Non è stato un asteroide a uccidere tutti i dinosauri. Sono stati i robot alieni. È questo il primo insegnamento che Michael Bay consegna al pubblico con il suo Transformers 4 – L’era dell’estinzione.
Il quarto capitolo della saga sui robottoni Hasbro è un concentrato di azione, inseguimenti e conflitti armati nel pieno stile cinematografico del suo regista. E tra un missile e un’esplosione (sono ben 563), c’è spazio anche per la narrazione.
Come detto, Transformers 4 prende avvio dall’era del Cretaceo, quando la Terra era ancora popolata da tirannosauri e velociraptor. La loro esistenza viene terminata dall’arrivo di navicelle spaziali guidate dai Transformer, forme di vita robotiche extraterrestri capaci di mutare aspetto. Provenienti dal lontano Cybertron, sono giunti con un ingente quantitativo di bombe capaci di trasformare in metallo qualunque essere vivente colpiscano.
La fantasia di Michael Bay non è nuova a stravolgimenti della storia. Già nel secondo capitolo, Transformers – La vendetta del Caduto, le piramidi egizie nascondevano macchinari alieni.
Tutto è interpretativo nel cinema d’azione americano, e anche le certezze più indissolubili possono essere sovvertite.
Ci sono misteri nell’universo che non siamo destinati a risolvere; ma chi siamo e perché siamo qui non sono tra quelli: queste risposte, ce le portiamo dentro.
Transformers 4 – L’era dell’estinzione è il primo film della saga a non ruotare attorno alla figura di Sam Witwiki (Shia LaBeouf), in quanto l’attore ha rifiutato di riprendere il ruolo dopo la conclusione della trilogia originale. Al suo posto, il protagonista è Cade Yeager (Mark Wahlberg), un inventore squattrinato e pieno di debiti, in cerca di soldi per poter mandare al college la figlia Tessa (Nicola Peltz).
Sono passati cinque anni dalla battaglia di Chicago che aveva chiuso gli eventi del terzo capitolo. Gli umani, ancora segnati dalle perdite, hanno cambiato opinione sui Transformer. Non più salvatori e custodi, ma offensivi e ricercati.
Optimus Prime (doppiato in italiano dal grande Alessandro Rossi), Bumblebee e gli altri si nascondono camuffati in vecchi garage e capannoni dismessi.
Ma la guerra incombe per una razza nata nel conflitto.
Sulla Terra, la KSI (Kinetic Solutions Incorporated) sfrutta il metallo dei Transformer caduti per fabbricarne di nuovi e più efficienti. Letali e imbattibili macchine da guerra. Ecco nascere Lockdown e Galvatron, erede del perfido Megatron, che daranno vita a una battaglia memorabile per le strade di Hong Kong.
Transformers 4 – L’era dell’estinzione è il capitolo più lungo del franchise (2 h e 45 min), con ben 70 minuti interamente dedicati alle scene d’azione. Un budget da 210 milioni di dollari ha consentito al regista Bay e allo sceneggiatore Ehren Kruger di dare vita a sequenze cariche di effetti speciali e di riunire in un solo film ben 55 case automobilistiche differenti.
Chevrolet Camaro, Lamborghini Aventador, Hummer H2. Sono solo alcuni dei prodotti di lusso visibili nel film. Una vera perla per gli amanti delle automobili.
La critica americana non ha accolto il film con squilli di tromba. Rotten Tomatoes segna solo il 18% di recensioni positive, ma a farla da padrone sono gli incassi. Con 1,1 miliardi di dollari al botteghino è il film della saga più produttivo, nonché unico a superare i 300 milioni fuori dagli Stati Uniti in un solo paese, la Cina.
Tanti effetti speciali, colonna sonora azzeccata (primo film che non vanta la collaborazione dei Linkin Park), dalla trama lineare e asciutta.
D’altronde, non è concepito per sconvolgere l’animo e turbare i cuori del pubblico.
Transformers 4 – L’era dell’estinzione è un buon film da vedere in un momento di svago, per divertirsi tra qualche battuta ironica e tanta adrenalina. Michael Bay è maestro.
Voto Autore: [usr 3,0]