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Kippur di Amos Gitai

Nel 2000 il regista israeliano Amos Gitai presenta Kippur al Festival di Cannes, basato sulla sua esperienza di guerra al fronte nel 1973. Proprio il 6 ottobre, durante il capodanno ebraico dello Yom Kippur, la vita del regista cambiò per sempre. Da studente di architettura, l’esperienza della guerra lampo contro la Sirià, lo avrebbe segnato in maniera indelebile. Amos Gitai sceglie di raccontare questa storia in maniera opposta rispetto a quanto avevano fatto qualche anno prima Steven Spielberg con Salvate il Soldato Ryan e Terrence Malick con La Sottile Linea Rossa

Kippur: il cast

Il cast di quest’autobiografico film bellico è composto da Liron Levo nel ruolo dell’alter ego di Gitai, ovvero il soldato Weinraub. Tomer Ruso interpreta il suo sodale e compagno di battaglia Ruso. Uri Ran Klauzer interpreta il dottore dell’unità; Yoram Hattab è il pilota Yoram; Ran Klauchinsky è Shlomo; Guy Amir è Gadassi; Juliano Mer Khamis è un ufficiale; Liat Glick Levo è Dina. Shai Gani è il dottore dell’esercito; Kobi Livne è Kobi; Noach Faran è il comandante della squadra di salvataggio.

Kippur

Kippur: trama e recensione

6 ottobre 1973, è il giorno dello Yom Kippur. Due giovani ufficiali di riserva, Weinraub e Ruso, si ritrovano per forza di cose al fronte nel culmine di quest’evento storico. Tentano in tutti i modi di entrare in contatto con l’unità a cui sono assegnati, ma senza successo.  

Tuttavia, incrociano casualmente la strada di un gruppo aviotrasportato incaricato del recupero di feriti e caduti direttamente dalla linea del fronte. La guerra lontano dai campi di battaglia è qualcosa di devastante: il rumore di fondo, i corpi delle vittime e il movimento caotico dei mezzi blindati. 

Il loro incedere sull’elicottero è scandito dalla fatica e dalla sofferenza del recupero dei feriti sul campo. I dolorosi incubi segnano le loro notti in maniera indelebile. Al quarto giorno di operazioni con l’elicottero, il mezzo viene colpito da un obice siriano. Tra i deceduti e i sopravvissuti, resta il ricordo eterno di un’esperienza devastante. 

Tomer Ruso Kippur

Il ricordo traumatico di Amos Gitai in Kippur

Amos Gitai ricorda quest’esperienza in maniera chiara e nitida, e con le musiche intime e vibranti di Jan Garbarek, la sua esperienza risulta quasi mistica agli occhi dello spettatore. Il rumore incessante delle sirene rompe la pace che attraverso un bellissimo arcobaleno di colori riempie lo schermo in una delle più belle e poetiche scene d’amore mai viste sullo schermo, quella tra Weinraub e la sua fidanzata Dina. 

Quest’intensità colorata apre e chiude il film, quasi a dimostrare che esiste la pace prima e dopo gli eventi dolorosi. Il nemico, quello fisico resta sullo sfondo, mentre sono le pale dell’elicottero e il cingolio dei carri armati a farla da padrone. 

Kippur doctor

Kippur è noto per il suo realismo crudo, e Gitai utilizza in maniera efficace la sua esperienza personale per creare un ambiente autentico. Il realismo con il quale i personaggi affrontano il caos e l’orrore della guerra, rende il film molto potente ed emozionante. 

Inoltre, la narrazione non lineare che il cineasta utilizza per raccontare la storia, utilizza scene di guerra alternate a flashback. Questo permette di aggiungere maggiore profondità alla trama con una migliore esplorazione interiore dei personaggi principali. 

Infatti Weinraub e Ruso, nelle loro fasi di soccorso, sono presentati come individui complessi con le loro paure, le loro fragilità e i loro momenti di coraggio. Ciò contribuisce a rendere il pubblico maggiormente coinvolto all’interno di questa storia autobiografica. 

Liron Levo

Curiosità

Il cognome completo di Gitai è Weinraub, che è quello del protagonista del film interpretato da Liron Levo, attore noto in Israele, scelto probabilmente per una certa rassomiglianza con il regista durante i suoi anni di gioventù. Oltre ad averlo sceneggiato, insieme a Maria Josè Sanselme, per girare Kippur, Amos Gitai è ricorso anche a capitali europei, grazie alla coproduzione di Francia e Italia.

Le riprese della pellicola furono effettuate sulle alture del Golan, nonostante Gitai avrebbe voluto farlo in Galilea, ma per ragioni di sicurezza non era possibile. L’attenzione verso le singole esperienze individuali è al centro dell’omaggio che Amos Gitai fa con i titoli di testa al cinema di Samuel Fuller.

Dopo quella terribile esperienza, il regista non è più tornato sul campo di battaglia, ma ha improntato quasi tutta la sua futura attività nel nome della pace. Il suo primo lavoro cinematografico risale infatti al 1980: il documentario House (Bayit). Esso è uno dei tanti esempi di analisi sul conflitto arabo israeliano.

Attraverso il significato che la devastazione della guerra porta in sè, Amos Gitai ha deciso recentemente di inaugurare al Museo d’Arte di Tel Aviv una mostra in occasione dei 50 anni della guerra del Kippur. La mostra si intitola Kippur, War Requiem, e rimarrà aperta al pubblico fino al 13 gennaio 2024.

Kippur cast

Conclusioni

Kippur è un film che fa dell’anti-eroismo la propria bandiera, anche perché non ci sono scene di gloria o momenti di trionfo. Al contrario, il film mostra le brutte conseguenze della guerra, comprese le sofferenze fisiche e psicologiche dei personaggi. Questa rappresentazione contrasta con molte altre opere cinematografiche che glorificano in maniera retorica la guerra. 

I pochi dialoghi sono oscurati dalle azioni dei personaggi che prevalgono nel trasmettere emozioni e significati. Quest’esperienza risulta polarizzante proprio per la sua natura silenziosa ed emotiva. La riflessione profonda è quella che Kippur fa della guerra e delle sue conseguenze. 

Tutto questo appare come un monito sull’eterno conflitto in Medio Oriente. Anche se il film si concentra sulla guerra in sé e sulle esperienze dei soldati, il sottotesto politico più ampio è alquanto evidente, nonostante il minimalismo della pellicola. Gitai è noto per esplorare le complesse dinamiche politiche della regione nei suoi film, e Kippur non fa eccezione. 

Clip del film

PANORAMICA

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

"Kippur" è il racconto autobiografico dei giorni vissuti al fronte da parte del regista israeliano Amos Gitai durante lo Yom Kippur. L'esperienza traumatica dell'evento segnerà la sua vita in maniera indelebile. Presentato in concorso al Festival di Cannes 2000.
Francesco Maggiore
Francesco Maggiore
Cinefilo, sognatore e al tempo stesso pragmatico, ironico e poliedrico verso la settima arte, ma non debordante. Insofferente, ma comunque attento e resistente alla serialità imperante, e avulso dai filtri dall'allineamento critico generale. Il cinema arthouse è la mia religione, ma non la mia prigione.

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