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Arriva Aemilia 220, la docufiction che racconta la storia della ‘ndrangheta in Emilia Romagna

Questa sera su Rai 2 si trasmette per la prima volta Aemilia 220 – La Mafia sulle Rive del Po, la docufiction che racconta l’espansione della ‘ndrangheta in Emilia Romagna, regione che fino a pochi anni fa era considerata immune da infiltrazioni mafiose. Il numero “220” non è causale: il simbolo della portata sistemica di un’inchiesta che ha rotto il silenzio e rivelato quanto la mafia sia diventata moderna, mimetica e trasversale.

Aemilia 220 nasce dalla sceneggiatura di Paolo Bonacini, Giuseppe Ghinami e Claudio Canepari, che si sono occupati anche dell’aspetto registico, insieme a Guendalina Menichella come aiuto regista.

Alla direzione della fotografia troviamo Valerio Barbati e Alessandro Vezzani, mentre Federico Mascolini si è occupato del montaggio. Le musiche sono di Massimiliano Lazzaretti e Flavio Sabetta ha lavorato sull’aspetto fonico.

I produttori sono Alessandro Carbone, Marta Aceto, Daniele Basilio e Silvio Maselli; Annamaria Rocco è la direttrice della produzione e Carmine Daniele è produttore esecutivo.

Scopriamo insieme cosa vedremo in Aemilia 220.

Fabio Melchionna nel ruolo del boss Cutro Romolo Villirillo.

Aemilia 220 è la prima docufiction che tratta il tema della ‘ndrangheta in Emilia

Con Aemilia 220 vedremo per la prima volta la storia della ‘ndrangheta in Emilia Romagna.

Tra il 2000 e il 2010 una lunga scia di attentati, incendi dolosi e omicidi irrisolti attraversa l’Emilia-Romagna, senza che nessuno riesca davvero a spiegarsene il senso: a Brescello, il paese di Don Camillo e Peppone, c’è un omicidio eseguito da killer vestiti da carabinieri; a Reggio Emilia, invece, una bomba esplode in un bar del centro e un’altra devasta l’Agenzia delle Entrate di Sassuolo. Quella che sembra solo una serie di episodi isolati è in realtà la punta dell’iceberg di una nuova mafia: la ‘ndrangheta 2.0, un’organizzazione che ha abbandonato le armi per la strategia dell’infiltrazione.

Nel cast ci sono Fabio Melchionna nel ruolo del boss Cutro Romolo Villirillo, Savino Paparella interpreta Antonio Gualtieri, altro importante membro della ‘ndrangheta emiliana, Cosimo Ribezzi è il boss Nicola Grande Aracri; Jessica Giuliani interpreta Roberta Tattini, la consulente bancaria e finanziaria al soldo della mafia emiliana. Nella docufiction sono presente le voci narranti di Paolo Bonacini e Giovanni Tizian.

Claudio Canepari descrive così il suo lavoro: “Il nostro obiettivo on è solo informare, ma scuotere. Mostrare come l’infiltrazione mafiosa non sia un fenomeno confinato al Sud, ma un sistema ramificato, che ha saputo insinuarsi nella quotidianità delle città emiliane, mimetizzandosi tra aziende, appalti e relazioni sociali. Abbiamo lavorato per restituire la complessità di questa vicenda, senza semplificazioni, ma con la consapevolezza che la chiarezza è un atto politico”.

Arianna Dell'Orso
Arianna Dell'Orso
Vivo sul mondo reale unicamente con il corpo, ma la mia mente viaggia a Westeros, nella Londra dei Peaky Blinders e fa affari loschi con Walter White. Il cinema di Hitchcock è il mio spirito guida

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