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Tengo sueños eléctricos: la recensione del film trionfatore al FESCAAAL e Locarno 75

Per la regia della costaricana Valentina Maurel, Tengo sueños eléctricos è un film drammatico del 2022. L’opera della Maurel ha riscosso un grande successo in questi mesi, aggiudicandosi prima ad Agosto la Miglior regia e la Miglior performance maschile e femminile al 75° Locarno Film Festival, terminando poi la sua corsa vincente al FESCAAAL 2023, dove ha trionfato vincendo la categoria di Miglior lungometraggio.

Proprio a quest’ultima manifestazione cinematografica vi è stata la prèmiere italiana di Tengo sueños eléctricos. Un grandissimo successo ai vari festival internazionali, un orgoglio per la piccola nazione del Costa Rica, raramente protagonista nelle varie manifestazioni internazionali. Un po’ di merito è giusto darlo però anche al continente europeo: Belgio e Francia hanno infatti preso parte alla produzione del film, ponendo anche loro posto una piccola firma su questo vittoriosa opera.

Ancora non è certa la distribuzione su tutto il territorio, ma visti gli ottimi risultati questa ipotesi sembra possibile.

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Tengo sueños eléctricos, trama

Eva (Daniela Marín Navarro) è una sedicenne che vive nell’America del Sud con sua madre, una sorellina più piccola ed un gatto dispettoso che sporca e corre per tutta la casa. Eva, dopo alcuni scontri con la madre, decide di andare a vivere con il padre Martin (Reinaldo Amien), un uomo pieno di problematiche ma sotto molti aspetti simile a lei. Padre e figlia vivranno però un rapporto tormentato, dove la rabbia e una troppo veloce maturazione metteranno a dura prova il loro legame.

Tengo sueños eléctricos
Eva e Martin

Una ragazze che si fa strada nel mondo adulto

Quella dell’adolescenza è una delle fasi più complesse della vita, la voglia di affacciarsi all’età adulta e all’indipendenza è tanta, ma il bagaglio di esperienze e di vissuto a disposizione redono diffcile questo salto. La sedicenne Eva si trova proprio ad affrontare questi ostacoli. La giovane nonostante viva in un contesto tutto sommato agiato, la madre ha infatti ereditato una grossa somma di denaro da una zia deceduta, vuole trovare la propria indipendenza. Eva decide così di andare a stare dal padre, un uomo abbastanza complesso, con degli scatti d’ira e di violenza incontrollati. Quì Eva conoscerà un amico del padre, con il quale sperimenterà anche le prime esperienze sessuali e sentimenti amorosi, senza riuscire però a capire l’impossibilità ad essere corrisposta.

Questi “errori”, se così possono essere chiamati, commessi da Eva sono delle piccole deviazioni all’interno di un percorso che la porterà all’esperienza e maturazione necessaria per diventare una donna. Nel finale lo sguardo della protagonista fa trasparire una maggior consapevolezza e maturità rispetto alle sequenze iniziali. Stessa cosa per Martin, che dopo i vari problemi affrontati appare maggiormente sereno, sia con se stesso che con i propri affetti. In fondo non c’è da stupirsi, la crescita personale non ha età ed è essa cresce lungo il percorso di vita.

Tengo sueños eléctricos
Un immagine tratta dal film

Regia e interpreti del film

Tengo sueños eléctricos, un successo di critica inaspettato. Un film che probabilmete lancierà la carriera della regista e degli interpreti che ne hanno preso parte. Partendo da Valentina Maurel, vincitrice del Pardo d’argento per la miglior regia a Locarno, la regista punta attentamente la propria telecamera sui volti e gli sguardi dei personaggi. Un opera di poche parole, con dei dialoghi scarni, che lasciano spazio all’espressività dei protagonisti, che attraverso cipigli, sorrisi e movenze corporee esprimono con forza le loro sensazioni.

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Sensazioni esternate in maniera ottima dagli attori principali e di contorno. Eva, Martin, ma anche la madre, la sorellina e l’amico del padre di Eva sono tutti in grande forma. La più sorprendente rimane comunque Daniela Marín Navarro, giovanissima ma altrettanto talentuosa, una futura stella del cinema Sudamericano. Altrettanto carismatico Reinaldo Amien, un uomo che come Linton Kwesi Johnson, il nome del gatto di famiglia che trae origine da un noto poeta giamaicano, ha un animo ribelle ma allo stesso tempo profondo e poetico. Padre e figlia uniti nel loro legame affettivo sbagliano, si perdonano e crescono insieme, in un percorso di vita abbastanza tortuoso e travagliato, ma più facile da affrontare in due invece che in solitario.

tengo sueños electricos
Un primo piano di Eva (Daniela Marín Navarro)

Considerazioni finali su Tengo sueños eléctricos

Tengo sueños eléctricos è una visione assolutamente consigliata, un lungometraggio che scorre molto velocemente, che non si perde in “chiacchere inutili” e che va dritto a punti sui quali viole porre la propria attenzione: L’adolescenza e l’approccio alla sessualità, la difficoltà dei rapporti genitoriali e le delusioni che purtroppo la vita può presentare. Questo trova forma grazie ad una regia semplice ma efficace, che lascia libertà interpretativa a degli attori di poca esperienza ma con sulle spalle un ricco bagaglio di talento. Tengo sueños eléctricos è consigliato a tutti coloro che vogliono sperimentare il cinema dell’America del Sud, una zona che negli ultimi anni sta partorendo talenti cinematografici di grande spessore.

Valentina Maurel alla 75° edizione del Festival del Cinema di Locarno

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Tengo sueños electricos è un film che analizza la crescita e le difficoltà dei rapporti familiari in maniera semplice ma altrettanto efficace.
Davide Secchi T.
Davide Secchi T.
Cresciuto a pane e cinema, il mio amore per la settima arte è negli anni diventato sempre più grande e oltre a donarmi grandissime emozioni mi ha accompagnato nella mia maturazione personale. Orson Welles, Ingmar Bergman, Akira Kurosawa e Federico Fellini sono gli autori che mi hanno avvicinato a questo mondo meraviglioso.

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