HomeI Fantastici 55 titoli per un Halloween da brivido

5 titoli per un Halloween da brivido

Cinque titoli per vivere al meglio la notte più spaventosa dell’anno, tra scene disturbanti, magia nera e serial killer che dal primo all’ultimo momento lasciano con il fiato sospeso. Tra classici intramontabili e uscite più recenti, dal genere slasher al soprannaturale, queste pellicole incarnano l’atmosfera di Halloween per un inquietante viaggio nel cinema dell’orrore.

Halloween – La notte delle streghe (1978)

Partiamo forse dal più classico dei classici e lo si intuisce già dal nome. Halloween – La notte delle streghe, terzo lungometraggio di John Carpenter, è uno dei pilastri del genere slasher. Ambientato nella notte di Halloween, il film racconta la fuga di Michael Myers, un assassino psicopatico che torna nella sua città natale alla ricerca di nuove vittime. Girato in soli venti giorni, con un budget ridotto e una colonna sonora minimalista quanto ipnotica (composta dallo stesso Carpenter in soli tre giorni), Halloween ha dimostrato che il vero orrore non ha bisogno di grandi effetti speciali. Ma basta un uomo mascherato, privo di espressioni e spaventosamente silenzioso per rappresentare l’imprevedibilità della violenza.

Myers appare poco in scena, spesso è presente sullo sfondo ad osservare le proprie vittime, è infatti la rappresentazione di un male invisibile ma inarrestabile anche in un contesto tranquillo, come quello di una piccola cittadina americana. Non è solo la violenza in sé ma anche la sua atmosfera cupa e la tensione crescente con cui, dopo oltre quarant’anni, Halloween – La notte delle streghe continua a terrorizzare generazioni di spettatori.

Pubblicità
Halloween – La notte delle streghe (1978)

Nightmare – Dal profondo della notte (1984)

Per il secondo film menzioniamo un altro grande maestro dell’horror di tutti i tempi. E’ la volta di Wes Craven e il suo Nightmare – Dal profondo della notte. Uno di quei titoli capaci di creare una delle maschere più inquietanti di sempre e lasciare un segno indelebile nella cultura pop. E’ il terribile Freddy Krueger che attacca le sue vittime nei sogni, raccontando uno dei temi più emblematici del cinema horror: il confine sottile tra realtà e dimensione onirica.

Con la faccia piena di cicatrici e un guanto dalle lame affilate come arma del delitto, Krueger è un serial killer non canonico, per il suo spiccato sarcasmo e la sua iconica risata, sinistra e al tempo stesso maliziosa. Due tratti distintivi che si fondono a caratteristiche più comuni del tipico assassino, come la totale mancanza di empatia e una storia di vendetta. Infatti il protagonista è un ex custode d’asilo che venne assassinato da un gruppo di genitori e iniziò così a perseguitare i loro figli nel sonno. Un personaggio talmente caratterizzato da rimanere impresso nella mente e generare un serie di sequel, acquisendo uno status di culto. Nightmare – Dal profondo della notte segna inoltre il debutto cinematografico di Johnny Depp.

Nightmare - Dal profondo della notte (1984)

Non aprite quella porta (1974)

Per poi passare a un altro grande classico del cinema dell’orrore. Ambientato in Texas, tra distese di campi desolati, Non aprite quella porta segue la storia di un gruppo di ragazzi in viaggio che s’imbattono nell’abitazione di una famiglia di cannibali. Qui c’è Leatherface, un gigantesco uomo che indossa una maschera di pelle umana e porta sempre con sé la sua motosega. Ed è completamente sottomesso dalla sua famiglia e costretto a commettere atroci omicidi.

Questo film diretto da Tobe Hooper è vagamente ispirato a Ed Gein, un assassino americano degli anni ’50 noto per aver utilizzato le parti del corpo delle proprie vittime come accessori o arredi. Non aprite quella porta ci mostra una nuova dimensione della figura del serial killer: non spinto dalla vendetta o da un piano ben preciso, ma un uomo ridotto ai suoi istinti animaleschi. Leatherface rimane così una figura iconica che rappresenta la violenza più ceca, imprevedibile e priva di logica. Una condizione terrificante amplificata dall’estetica documentaristica che crea un’atmosfera ancora più claustrofobica. Nonostante la violenza non sia mai completamente esplicita, Non aprite quella porta è tra i film ad aver subito il maggior numero di divieti e censure nel mondo.

Non aprite quella porta (1974)

Suspiria (1977)

Dai titoli più celebri del genere slasher a un complesso intreccio di esoterismo e magia nera: è Suspiria del maestro del brivido Dario Argento. Uno dei grandi vanti dell’horror italiano, considerato da molti il precursore del sottogenere psicologico per la sua scenografia ipnotica e le sue atmosfere oniriche. Ambientato in una scuola di danza a Friburgo, il film segue la storia della Susie Bannion. Una giovane ballerina americana trasferitasi in Germania per studiare in una prestigiosa scuola di danza. Sin da subito la ragazza sospetta che la compagnia nasconda qualcosa di sinistro ma solo dopo aver assistito a numerosi eventi inquietanti inizia ad indagare. Così scopre che quelle che pensava fossero le sue insegnanti in realtà sono un gruppo di streghe manipolano le proprie allieve con i loro poteri.

Un male subdolo e primordiale che rende Susie sempre più vulnerabile e intrappolata in una gabbia di forze oscure e paranoie. La forza di Suspiria è l’alternarsi di momenti di sospensione ad altri di estrema brutalità. Per un ritmo narrativo capace di mantenere una tensione costante, amplificata dal sound elettronico della colonna sonora. E da una violenza stilizzata esteticamente raffinata, fatta di colori vividi e ambientazioni surreali, che creano un contrasto ancora più inquietante. Se Halloween è la notte delle streghe, Suspiria è il miglior modo per trascorrerla.

Pubblicità
Suspiria (1977)

The Witch (2015)

Al centro sempre la stregoneria, questa volta però in uno dei titoli più interessanti del cinema horror dei giorni nostri. Ambientato nel New Egland del 1630, The Witch, segue gli avvenimenti di una famiglia puritana che, dopo esser stata esiliata dalla sua cittadina, si trasferisce in una foresta isolata. Qui accadono i primi eventi agghiaccianti. E tutti iniziano a sospettare che la primogenita Thomasin, grande interpretazione di Anya Taylor-Joy, abbia stretto un patto con il diavolo. Le paranoie aumentano mentre l’influenza oscura sulla famiglia si fa sempre più inquietante. Un film acclamato tanto per la sua accuratezza storica quanto per aver trattato temi profondamente legati al XVII secolo. Come la superstizione e il fanatismo religioso che arricchiscono la narrazione e contribuiscono a una completa immersione in quel periodo storico.

La strega, affascinante simbolo di mistero e perdizione, è centrale nel film e si allinea perfettamente con l’immaginario associato alla notte di Halloween. Evocando la paure per il soprannaturale legate alle origine pagane di questa festa. Con i suoi simbolismi e la sua narrazione stratificata, The Witch ha influenzato l’horror psicologico e folk contemporaneo. Dove il male si nasconde dietro un sound design impeccabile, un’atmosfera asfissiante e un ritmo lento, quasi meditativo. Elementi singolari che insieme contribuiscono a rende l’esordio cinematografico di Robert Eggers non un classico film horror.

The Witch
Valeria Furlan
Valeria Furlan
Sognatrice per professione, narratrice nel tempo libero, vivo di cinema, scrittura e tè alla pesca. Completamente persa in Antonioni e nell'estetica della Nouvelle Vague, vorrei vivere in un film di Wong Kar Wai e non rifiuto mai un bel noir

ULTIMI ARTICOLI