HomeRecensioni FilmIl piacere è tutto mio: commedia sulla sex-positivity con protagonista Emma Thompson

Il piacere è tutto mio: commedia sulla sex-positivity con protagonista Emma Thompson

Il piacere è tutto mio – Trama

Nancy Stockes (Emma Tomphson), che poi non si chiama Nancy Stockes, sta aspettando in una bella camera d’albergo un suo amico Leo Grande (Daryl McCormack), che poi non si chiama Leo Grande; lui è un gioiellino di escort di forse trent’anni, lei ne ha almeno il doppio e lo ha ingaggiato per delle “sedute”: questa è la premessa de Il piacere è tutto mio.

In questi incontri scopriremo che lei è un’insegnante di religione in pensione: dopo la morte del marito ed una vita tutta casa, chiesa e figli ha deciso di provare una serie di pratiche sessuali mai conosciute, nè concessele, in particolare desidera sperimentare l’orgasmo. Invece Leo Grande, giovane che per la propria famiglia o è morto o lavora su una piattaforma petrolifera, vive felicemente del suo mestiere e la accontenterà.

Due anime e due corpi opposti, uniti dallo stesso obiettivo dare e ricevere piacere all’interno di una fantasia in vendita. Fantasia che trasforma un incontro sessuale in incontro personale, difficile da immaginare nel quotidiano, al di fuori delle regole e al netto dei pregiudizi: riusciranno a capirsi e a soddisfarsi due pedine che nella pubblica opinione creano all’interno della situazione data scandalo e vergogna?

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Il piacere è tutto mio – Recensione

In tempi di rivalutazione della donna sacrosanta o integralista che sia, in tempi di crisi del machismo, di patriarcato sotto accusa, di fluidità di genere, di rivolta contro il bodyshaming, arriva sul grande schermo Il piacere è tutto mio, commedia sulla sex-positivity, come viene definita da molti, firmata da Sophie Hyde.

Il film affronta e dà aria ad un quasi tabù, ossia il piacere sessuale femminile, dove per femminile intendiamo appartenente a, e scaturente da, una donna di una certa età.

Le gioie femminili del talamo, specie se in età pensionabile, sono da sempre argomento misterioso, scomodo, imbarazzante, passato in cavalleria dietro le imprese eroiche del maschio, Casanova a qualunque età, per una disparità di genere che anche nell’intimità si fa sentire silenziosamente e dolorosamente.

Il piacere è tutto mio collega il mancato godimento della protagonista che ha dedicato una vita alla famiglia (al marito che prendeva il suo e non si è mai preoccupato di donare alla compagna), alla mancata effettiva libertà della donna, figura domestica, sottomessa destinata ad accontentarsi, votata alla pudicizia e al decoro, al non domandare oltre, financo all’ ignorare determinate pratiche che procurano godimento e reale conoscenza reciproca.

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Il piacere è tutto mio

Perciò alla protagonista manca sana disinvoltura, manca confidenza con il suo corpo, così come manca elasticità nei rapporti. Al contrario vive in modo schematico, colpevolizzante, denso di rimpianti e di limiti la sua figura di donna che non si sente piacente e stenta ad accettarsi, di madre che non sopporta i figli, uno noioso fino alla morte l’altra stancante fino all’esaurimento, di persona troppo rigida e poco in ascolto di sè e del resto del mondo.

Leo Grande è l’angelo del beneficio, la comprensione istintiva che non giudica, una specie di “Gesù del sesso” che compie per lavoro, per vocazione e perché è la cosa in cui crede di più, degli atti di misericordia fisica. Quanto questo possa rivelarsi un’epifania e la grande Emma Thompson a dimostrarcelo, mettendo letteralmente a nudo un corpo bellissimo ed imperfetto, sfidando la vergogna di coetanee e non coetanee, capovolgendo il finto coraggio da bar e da social, portandolo ad un livello concreto, interiorizzandolo e rendendolo finanche troppo saggio.

Il piacere è tutto mio

Gli incontri con il suo escort , sono spaccati di extrarealtà, sogni sensoriali, quasi sedute analitiche in cui il background dei personaggi immancabilmente esplode, come ogni storia americana sa fare, ma lo sviluppo del loro rapporto potrebbe accadere a prescindere dalle vicende personali, tanto sono emblematiche le loro posizioni, in partenza da postazioni antipodiche e per questo ancor più bisognose le une delle altre.

In una unità di spazio, stessa camera di albergo ordinatissima e pulitissima, dai colori freddi e discreti, paradiso pronto all’uso, spersonale e confortante nel suo comodo anonimato, Nancy e Leo dialogano vestiti e semisvestiti, svelandosi mano a mano, confessando i propri talloni di Achille e dando risposta alle domande che tutti si porrebbero vedendoli: per lui, come sei arrivato a fare questo e come funziona, per lei lo stesso, ma con il paradosso che lei ha più anni alle spalle di quelli che ha di fronte e la consapevolezza di stare parlando di un argomento che significa e rimanda alla vitalità da ogni punto lo si veda.

Il piacere è tutto mio

Sesso è divertimento, indipendenza, conoscenza, follia, creazione, comunicazione, arbitrio, immaginazione, che operano ad un livello profondo, animale, infantile, istintivo, ludico e di pensiero, tutti campi in cui una donna, specie se di una certa età, ha lottato per esprimersi, per avere un ruolo da giocare, anche soli per esserci.

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Naturale perciò la curiosità ed il coraggio che Il piacere è tutto mio porta con sè: autonomia sessuale equivale a sapere chi sei, e ad essere disponibile a capire chi sia l’altro. Non a caso Nancy diventerà una sostenitrice di Leo e lo sponsorizzerà, perché i suoi servizi possano illuminare altre donne come lei, anche più giovani.

Un percorso di consapevolezza importante, significativo, che poggia su salde premesse, e si dipana in una scelta di dramma da camera molto calibrato e ben architettato, nei movimenti, nelle inquadrature, senza mai un accento sopra le righe, mai una sporcatura di genere, un ammiccamento alla situazione.

Questo rende il risultato armonico, raffinato, come spesso accade con ogni cosa che ruoti attorno alla Thompson; assistiamo ad una materia che potrebbe sdrucciolare ma non lo fa, a tratti diventa asettica, a volte si annacqua in alcuni passaggi dialogici di cui accusiamo la costruzione coartata, troppo manualistica, ma la tenitura complessiva regge per la potenza ingombrante della situazione in premessa.

Si danno nomi alle cose, agli atti alle posizioni, si rivangano delusioni familiari, vite sprecate, madri assenti, lacune di affetto e occasioni perse o non capite, che trovano spesso la più completa ed indecifrabile consolazione proprio quando sono espresse da e a perfetti sconosciuti. Che poi sono sconosciuti in tutto tranne che nella fisicità.

Il piacere è tutto mio – Cast

Inno alle donne, inno alla loro legittima libertà di godere, dunque inno alla vita, ed inno alla bravura di un’attrice spaventosamente lucida e salda, capace di mostrarsi nella prima grande fragilità di moltissime donne, non più giovani, specie se attrici, ossia il corpo segnato dal tempo e dalla femminilità affaticata degli anni, eppure in grado di arrossire come una quindicenne, e di emanare una luce dal viso e dagli occhi spettacolare.

La Thompson, candidata come miglior attrice ai Golden Globe e ai Bafta 2023 (per questi ultimi anche in compagnia del suo collega di scena), tiene un ritmo verbale notevole e spigliato che ci lascia digerire meglio certe divagazioni di modo o alcuni momenti affettati che potevano essere evitati.

Resta onesta nella padronanza tecnica, mai troppo distante, saggia e bambina al contempo, cambiando energia proprio nella parte finale, in cui tutto è più chiaro, e il gioco ha servito il suo scopo, per cui si può concedere ad esso una fine spensieratamente audace, di convinta e scatenata complicità.

Il piacere è tutto mio 5

McCormack dal canto suo (candidato anche al Premio Bafta per la miglior stella emergente 2023) è il bello e tenero per eccellenza, parzialmente al servizio della star Thompson come in parte richiedeva il copione, raffinato e delicato adone consapevole di sè, mai volgare, dai colori meticci, non prettamente caucasici, come impongono le odierne tendenze del politically correct, catalizza l’apertura all’ascolto grazie ai suoi occhi liquidi e magnetici ed una presenza un po’ celestiale, un po’ no.

Il suo Leo Grande è un figlio mancato ed un figlio senza madre, che gioca al toyboy in modo convincente, con rispetto calcolato, pacatezza sicura e studiata gentilezza.

Il piacere è tutto mio non è un prodotto perfetto, ma possiede un background intelligente ed un cast dalle ottime capacità. Dalla scelta di certe sottolineature si scopre la vena femminile che dirige le riprese, una sensibilità più marcata rispetto al comune quotidiano, la quale anche per onestà con la propria natura deve necessariamente mandare dei messaggi. Forse non ce n’era bisogno, poichè l’argomento è potente e non banale: rispetto ad esso certamente siamo all’inizio della sua discussione.  

Trailer

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Lei si fa chiamare Nancy, è un'insegnante di religione in pensione, vedova, che vuol provare un orgasmo; lui si fa chiamare Leo Grande, è un escort dalla bellezza micidiale e viene ingaggiato con successo per lo scopo. Commedia dialogica, a tratti dilagante, in unità di spazio, dalla premessa controversa che pone al centro il diritto della donna, anche se non più giovane, di provare piacere sessuale. L'esplorazione dell'intimità come conoscenza di sè e dell'altro, come affermazione di identità personale e di piena libertà. Alta e coraggiosa la prova della protagonista Thompson.
Pyndaro
Pyndaro
Cosa so fare: osservare, immaginare, collegare, girare l’angolo  Cosa non so fare: smettere di scrivere  Cosa mangio: interpunzioni e tutta l’arte in genere  Cosa amo: i quadri che non cerchiano, e viceversa.  Cosa penso: il cinema gioca con le immagini; io con le parole. Dovevamo incontrarci prima o poi.

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