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Familia di Francesco Costabile, un film necessario

Familia, è un termine che deriva dal latino “Familia”, e indicava inizialmente  il complesso dei servi e degli schiavi che appartenevano al capo della casa (pater familias), e si pensava che il termine derivasse da “famulus”, che significa “servo, schiavo”. Successivamente, il significato di “familia” si ampliò includendo anche i figli e la moglie del pater familias, ovvero tutti coloro che vivevano sotto la sua autorità. 

Ed è proprio l’autorità di un pater familias violento, geloso, brutale, che impedisce ad una famiglia di vivere serenamente, di abbandonare finalmente quell’incubo che gli tormenta da anni. È la storia di Luigi (Francesco Gheghi), e di suo fratello Fulvio (Enrico Borello), costretti a sopportare le violenze e i soprusi del padre Franco (Francesco Di Leva) nei confronti della moglie Licia (Barbara Ronchi). Il film parte con un lungo corridoio buio con in fondo una porta chiusa a vetro dove si sentono urla, lamenti, e gli occhi sono quelli innocenti e impauriti di due bambini che non dimenticheranno mai quelle immagini. Drammi che si conficcano nella memoria e non se ne vanno più.

Familia di Francesco Costabile, presentata in concorso Orizzonti a Venezia 81, è un dramma oscuro, un film lucido che analizza con precisione una storia complicata e tragica. Per farlo c’è bisogno di tanta sensibilità e delicatezza nello stesso momento, ma anche una regia solida e matura per reggere tutto il peso di quelle immagini.

Familia – La trama

Familia

Tratto dal libro Non sarà sempre così di Luigi Celeste (Piemme), Familia è scritto dal regista Costabile con Vittorio Moroni e Adriano Chiarelli, con un cast tecnico di grandi professionisti: la fotografia di Giuseppe Maio, il montaggio di Cristiano Travaglioli, la scenografia di Luca Servino, le musiche di Valerio Vigliar.

Costabile, alla sua seconda regia dopo Femmina, mette in scena nuovamente la violenza, quella figlia della realtà più sincera e cruda. In Femmina, c’era la mano violenta della “ndrina, qui, invece, quella di un padre padrone. Gigi e Fulvio sono due ragazzi di periferia, hanno una vita modesta e semplice, con una madre, Licia, che cerca in tutti i modi di non fargli mancare niente. Ne tantomeno fargli sentire il peso che porta addosso. Franco, dopo essere stato in galera, si ripresenta nella vita di Gigi, cercando inizialmente di nascondere il suo lato aggressivo, facendo anche leva sulle sofferenze e le fragilità del figlio.

Mentre Fulvio è più riflessivo e consapevole della natura brutale del padre, Gigi cede alle sue bugie, cercando un riavvicinamento, con la speranza di avere un po’ di serenità per la madre. Gigi, dopo l’allontanamento in una casa-famiglia, si è avvicinato al mondo fascista, in un gruppo di estrema destra alla ricerca di un’identità perduta. In loro, troverà un’ideale, un’appartenenza, un mondo scandito da regole precise e di obbedienza servile ad un unico capo, e anche un posto dove sfogare tutta la sua rabbia.

Quando Franco si sistema di nuovo in casa loro, reitera i soliti comportamenti ossessivi e possessivi, facendo sprofondare ancora una volta la famiglia in una spirale di angosce e sofferenze.

Familia – La recensione

Familia

Francesco Costabile porta sullo schermo un film necessario, gettando luci sulle ombre di una famiglia vittima di violenze e continui soprusi. Lo fa con la giusta attenzione nei confronti di tutti i personaggi, sia le vittime che il carnefice, mettendo in scena un thriller sì psicologico, ma soprattutto una storia dalla forte valenza sociale.

Vedere Familia oggi, alla luce dei troppi fatti di cronaca agghiaccianti che popolano le pagine di cronaca, significa guardare in faccia il mostro. Osservarlo nei suoi gesti quotidiani, nei continui giochi di potere, nel predominio dei spazi di libertà altrui. In questo caso, nei confronti di Licia, che a mano a mano riprende in casa Franco, si vede privare della sua autonomia, a cominciare dal posto di lavoro e dei suoi abiti, considerati troppo per la visione patriarcale del marito.

Ma la violenza che mostra Costabile è solo in ultima istanza rivelata nei suoi gesti più eclatanti, essa si annida dapprima negli sguardi d’odio a cena, nei silenzi che nascondo rabbia, nelle minacce continue. Anche Gigi, che nasconde un’anima ferita e lacerata, cade nella tentazione di sfogare i suoi drammi nella violenza. Una nemesi di se stesso derivante dal dolore subito, e incapace di affrontarlo in faccia.

Familia – Conclusioni

Familia

C’è spazio anche per l’amore nella vita di Gigi, seppur rinnegato quasi, allontanato perché non meritevole della giusta attenzione. Il cuore di Gigi è frantumato, incapace di accogliere l’amore di Giulia (Tecla Insolia), sebbene si rende conto che forse è l’unica salvezza per restare in vita.

La madre è una donna che difende i suoi figli a tutti i costi, sopportando le violenze di suo marito imponendo a sé stessa un’esistenza di paura costante. Per lei, mantenere unita la famiglia è una vera e propria condanna all’infelicità. Anche Gigi si rende conto che per la madre non è facile denunciare, soprattutto nel nostro paese, quando anche per la vittima diventa difficile dimostrare i soprusi subiti.

Tutto il cast è in stato di grazia, ogni attore mette in scena il suo personaggio con estrema credibilità e bravura. Barbara Ronchi riesce a concentrare nei suoi sguardi e nelle sue pause tutta la gravità della sua condizione; Di Leva si conferma un attore formidabile in grado di dare peso ad un personaggio brutale e crudele. Il resto degli attori, Geghi, Insolia e Borello sono perfetti nella parte, rappresentanti di una nuova generazione di attori di grandi prospettive.

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni
Redazione
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