La regista di Titane, Julia Ducournau, ha fatto un ritorno trionfale a Cannes lunedì sera con il suo nuovo lungometraggio, Alpha. Il thriller madre-figlia, incentrato su una misteriosa infezione virale, ha conquistato il pubblico della Croisette ricevendo un’ovazione di 11 minuti e mezzo al termine della sua première — una delle più calorose del festival finora.
Visibilmente commossa, Ducournau ha ringraziato il pubblico tra le lacrime, disegnando un cuore con le mani in segno di gratitudine.
Cannes 78: Alpha di Julia Ducournau
In Alpha tornano volti noti del festival come Golshifteh Farahani e Tahar Rahim, affiancati da Emma Mackey e Finnegan Oldfield, già amati dal pubblico per Sex Education. Al centro della storia c’è una tredicenne inquieta che vive con la madre single. Secondo la sinossi ufficiale di Cannes, “il loro mondo va in frantumi il giorno in cui la ragazza torna da scuola con un tatuaggio sul braccio”.
Il film sembra configurarsi come un’allegoria dell’AIDS, raccontando la diffusione di un virus trasmesso attraverso la condivisione di siringhe e fluidi corporei. Pur incorporando elementi di body horror — con la pelle degli infetti che si pietrifica fino a sembrare marmo — Alpha resta fondamentalmente un dramma surreale. Mentre la madre della protagonista teme che la figlia sia stata contagiata, i ricordi del fratello defunto, tossicodipendente morto a causa della malattia, alimentano la sua paranoia.
Julia Ducournau ha già lasciato un segno indelebile a Cannes con il suo precedente film, Titane. Presentato nel 2021, il dramma psicologico intriso di body horror è stato uno dei titoli più controversi dell’edizione e ha vinto la Palma d’Oro, assegnata dalla giuria presieduta da Spike Lee. Con quella vittoria, Ducournau è diventata la seconda donna nella storia del festival a ricevere il riconoscimento più prestigioso.
Alpha rappresenta il suo terzo lungometraggio, dopo l’esordio con Raw (2016), thriller adolescenziale a sfondo cannibalesco presentato alla Settimana della Critica.