Nicolas Winding Refn non é un regista comodo: il suo sguardo cinematografico fortemente connotato é audace. I suoi lungometraggi vivono in costante equilibrio tra realismo magico e onirismo dove la violenza assurge il ruolo di assoluta protagonista. Regista dalla precoce vocazione, ha fatto del gusto della provocazione una vera e propria cifra stilistica.
Interrogato a Cannes sul suo ardito The Neon Demon Refn risponderà affermando: “Quando mi chiedono un’opinione su qualcosa che divide il pubblico penso, non l’avete ancora capito? Con l’avvento di internet sono spariti i guardiani. C’è solo il contenuto. Per sopravvivere non importa più cosa fai, ma cosa rappresenti. Io sono il glamour. La volgarità. Lo scandalo. Il gossip. Sono il futuro. Sono la controcultura. Sono la realtà commerciale. Sono la singolarità artistica“.
Dagli arbori con Pusher fino alla recente sperimentazione seriale con Too Old To Die Young (2019), abbiamo selezionato per voi alcuni dei film più rappresentativi della carriera del regista danese.
La trilogia di PUSHER (1996 – 2005 ):
Prima del successo di Drive, Refn si era conquistato il blasone di autore di culto con la trilogia di Pusher. In un percorso decennale, il regista danese segue le storie dei suoi tre protagonisti alle prese con il narcotraffico.
Nonostante si trattasse di un esordio, Pusher si configurava già come un opera matura che racchiudeva le tematiche e le peculiarità che hanno reso il regista iconico. Violento e tenero (un dualismo spesso ricercato da Refn), il film é scevro da sentimentalismi ma pregno di umanità. Seguendo l’evoluzione registica dell’autore nel corso dei tre film, Pusher e i suoi successori (Pusher II – Mani sporche di sangue e Pusher III– L’angelo della morte) ci offrono un ritratto autentico e crudo di una generazione di vinti. Indimenticabile la prova attoriale di Mads Mikkelsen.
FEAR X (2003):
Figlio rinnegato, creatura immatura, portatrice di damnatio memoriare, é il film che condusse il regista sull’orlo del fallimento e lo introdusse a Hollywood. Primo film in lingua inglese, la storia é quella di John Turturro che viene chiamato a prestare il volto ad un guardiano del centro commerciale. Ossessionato dalla tragica scomparsa della moglie – freddata senza apparente ragione nel parcheggio del supermercato ove lavora – Harry (Turturro) é alla ricerca della verità.
Trama ambiziosa e complessa, netti echeggi al cinema delirante di Lynch, una fotografia imeccepibile ed un finale enigmatico che potrebbe interdire il pubblico generalista. Fear X tesse una trama dai forti connotati crime (come spesso avviene nel cinema di Refn) seppur tinta di esistenzialismo e angoscia.
THE NEON DEMON (2016):
The Neon Demon é sicuramente il film più rutilante e complesso all’interno della filmografia di Nicolas Winding Refn. Oniricamente lynchiano, asfissiante e occhieggiante a certo cinema body horror, il film segue la storia di Jesse (Elle Fanning). Timida ed insicura all’inizio e predatrice consapevole poi, la sua ascesa nel mondo della moda la consegnerà alla perdizione.
The Neon Demon é ipnotico, affascinante nella sua maniacale mise en scène, vorace nel modo in cui divora e spolpa i suoi personaggi di plastica che – oltre la patina glamour e satinata – non celano alcuna essenza. In questo pastiche citazionista individuiamo Cronenberg per il trattamento riservato ai corpi, De Palma e Argento per temi ed estetica. Cinico e crudele, il film é respingente quanto terrificante. Donne zombificate figlie del patriarcato, di una cultura che le porta a consumarsi fino allo stremo. The Neon Demon é un Suspiria ambientato nel mondo della moda secondo la perversione del regista danese.
DRIVE (2011):
Vincitore della Palma D’Oro a Cannes, Drive é il film che consacra Refn come autore e Ryan Gosling come interprete. Il film é un neo-noir ambientato in una Los Angeles dipinta come inquieta e leziosa, glamour, un non luogo dove Gosling conduce una duplice esistenza: stuntman di giorno e criminale di notte.
Nonostante una costruzione piuttosto classica della narrazione, ciò che rende questo film un cult é la sua forza inespressa ma di cui il costante riflesso é percepibile lungo l’intera durata. Un thriller che si avvale dell’ineccepibile cura alle immagini di cui Refn é maestro, in cui i dettagli acquistano sconfinato valore e raccontano eloquentemente. L’anti-eroe di Gosling é magnetico e sembra sintetizzare perfettamente l’essenza del lungometraggio: silenzioso ed introverso, esplode sul finale in una violenza cieca di cui non lo credevamo capace.
Quello offerto da Drive é un viaggio dove la storia è secondaria poiché a dominare sono le sensazioni e una colonna sonora in bilico tra ambient e synth – pop che animano le lunghe inquadrature del film. Tenerezza e violenza, dialoghi essenziali lo hanno reso un classico.
SOLO DIO PERDONA (2013):
Con Solo Dio Perdona Refn raggiunge il massimo apogeo della ricerca simbolista di cui il suo cinema si é fatto a lungo portatore rendendo questo film intimamente arcano. Avvalendosi del suo nuovo attore feticcio (Gosling), l’esoscheletro di Solo Dio Perdona é quello del revenge movie. Julian, proprietario silenzioso di una palestra a Bangkok, viene chiamato dalla madre a rivendicare l’onore del fratello ucciso a seguito di un atroce stupro da lui commesso.
Estremamente archetipico ed ermetico, in Solo Dio Perdona ogni forma di eroismo viene soppressa ogni forma di virtù, eroismo o giustizia. Gli spazi sono claustrofobici, la luce al neon rende tutto rarefatto e impalpabile quasi ci trovassimo perduti nei meandri della mente oscura e corrotta dei nostri protagonisti. Disturbante e senza compromessi, il film esplora il complesso edipico ed incestuoso che intercorre tra madre e figlio in opera che richiama il cinema di Jodorowsky. Ineluttabili poi sono gli echi a Pusher II e Drive. Silenzioso e lapidario, il film é una seduta psicoanalitica freudiana dal quale riemergere frastornati.
Fischiato a Cannes, é una delle opere più affascinanti di Nicolas Winding Refn.