruno ha concesso la propria effettiva conoscenza. Il suo rapporto con Lara, infatti, non riesce mai ad acquisire quella sincerità che invece caratterizza il legame con Pietro. La differenza di vedute e l’incapacità di Bruno di legarsi ad un’altra persona porterà il rapporto a frantumarsi.

L’altalena di emozioni che porta avanti tutti questi rapporti è accompagnata da una colonna sonora, affidata a Daniel Norgren, che somiglia a un liberatorio grido lanciato dalla cima di una montagna. Una liberazione che può arrivare solo se la cima è stata raggiunta attraverso un tortuoso percorso. Come la destinazione di ognuno di noi che, arrivato ad un punto della propria vita, comprende la propria via. In questo processo, i rapporti umani sono necessari a destrutturare il conosciuto al fine di arrivare alla fine. Le otto montagne racconta di questo e di molto altro, forse troppo per essere impresso in qualche frase.  

Le otto montagne trailer

PANORAMICA

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Le otto montagne è una profonda rappresentazione del rapporto tra due persone che, pur essendo molto diverse, sono legati da un'amicizia sincera che prende forma solo in altitudini non tipiche della quotidianità.
Redazione
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