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The Falling, la recensione

The Falling è un film inglese del 2014, prodotto da BBC Film, diretto dalla regista britannica Carol Morley, qui alle prese con il suo terzo lungometraggio.

Il primo in cui si avvale di un cast prestigioso, al servizio di una storia enigmatica che riecheggia, per certi versi, quella di Picnic a Hanging Rock di Peter Weir.

Il film, proprio come la pellicola del cineasta australiano, è ambientata in un collegio femminile e avvolge lo spettatore in una nube di mistero che, a differenza del film del 1975, si dissiperà, almeno in parte.

The Falling, la trama

Inghilterra, 1969. In un collegio femminile immerso nella campagna si diffonde una misteriosa epidemia che colpisce le studentesse, provocando spasmi e improvvisi svenimenti.

Al centro della vicenda si trovano due studentesse che sono anche migliori amiche: Lydia Lamont e Abbie Mortimer, entrambe sedicenni.

Dopo essersi giurate amicizia in eterno incidendo le proprie iniziali su una grande quercia, qualcosa finirà per separarle. E a determinare avvenimenti che faranno acquisire a Lydia profonde consapevolezze.

The Falling, una scena del film con Florence Pugh e Maisie Williams

La quercia, simbolo di un eterno legame

Quest’albero, che appare continuamente nel corso della storia dal suo inizio al suo compimento, è da considerarsi un vero e proprio personaggio del film: è la quercia sulla quale Lydia e Abbie incidono le proprie iniziali, è l’albero davanti al quale le studentesse andranno a consolarsi per una grande perdita, cementando la propria amicizia. Fino al punto che la quercia stessa finirà per diventare l’incarnazione vegetale di quel qualcuno che hanno perso.

Viene evocata anche nella promessa che le due amiche si scambiano vicendevolmente, quasi in forma di poesia: “Questa quercia disfatta dal tempo, vediamo qui sotto ogni anno lo stesso giorno. Per il resto delle nostre vite”.

Le vicende si susseguono, le persone se ne vanno, ma la maestosa quercia sul lago resta sempre lì. A testimonianza di ciò che è stato e di ciò che sarà.

The Falling, la quercia che fa da collante in tutto il film

Un trauma da rielaborare

Un tema essenziale di The Falling è quello della rielaborazione di un trauma rimosso, mai conosciuto davvero. Nella storia, il personaggio di Lydia, attraverso il dolore e alcune vicende che per lei risultano inspiegabili, raggiungerà una nuova consapevolezza e darà un senso ai propri legami familiari.

Sentirsi vivere da un senso di diversità al quale non si riesce a dare un nome, il sollievo nello scoprire, infine, la verità: sono sensazioni che ogni persona afflitta da un trauma senza nome finisce per provare, nel mondo reale.

Al cinema sono state raccontate magistralmente molte volte, in film come Dolores ClaiborneL’ultima eclissi di Taylor Hackford (1995), tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King. Qui riaffiorano in conseguenza alla ricerca della protagonista di dare un senso a ciò che sta accadendo al suo corpo, del quale ha ormai perso totalmente il controllo.

The Falling, Florence Pugh e Maisie Williams in una scena

The Falling, la scoperta della sessualità

In The Falling, le due ragazze protagoniste sono adolescenti di 16 anni alle prese con la scoperta dell’amore e del sesso. Se Lydia, per sua stessa ammissione, dice di non pensare ancora a queste cose, Abbie, invece, è sessualmente attiva e ricerca il proprio piacere. Finché la sua ricerca non ha conseguenze inaspettate.

Ai fini dell’evoluzione del personaggio di Lydia, la verginità riveste un ruolo importante e sancisce il delicato momento del passaggio da bambina a donna. Per lei, che ama platonicamente la sua amica Abby, la scoperta della sessualità di quest’ultima è vissuta come un tradimento. Come dice lei stessa nel film: “Ammettilo, penso che tra noi sia finita. Ora che non sei più vergine io non vado più bene”.

Finché anche Lydia, nel corso della sua trasformazione, non scoprirà il sesso e la “piccola morte”. A tratti, il personaggio di Lydia ricorda quello di Anaïs Pingot in A mia sorella! di Catherine Breillat (1999), in un continuo gioco di rispecchiamento tra giovani donne che stanno crescendo.

The Falling, Maisie Williams in una scena

The Falling, il cast

A risplendere, è il viso cesellato dell’ineffabile Florence Pugh nei panni di Abbie Mortimer, ragazza bellissima e popolare con una certa propensione per gli atti di ribellione. Un personaggio del quale si ha l’impressione che tutte siano, in una certa misura, innamorate.

Quando gira The Falling, Pugh non è ancora la stella e l’interprete mostruosamente brava che tutti conosciamo: per lei, il successo arriverà due anni dopo con il bellissimo Lady Macbeth (2016) e la consacrazione con Midsommar (2018). Ma il talento in purezza, già qui, si vede tutto.

A farle da contrappunto è Maisie Williams, un talento precocissimo che già da tre anni calcava le scene nei panni di Arya Stark nella serie fantasy Il trono di spade (2011-2019): già una veterana, seppure di un anno più piccola della sua co-protagonista.

Il chiarore abbagliante di Pugh, unito all’intensità scura e streghesca di Williams sono un abbinamento decisamente azzeccato, che funziona alla perfezione nelle dinamiche ai limiti del sentimentale che intercorrono tra i loro due personaggi.

Da segnalare anche la partecipazione di un’attrice del nostro cinema che da molti anni è assurta al titolo di star internazionale: alludiamo a Greta Scacchi, il cui volto segnato e dolente dà corpo in modo efficace al personaggio di Miss Edith Mantel, insegnante delle due ragazze.

Un personaggio del quale ci rammarichiamo di non sapere quasi nulla. Qualche indizio, tuttavia, lo abbiamo: siamo nel 1969, ma le acconciatura a torchons di Miss Mantel, tipiche degli anni Quaranta, ci suggeriscono che lei, forse, è prigioniera del proprio passato.

The Falling, Greta Scacchi in una scena

The Falling, deja vu dalle parti di Hanging Rock

Chiunque abbia visto e amato il capolavoro di Weir, non può che notare le numerose analogie presenti in The Falling. A partire dall’inizio del film e da una scena: quella in cui le ragazze del collegio, in compagnia della loro insegnante di storia dell’arte, sono intente a ritrarre, stese sull’erba, la grande quercia. Come non pensare a Miranda e alle sue compagne stese a riposarsi nel bosco a Hanging Rock?

Un altro riferimento è il tempo: l’orologio si ferma quando eventi cruciali hanno luogo nel corso della storia. Ma anche nel personaggio dell’insegnante di storia dell’arte Miss Pamela Charron, interpretata da Morfydd Clark, si possono cogliere riferimenti alla deliziosa Mademoiselle de Poitiers (Helen Morse), insegnante di francese nel film del regista australiano. Ombrellino compreso.

The Falling, la scena del disegno sull'erba. Come nel film Picnic a Hanging Rock.
Una scena del film Picnic a Hanging Rock, rievocata da The Falling

The Falling, le conclusioni

The Falling è un film in cui l’inspiegabile diventa spiegabile solo alla fine. In cui tutti i personaggi sono uniti e profondamente legati gli altri, come rami della maestosa quercia che fa da testimone silenziosa e protagonista delle vicende della trama.

E nel quale comprendere le proprie origini e il proprio trauma diventa essenziale per evolvere. Il cambiamento di una sola persona, come nel mondo reale, determina il cambiamento del mondo circostante.

Con una fotografia curatissima e un commento musicale asciutto ed estremamente suggestivo, la storia scorre e coinvolge, permettendosi anche pause e silenzi in cui distillare i suoi dolori, pur senza risultare mai lenta o noiosa. Doti rare, soprattutto per un film disponibile su Mubi.

PANORAMICA

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

The Falling è un film in cui l'inspiegabile diventa spiegabile solo alla fine. In cui tutti i personaggi sono uniti e profondamente legati gli altri, come rami della maestosa quercia che fa da testimone silenziosa e protagonista delle vicende della trama. E nel quale comprendere le proprie origini e il proprio trauma diventa essenziale per evolvere. Il cambiamento di una sola persona, come nel mondo reale, determina il cambiamento del mondo circostante. Con una fotografia curatissima e un commento musicale asciutto ed estremamente suggestivo, la storia scorre e coinvolge, permettendosi anche pause e silenzi in cui distillare i suoi dolori, pur senza risultare mai lenta o noiosa. Doti rare, soprattutto per un film disponibile su Mubi.
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