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Michael Cera e quel rifiuto per paura della fama

Si potrebbero riempire pagine e pagine di attori che hanno rifiutato un ruolo e per vari motivi, quello di Michael Cera è molto particolare. L’interprete, reduce da La trama fenicia di Wes Anderson ha spiegato in un podcast di aver rifiutato una parte in un franchise molto importante. Si tratta della saga di Animali Fantastici, generata dal mondo di Harry Potter, con al centro le avventure di Newt Scamander (Eddie Redmayne). La saga, che pure ha conosciuto importanti vicissitudini, si presentava fin da subito come molto importante e ambiziosa. Il motivo per cui Cera ha deciso di dire di no è quello di evitare l’eccesso di fama. Proseguendo, l’attore ha spiegato che vuole in qualche modo controllare la sua esposizione. Un controllo che, secondo lui, sarebbe pressoché impossibile dopo aver preso parte a un film così celebre soprattutto tra i ragazzi.

Michael Cera: un rapporto particolare con la fama

Nell’intervista Cera ha parlato in generale del suo rapporto con la fama, un rapporto non sempre facile, fin dai suoi esordi. Ha, infatti, confessato di aver pensato di lasciare la recitazione già nel 2007, dopo aver girato Juno e Superbad. I due film, in effetti, lanciarono la carriera cinematografica dell’attore. Per lui è stato comunque complesso gestire il fatto di essere riconosciuto per strada. Un’esperienza che, stando alle sue parole, ti fa sentire un estraneo anche a te stesso.

C’è stato un altro rifiuto importante nella carriera di Michael Cera: la conduzione del Saturday Night Live. Si tratta dello show comico più importante negli Stati Uniti e condurlo rappresenta una sorta di consacrazione della propria fama. Il tipo di consacrazione che l’attore sta cercando di evitare. Va certo ricordato che di recente l’attore ha comunque avuto un ruolo, seppur secondario, in un blockbuster cinematografico: Barbie. Tornando al rifiuto ad Animali Fantastici si è detto comunque sereno e non pentito del rifiuto. Certo, probabilmente lo stato attuale della saga, sostanzialmente in sospeso, potrebbe aver reso il rifiuto più semplice, col senno di poi.

Stefano Minisgallo
Stefano Minisgallo
Si vive solo due volte come in 007. Si fanno i 400 colpi come Truffaut, Fino all’ultimo respiro come Godard. Il cinema va preso sul serio, ma non troppo. Ci sono troppi film da vedere e poco tempo, allora guardiamo quelli belli. Il cinema è una bella spiaggia, come nei film di Agnes Varda.

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