Ogni eroe che si rispetti ha bisogno di un villain degno di essere tale. Un nemico, un avversario che si impone per il suo carisma, ideali, volontà di potenza, e che in qualche modo, oscuri anche la luce del protagonista. Anche se – come accade spesso – sarà sempre il protagonista a prevalere. E’ la figura che stanno cercando Sony e Marvel per Spider-Man 4, un villain dalla giusta faccia, un attore perfetto per calarsi nel ruolo dell’antagonista di Peter Parker.
Senza un buon antagonista non si costruisce un buon film, come la storia insegna, ogni film di supereroi che si rispetti necessità di un villain affascinante e credibile. Fanno scuola gli esempi di Bane ne Il cavaliere oscuro – il ritorno (2008) e la figura del Joker – per rimanere in casa DC. Ma è soprattutto nei film non supereroi che la storia del cinema ha costruito i personaggi più interessanti: da John Doe di Seven (1995), Jack Torrence di Shining (1980), Roy Batty di Blade Runner (1982) e poi l’oscuro Frank Booth creato dal maestro David Lynch in Velluto Blu (1986). Gli esempi di villain riusciti sono tantissimi.
Chi sarà il villain di Spider-Man 4?
Stando alle ultime indiscrezioni Marvel Studios e Sony Pictures starebbero cercando attori per interpretare un cattivo mai visto prima in live-action. Secondo l’insider Daniel Richtman, le case di produzione avrebbero già offerto la parte ad un grande attore. Anche se il nome resta ancora sconosciuto.
Di riflesso, la MJ di Zendaya risulterebbe così ridimensionata nel suo ruolo, per lasciare più spazio ad un villain che sarà il motore trainante della narrazione. Zendaya ha già confermato che girerà l’adattamento di Dune: Messiah di Denis Villeneuve prima di Spider-Man 4, speculando sul fatto che quest’ultimo potrebbe subire delle variazioni per quanto riguarda l’uscita prevista per il 24 luglio del 2026.
Inoltre, pare che la sceneggiatura di Spider-Man 4 abbia subito diverse revisioni, forse a causa di opinioni contrastanti tra Holland e il capo dei Marvel Studios Kevin Feige. Arrivando alla conclusione di concepire una storia prevalentemente “di strada” con alcuni elementi universali all’interno in cui tutti si possono immedesimare.