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Olympo – Recensione della serie sportiva spagnola di Netflix

Olympo è il nuovo teen drama spagnolo prodotto da Zeta Studios, i cui episodi sono disponibili sulla piattaforma di Netflix dal 20 giugno. La serie è diretta da Marçal Forès, Daniel Barone, Ibai Abad e Ana Vázquez.

A tirare le fila degli eventi, nel ruolo della protagonista c’è Clara Galle. Ad affiancarla: Marìa Romanillos, Agustìn Della Corte, Nuno Gallego e Yanira Osahia.

Olympo
Amaia e Núria

Olympo – La Trama

Nel Centro de Alto Rendimiento (CAR) Pireneos si allenano i migliori atleti spagnoli in previsione delle più importanti competizioni nazionali e internazionali, fra cui le Olimpiadi. I ragazzi e le ragazze, appartenenti alle diverse discipline, si allenano costantemente e duramente ogni giorno, sottoponendosi a forte stress e grandi sforzi, sia fisici che psicologici. Questo perché una volta all’anno fa visita al CAR l’associazione Olympo, che assegna l’ambita sponsorizzazione legata al brand fitness a soli tre atleti.

In vista del loro arrivo Amaia (Clara Galle), la capitana della squadra di nuoto sincronizzato e Núria (Marìa Romanillos), la sua migliore amica si allenano nel duo. Accade però che Amaia si accorge che l’amica è migliorata di tanto e troppo velocemente, superandola. Inizia quindi a sospettare che la ragazza faccia uso di doping, e che questo episodio non riguardi solamente lei, ma che sia una questione diffusa nel CAR.

Olympo
Zoe e Amaia

La recensione

La serie Olympo è composta da otto episodi di all’incirca 50 minuti l’uno. Purtroppo, bisogna dire che questi 50 minuti si sarebbero potuti sfruttare decisamente in un altro modo. L’dea che sta alla base non sarebbe neanche male, il problema è che non è stata veramente sviluppata. Tutto rimane molto in superficie, sia il plot narrativo che la storia dei personaggi principali. Non si arriva mai a scavare fino in fondo, e questo porta spesso a chiedersi qual è, allora, la reale funzione di alcune figure.

Per le prime tre puntate vige costantemente in allerta il timore che Olympo sia una riproposizione, solo ambientata al di fuori della scuola, della già conosciuta Élite che, ahimè, ha incontrato essa stessa il decadimento dalla quinta stagione. Zeta Studios è in effetti la casa di produzione di Élite e alcuni attori della serie sono presenti anche in Olympo, come Nuno Gallego e Andy Duato. Caratterizzati da un eccessivo utilizzo di rallenty, i primi tre episodi spingono molto su una palese esibizione di corpi perfetti (dato ovviamente anche dal contesto sportivo elitario nel quale si ambientano le vicende). Senza parlare delle molteplici sequenze di scene di sesso coordinate ad hoc.

Il che è un peccato. Perché, se usato con parsimonia, il rallenty poteva creare nel pubblico l’effetto “wow” probabilmente ricercato dagli autori, nel sottolineare dei dettagli, soprattutto corporei. Ma, adoperato in questa maniera, provoca una sensazione di ripetizione e compromette il ritmo della narrazione.

Olympo
Nuno Gallego, Juan Perales e Martí Cordero

Olympo – Un fil rouge interessante ma sfruttato male

La domanda cardine della serie è: Fin dove sei disposto a spingerti per raggiungere i tuoi obiettivi? Gli atleti e le atlete del CAR Pireneos ne sono ben consapevoli. Per questo arrivano ad accettare di assumere sostanze delle quali non sanno assolutamente nulla, pur di migliorare le proprie prestazioni sportive. Pur di essere sponsorizzati dalla Olympo.

In alcuni di loro subentra però, poi, il dilemma: etica e morale o gloria e successo? E così, la serie tenta di analizzare quello che è l’argomento del doping fra i giovani e le giovani sportive, lo stress che questi devono sopportare ogni giorno, senza il supporto di chi, invece dovrebbe proteggerli. Sono infatti i genitori in primis a spronare i figli e le figlie a dare il massimo e ad arrivare sempre primi. E questo anche nel momento in cui primeggiare significa attentare non solo alla propria salute, ma anche a quella dei compagni e delle compagne.

Gli amori vengono messi in secondo piano. Quella che viene presentata come sorella e migliore amica finisce per essere la peggior rivale, colei che deve essere eliminata dl gioco. Come avviene per Amaia, assoggettata alla madre tiranna, ex campionessa. Pur di farsi apprezzare dalla donna e di rientrare nel duo olimpico, facendosi notare dagli sponsor, fa cadere dalle scale Fátima (Najwa Khliwa) che ha preso il suo posto come capitana della squadra di nuovo artistico. O Roque (Agustìn Della Corte), che decide di non rispettare i tempi di coming out del suo amante e compagno di squadra di rugby Sebas (Juan Perales), mettendo se stesso e la propria immagine al primo posto.

Quindi sarebbe anche interessante il trattare di un argomento come il doping a un pubblico di giovani, attraverso una teen drama, se non fosse che, come detto, tutto rimane in superficie. E allora la vera domanda da porsi probabilmente è: fin dove è disposta a spingersi la piattaforma di Netflix, pur di trovare sempre più velocemente un prodotto che venda? Cosa è meglio sacrificare: l’immagine o il contenuto?

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Olympo è un teen drama che avrebbe potuto dare una svolta all'eredità lasciata da Élite, ma che purtroppo rimane sulla soglia, con una trama a tratti scontata.
Chiara Romagnoli
Chiara Romagnoli
Attrice diplomata, laureata in cinema e arti performative. Credo nei film, nel teatro e in tutto ciò che permette all'essere umano di esprimersi nei modi più diversi, attraverso i mondi più distanti.

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