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Passeggeri della notte, la recensione

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Dopo il successo di Quel giorno d’estate, nel 2022 il regista francese Mikhaël Hers porta sul grande schermo Passeggeri della notte (Les Passagers de la nuit), un ritratto familiare intimo e delicato, ambientato nella Parigi degli anni ’80 con protagonista la grande Charlotte Gainsbourg.

Presentato in anteprima alla Berlinale, la pellicola viene accolta con un certo entusiasmo da parte di pubblico e critica, tanto da meritarsi al Valladolid International Film Festival il premio per la miglior sceneggiatura firmata dallo stesso regista insieme a Maud Ameline e Mariette Désert. Nel cast di Passeggeri della notte, oltre alla già citata Gainsbourg, figurano anche Quito Rayon-Richter, Noèe Abita, Megan Northam e l’affascinante Emmanuelle Bèart. Il film è disponibile su RaiPlay.

Passeggeri della notte – La trama

Parigi, anni ‘80. Élisabeth vive nel quartiere residenziale di Beaugrenelle, nel XV arrondissement, insieme ai figli adolescenti, Judith e Matthias, che ama incondizionatamente. Lasciata dal marito, con cui ha condiviso un’intera esistenza, la donna deve fare i conti con il senso di solitudine, il dolore per la separazione e con un’idea sbagliata di sé. Costretta dalle circostanze a cercarsi un lavoro, riesce a farsi assumere come centralinista in un programma radiofonico notturno “I passeggeri della notte” di cui è sempre stata un’assidua ascoltatrice. Una sera, mentre per le strade di Parigi si festeggia per la storica vittoria di Mitterrand alle elezioni presidenziali, arriva in studio Talulah, una ragazza così giovane e già tanto consumata dalla vita, che Élisabeth proverà ad aiutare. Intanto, gli anni passano e la storia di questa piccola famiglia si arricchisce di nuove dinamiche in cui l’amore e l’affetto reciproco sembrano essere due costanti imprescindibili. 

Passeggeri della notte

La poeticità della vita quotidiana

Hers ci mostra il ritratto di una famiglia francese attraverso un racconto poetico che riesce a cogliere il meraviglioso nell’ordinarietà della vita. La macchina da presa si sofferma sui piccoli gesti colti nella loro intimità, sulle azioni quotidiane e abituali per rivelarci la vera essenza delle cose e ciò che spesso risulta a noi invisibile. Così, vediamo Élisabeth trattenere un sorriso compiaciuto per essere riuscita ad ottenere il posto di centralinista o nascondere i suoi occhi malinconici che di tanto in tanto si rivolgono al passato; e ancora, restare sospesa alla finestra mentre osserva una Parigi ancora dormiente o emozionarsi nel vedere i suoi figli crescere. Quello di Hers è uno sguardo spesso silenzioso, non invadente, che prova a catturare la bellezza nelle frasi non dette, in un pensiero solo accennato e dove molto viene lasciato all’immaginazione e offerto all’intuizione dello spettatore. È il cinema che si fa poesia.

Passeggeri della notte

Passeggeri della notte, un intimo ritratto familiare

Così, impariamo a conoscere Élisabeth, ne apprezziamo la sensibilità, il suo amore verso il prossimo e per i suoi figli, ci identifichiamo nelle sue fragilità e insicurezze. La osserviamo ora disperarsi per il senso di inutilità che la pervade quando si ritrova senza marito e nessuna esperienza lavorativa, ora gioire per essere riuscita a trovare dopo vari tentativi una sua dimensione professionale. Piccole imprese quotidiane che diventano tappe fondamentali di un percorso di crescita fatto di vittorie e di sconfitte e nel quale giocano un ruolo fondamentale Judith e Matthias. La prima, forte e coraggiosa sembra già possedere la risolutezza degli adulti, il secondo più vulnerabile e insicuro dimostra una profondità d’animo inusuale per la sua età. E poi c’è Talulah, sempre alla ricerca di risposte e di un rifugio ai suoi tormenti, che a poco a poco riesce a conquistare l’affetto di Élisabeth e dei suoi figli.

Passeggeri della notte

Una Parigi notturna immersa negli anni Ottanta

In Passeggeri della notte Hers ci riporta agli anni ’80, facendoci rivivere suoni e sensazioni di quell’epoca attraverso un approccio sensoriale che si avvale della delicata fotografia di Sèbastien Buchmann e delle penetranti melodie di Anton Sanko, a cui si aggiunge un prezioso materiale d’archivio che ha la funzione di dare alla pellicola un aspetto più realistico e autentico. Nel tessuto narrativo si inseriscono inoltre immagini di repertorio, come quella che ritrae Jacques Rivette sulla metro estrapolata dal documentario di Claire Denis o quella in cui appare l’attrice Pascal Ogier che interpreta Le Pont du Nord, con cui il regista esprime un riconoscente omaggio alla Nouvelle Vague. Il risultato è un ritratto d’epoca della città di Parigi che, con i suoi imponenti complessi residenziali e le strade solitarie di un quartiere notturno, diventa lo scenario perfetto e immutabile che scandisce lo sviluppo degli eventi e le vite dei personaggi.

Passeggeri della notte

In conclusione

Passeggeri della notte è un film seducente il cui fascino risiede principalmente nella delicatezza della narrazione e nella poeticità delle immagini che assumono la tonalità dei ricordi dell’infanzia del regista. Sullo sfondo di una Parigi nostalgica emerge un intimo quadro familiare che pone l’accento su temi importanti quali la relazione madre-figli e il trascorrere del tempo. La sensibilità con cui Hers racconta il microcosmo dei rapporti umani trapela in ogni sequenza e trova riscontro nell’interpretazione genuina di Charlotte Gainsbourg e di Emmanuelle Bèart, che sanno dare autenticità e naturalezza ai loro personaggi. Passeggeri della notte si rivela un racconto tenero ed intenso in grado di toccare corde emotive profonde e di accarezzare i nostri sensi con dolcezza.

PANORAMICA

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Passeggeri della notte racconta con grande sensibilità la vita ordinaria di una famiglia francese mettendo in risalto gli affetti e i legami attraverso una regia che si dimostra in grado di cogliere la poesia anche nei piccoli gesti.
Alessia Pennino
Alessia Pennino
Il cinema ha sempre rappresentato per me il rifugio perfetto dalle vicissitudini quotidiane, un porto sicuro dalla realtà, ma anche la dimensione ideale in cui sogni e desideri prendono forma. Ho sempre coltivato un interesse profondo per quest'espressione artistica, immaginandomi un giorno di scrivere recensioni per poter esprimere il mio punto di vista.

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