Non sempre un cast blasonato è sufficiente per realizzare un buon film. Accade che le pellicole, soprattutto quelle d’oltreoceano, puntino talvolta su nomi altisonanti per conquistare il favore del pubblico. Poi, inesorabilmente deludono le aspettative. Quando La donna perfetta uscì nelle sale nel 2004, ci si aspettava un enorme successo per via della parata di star hollywoodiane che vi recitava. L’accoglienza del pubblico invece fu tiepida e la critica storse il naso davanti alla commedia grottesca di Frank Oz. Eppure il film era ispirato a uno dei più celebri romanzi di Ira Levin: La fabbrica delle mogli. Levin è uno degli scrittori più amati a Hollywood poiché le sue opere letterarie ben si prestano ad essere trasportate sul grande schermo. Rosemary’s Baby, ad esempio, girato da Roman Polański, è considerato all’unanimità un capolavoro. La donna perfetta non ha avuto la stessa fortuna. Il film che nasce con l’intenzione di essere una black comedy velenosa e corrosiva sulle conseguenze dell’emancipazione femminile, è in realtà una commedia patinata, leziosa, non intrisa di quella satira sociale che il libro invece possiede.
La donna perfetta per la verità non parte male. I titoli di testa che ci introducono al film e ci conducono in un universo non lontano da quello dei favolosi fifties, sono davvero interessanti A suon di musica, donne procaci e ammiccanti, sfornano torte e sorrisi di plastica. Danzano felici tra una faccenda domestica e l’altra e pare che non ci sia niente di più eccitante per loro che essere delle perfette casalinghe. Il film è ambientato ai giorni nostri. La protagonista è Joanna (Nicole Kidman), donna di successo, nota conduttrice televisiva arrivista e senza scrupoli che d’improvviso viene licenziata dal network per il quale lavora, a causa di una scelta professionale sbagliata. Suo marito Walter (Matthew Broderick) per il bene della famiglia e per dar nuovo vigore al matrimonio decide di trasferirsi nella piccola cittadina di Stepford, nel Connecticut. Ad attenderli c’è Claire (Glenn Close) una delle donne più in vista del posto. Subito lascia intendere loro quanto siano stati fortunati a trasferirsi a Stepford perché la ridente cittadina è “ il paradiso della famiglia. Niente crimini, niente povertà e niente file”. A Stepford in effetti tutto sembra essere perfetto. Le case sono eleganti e immacolate, i giardini sono graziosi, i viali ben curati. Le donne tuttavia hanno un aspetto bizzarro. Sono pupe prosperose e avvenenti. Hanno un aspetto sempre fresco e impeccabile e pare che non abbiano altri interessi se non quello di essere le regine del focolare. Sono servili e si piegano senza esitazione ai voleri dei loro consorti. Joanna, moderna ed emancipata, fatica a stringere amicizia con loro. Si sente a suo agio solo con Bobbie (Bette Midler) scrittrice anticonformista e irriverente. Quando anche quest’ultima si trasforma d’improvviso in una Barbie bionda comincia ad avere qualche sospetto. Scoprirà che in quella bizzarra cittadina accadono cose davvero inquietanti e quelle donne che sembrano degli androidi, forse lo sono veramente.
Quando il libro di Ira Levin uscì, all’inizio degli anni Settanta, diede vita ad una serie di rifacimenti cinematografici. Tra tutti il più noto e il più fedele al romanzo è sicuramente La fabbrica delle mogli diretto da Bryan Forbes nel 1975. Si tratta di una trasposizione thriller-fantascientifica del libro. L’atmosfera inquietante e minacciosa che incombe di continuo è riconducibile al timore, al disagio del genere maschile che nei tumultuosi anni Settanta si ritrovò ad avere a che fare con un’improvvisa voglia d’indipendenza delle donne. La donna perfetta analizza i rapporti tra i due sessi ai nostri tempi e le cose sembrano peggiorate. Le donne sono ormai il sesso forte. Sono libere ed evolute, il vecchio ruolo di allegre massaie non le riguarda più e agli uomini non rimane che soccombere.il film intende smascherare il modello consumista e sessista della borghesia contemporanea, quella che guarda con una certa nostalgia ai tempi passati. Non riesce però nello scopo e il film ci appare obsoleto, anacronistico, poiché alcuni clichè sono pressoché superati.
La donna perfetta, presente sulla piattaforma Netflix, è una pellicola che non scava a fondo nella storia e che rimane sulla superficie. Una commedia nella quale la splendida cornice, la forma (e per forma s’intende sia la scenografia che l’eccellente fotografia) è più importante del contenuto. Ed è un vero peccato perché le prove attoriali di tutti i protagonisti sono davvero eccezionali. Nicole Kidman, che solo un paio d’anni prima ci aveva sedotti con la tragica Satin nel musical di Baz Luhrmann Moulin Rouge!, dimostra di essere molto brava anche nei ruoli brillanti. Bette Midler poi è perfetta nel ruolo della scrittrice insolente e fuori di testa. Frank Oz, l’autore di commedie davvero esilaranti come In & out e Funeral Party, stavolta non ci convince e l’unico merito che La donna perfetta sembra avere è quello di strapparci qualche timida risata.