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Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey

Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey. Semmai vi foste trovati davanti ad un plotone di soldati nazisti, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, difficilmente avreste usato queste parole. Eppure, ai personaggi della pellicola diretta da Mike Newell, non viene in mente nient’altro per giustificare la rottura del coprifuoco. Il vero obiettivo è nascondere un prezioso maiale arrosto che quegli uomini in divisa sicuramente requisirebbero. E non senza conseguenze spiacevoli per coloro che hanno avuto il coraggio di tenerlo segreto.

Ma facciamo un passo indietro, anzi. Facciamolo in avanti.

La Guerra è terminata da poco. Juliet Ashton è una delle tante anime estive liberate dal peso dell’inverno. Come tutti, anche lei sta cercando di ripartire, in un mondo che di armi e bombardamenti non vuole saperne più. Juliet scrive, e scrive bene. Gira le librerie, sorride e promette di continuare a scrivere. Sembra avere davanti un radioso futuro, che comprende tra le altre cose anche un matrimonio con un militare facoltoso e altolocato.

Un giorno però le giunge una lettera da un’isoletta rurale addormentata sulla Manica. Guernsey. Dall’altra parte del foglio, c’è Dawsey, uno sconosciuto che possiede un libro di Juliet venduto anni prima. Ma non è tanto questo ad attirare la scrittrice. Per la prima volta, infatti, assistiamo alla menzione di quello stranissimo club letterario nato durante il conflitto. Un salottino fittizio, creato per mascherare quel maiale arrosto, che però poi si è trasformato, per i suoi componenti, in qualcosa che di fittizio non ha più nulla.

Juliet è uno spirito libero. È coraggiosa, intraprendente ed ostinata. Una storia del genere non può lasciarla indifferente. Infatti, contro i pareri di tutti quelli nelle sue vicinanze, fa le valigie e parte. Quello che troverà, sarà un mondo sospeso nel tempo, fatto di tegole, campi e lavoro. Ma i segreti albergano ovunque, ed anche il club del libro ne nasconde uno. Quello di Elizabeth, la fondatrice, scomparsa durante la Guerra e mai più nominata all’interno delle riunioni.

Juliet, che i segreti proprio non riesce ad accettarli, farà luce sulla vicenda, scongelando il ghiaccio del conflitto e sciogliendo le coscienze dei membri ancora rimasti. Comincerà presto un valzer che vedrà danzare presente e passato, mescolando i tempi e le vicende fino a chiarire ogni aspetto rimasto oscuro. In questo manca forse qualche accenno più approfondito riguardo la vita degli abitanti, i cui dialoghi e scambi di opinioni sembrano volutamente ignorati, qualche volta di troppo.

Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey punta tutto sull’immersione. La pellicola di Newell è un’isola, proprio come il luogo dov’è ambientata. Una volta sbarcati, ogni cosa sparisce. Verremo presto inondanti dai colori, da una pace bucolica e smerigliata che striderà fortemente con le scene ambientate durante la Guerra. I personaggi sembrano avvolti da una quiete ancestrale, in netto contrasto con la protagonista, sempre pronta ad agire per smuovere le acque.

La storia, lenta e ragionata, sarà impossibile da digerire senza il giusto grado di immedesimazione. Bisognerà mettersi comodi e vagare con gli occhi attraverso lo schermo, sempre pronto ad offrirci scampoli di meravigliosa umanità. Persino gli avvenimenti legati al conflitto saranno infatti lontani, come un velo di pioggia scura riflessa dall’orizzonte. Purtroppo, questa piccola trascuranza tende a sminuire un po’ il lavoro fatto per dividere le due vicende l’una dall’altra.

Ottimo lavoro, invece, quello svolto dai personaggi. Nessuna traccia, infatti, delle cupe e disincantate espressioni messe in mostra da Michiel Huisman in Hill House. Qui il suo personaggio, Dawsey, si distingue per i sorrisi candidi e ottimisti, anche quando risultano velati dalla stanchezza. Più che buona anche l’interpretazione della protagonista, Juliet. Il suo entusiasmo e la sua voglia di riportare alla luce i segreti di Guernsey, sapranno sostenere la pellicola anche nei momenti in cui la noia sembrerà dietro l’angolo.

La vera stella, però, sarà proprio l’isola stessa. Guernsey è magnifica, indifferentemente dall’inquadratura che la immortala. La bellezza del territorio, le linee sinuose del mare, l’anima contadina degli abitanti. Ogni elemento si fonderà con la telecamera fino a creare un equilibrio impossibile da spezzare. Piacevolissime le musiche, elemento che non poteva mancare in un ambiente che fondamentalmente sembra alimentarsi da solo.

Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey non è un film come gli altri. I fattori ansiogeni e coinvolgenti della Guerra sono ovattati, e privi di una vera vena di coinvolgimento. Sarà piuttosto il resto a fare da catalizzatore. La cornice romantica e tranquilla della vicenda, l’intrigante storia del club nato per sbaglio e diventato effettivo, e il rapporto tra Juliet e Dawsey, così lontani eppure così vicini.

Mike Newell, a differenza del lavoro fatto per lo spettacolare Harry Potter e il Calice di Fuoco, ha scelto la pace. Nonostante qualche pecca a livello ritmico, ed una durata che forse si concentra troppo su alcuni aspetti a discapito di altri, il risultato finale saprà intrattenere con efficacia. Il mondo di Guernsey è ricco di spunti, bellissimo da vedere ed affascinante da scoprire. Mettetevi comodi e gustatevi il paesaggio. Senza dimenticare che tutto quello che state osservando, è nato per nascondere un ricco e prezioso maiale arrosto.

Voto Autore: [usr 3,5]

Diego Scordino
Diego Scordino
Amante di tutto ciò che abbia una storia, leggo, guardo e ascolto cercando sempre qualcosa che mi ispiri. Adoro Lovecraft e Zafòn, ho passato notti insonni dietro Fringe e non riesco a smettere di guardare Matrix e Il Padrino. Non importa il genere, mi basta sentire i brividi.

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