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Army of the Dead: la recensione del nuovo film di Zack Snyder

Army of the Dead: il film di Zack Snyder con Dave Bautista e Eva Purnell disponibile in streaming su Netflix

Uno dei registi di cui si è più parlato nell’ultimo periodo è sicuramente Zack Snyder, il cui nuovo film, Army of the Dead, è uscito lo scorso 21 maggio su Netflix.

Col tempo il nome di Snyder ha finito per essere associato al DC Extended Universe, in particolare al controverso progetto legato al film sulla Justice League ed è proprio relativamente all’uscita su HBO Max di Justice League: Zack Snyder Cut che si è discusso a lungo riguardo al regista statunitense.

Come tutti i film di Snyder, anche per Army of the Dead c’era grande attesa: dopo L’alba dei morti viventi del 2004, Snyder torna a trattare la materia dello zombie e lo fa con un film che sulla carta ha tutte le caratteristiche per essere un film di puro intrattenimento.

Army of the Dead la recensione del nuovo film di Zack Snyder

Army of the Dead: trama e recensione

Quello che Snyder mette in scena con Army of the Dead è un film a metà tra il caper movie, l’horror e il film di guerra – tanto che in più di un’occasione viene citato Apocalypse Now.

Sorprendentemente tutti questi elementi arrivano ad amalgamarsi bene, seppure alcuni emergano più degli altri. In fin dei conti, l’elemento su cui più di tutti si concentra il film è sicuramente l’apocalisse zombie abbattutasi su Las Vegas, raccontata ampiamente dai titoli di testa, che ricordano quelli di Watchmen (2009) dello stesso Snyder.

La storia che si evolve è un pretesto per mostrarci l’orda folle di questi morti viventi, resi benissimo dal trucco e anche dalla regia di Snyder. La mano del regista gioca con gli sfuocati, un tratto stilistico ricorrente in tutto il film, che assume sempre una funzione diversa nella pellicola: ad esempio, la presentazione del re e della regina degli zombie avviene gradualmente, attraverso l’uso dello sfuocato, per montare l’attesa e l’effetto è indubbiamente riuscito.

I protagonisti di Army of the Dead sono tutti personaggi dimenticati dal mondo, di cui però sappiamo poco: l’azione vera e propria inizia senza che noi abbiamo ancora imparato a conoscerli e la maggior parte di loro resterà per noi estranea. Gli unici personaggi di cui scopriamo di più – e con cui ci immedesimiamo di più – sono Scott, interpretato da Dave Bautista e sua figlia Kate, interpretata da Ella Purnell.

Già dalle prime scene in cui compaiono capiamo che tra loro molte cose non vanno, è successo qualcosa nella loro storia che ancora non è stato risolto ed è qualcosa che sarà al centro dei loro dialoghi fino alla fine, fin quando la storia ci mostrerà se avverrà o meno una riconciliazione.

Army of the Dead la recensione del nuovo film di Zack Snyder

Il dramma che però lega queste due figure non sempre arriva ad integrarsi con il resto del film. In Army of the Dead convivono due anime, una più anarchica e improntata al puro divertimento cinematografico, l’altra più riflessiva, che cerca momenti di profondità, che in un film che parla di una rapina a un casinò nel mezzo di un’apocalisse zombie finiscono per stonare.

Non stonerebbero, forse, se la storia ci raccontasse meglio questi personaggi, prendendosi un momento all’inizio per raccontarci il loro background e cosa spinge veramente ognuno di loro a fare ciò che fa. Il problema di Army of the Dead è che all’inizio corre tantissimo – salvo per la scena del prologo, lunga il giusto, e che ci racconta come la peggiore catastrofe possa essere scatenata dalla cosa più banale – mentre nel corso del secondo atto finisce per allungarsi eccessivamente, appesantendo di tanto in tanto il ritmo della narrazione.

Sul finale il film si riprende, con quella che è la sequenza più avvincente di tutte, che vede la resa dei conti finale tra i protagonisti e l’orda di non-morti. Qui il dramma non stona più, è preparato con attenzione ed ha un senso narrativo importante.

L’epilogo ci conferma quella che, a ben vedere, era un’impressione generale su tutto il film: Zack Snyder ha progetti più ampi per Army of the Dead, tanto che l’ultimissima scena ci prepara ad un sequel. In effetti l’intero film sembra essere parte di un progetto più ampio, di una saga appunto, solo che l’impressione è che, anziché di un sequel, Army of the Dead avrebbe bisogno di un prequel che spiegasse qualcosa di più su questi personaggi.

Il film non sembra interessarsi particolarmente a loro, liquida le loro storie con pressapochismo, come se fosse unicamente interessato a buttare il prima possibile la narrazione nella confusione della battaglia all’ultimo sangue contro gli zombie.

La scrittura è quindi la componente più carente di Army of the Dead, mentre nella regia Zack Snyder, che abbandona (non del tutto) le inquadrature solenni dei film del DC Extended Universe, offre numerosi momenti interessanti.

Oltre al già citato e ispirato uso della ridotta profondità di campo, alcune inquadrature dall’alto ci mostrano la desolazione che questa apocalisse abbattutasi sull’universo del film ha creato.

Sono inquadrature vertiginose, che ricordano Peter Jackson e che ci fanno ben sperare sulle potenzialità che un eventuale franchise di Army of the Dead potrebbe avere.

PANORAMICA RECENSIONE

regia
soggetto e sceneggiatura
interpretazioni
emozioni

SOMMARIO

Army of the Dead, nel raccontare una rapina al centro di un'apocalisse zombie, inserisce alcuni momenti di grande serietà, che un maggior approfondimento sui personaggi avrebbe valorizzato di più.

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