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Einstein e la bomba, la recensione

Einstein e la bomba di Anthony Philipson è il nuovo docudrama targato Netflix sulla figura di Albert Einstein, scienziato tra i più importanti mai esistiti. La personalità del celebre fisico, le sue paure e contraddizioni, fanno da padrone in un ritratto dettagliato e senza tanti fronzoli.

Einstein e la bomba, la trama

Einstein e la bomba è un docufilm che ha l’intento di sviscerare ogni aspetto della vita di Albert Einstein, ne ritrae la personalità senza omettere le contraddizioni di uno scienziato definitosi “pacifista” ma coinvolto, anche se non attivamente, nello sviluppo della terribile bomba atomica.

Con una serie di fotogrammi e filmati storici, il regista Anthony Philipson cerca, in un primo momento, di far comprendere al pubblico le motivazioni alla base della fuga di Einstein dalla Germania nazista, e poi narra di cosa spinse l’autore della teoria della relatività a inviare la famosa lettera Einstein–Szilárd a Roosevelt (il 2 agosto del 1939). Il fisico nato a Ulma, nel momento in cui Hitler si insediò al potere, comprese infatti che non poteva far altro che cambiare nazione, e trovò riparo proprio nella contea di Norfolk.

Einstein e la bomba

Tutto ciò avvenne sullo sfondo di una Germania dominata da un uomo che limitava, giorno dopo giorno, la libertà d’espressione attraverso la violenza e il terrore. Un’opera ambiziosa quella di Philipson, a cui ha preso parte un ottimo interprete come Aidan McArdle, che veste i panni di Einstein con dignità, inscenando in maniera convincente il dolore e il rimpianto di uno scienziato che ha segnato un’epoca col semplice uso dell’intelletto.

Il cast del film

Accanto a McArdle, degne di nota anche le interpretazioni di Helena Westerman e Rachel Barry, rispettivamente nei panni di Barbara Goodhall e Margery Howard, due donne molto importanti per lo scienziato in quanto amiche e protettrici della sua persona. Importanti anche Simon Markey, nelle vesti del celebre ritrattista Jacob Epstein, Leo Ashizawa, interprete del reporter Katsu Hara, ed Andrew Havill (Locker-Lampson).

Einstein e la bomba, la recensione

Il documentario di Anthony Philipson invita lo spettatore a conoscere gli aspetti più segreti e controversi della vita di Albert Einstein, un genio indiscusso però devastato da una divisione interna, tra le sue tendenze pacifiste e l’attivismo che l’ha portato a segnare un’epoca in maniera indelebile.

La pace, un valore non negoziabile per Einstein

Einstein si definisce, anche nel documentario, come un “pacifista militante”. La pace, per lui, rappresenta un obiettivo da raggiungere anche scendendo in campo e lottando senza sosta. Il docufilm evidenzia tale convinzione dello scienziato con forza, servendosi di immagini e testimonianze dei protagonisti delle vicende narrate, a cavallo tra le due guerre mondiali.

Einstein e la bomba

Il merito del documentario è quello di dare occasione al pubblico di vestire il ruolo di critico, che può valutare le gesta e le scelte del geniale scienziato. Einstein in prima istanza parla di un suo unico grande errore: l’invio di una lettera che invitò gli Stati Uniti a concentrarsi sul nucleare, ottenendo come risultato finale la temibile bomba atomica.

Attraverso il volto dell’attore protagonista Aidan McArdle, è possibile vedere nitidamente il dolore provato da Einstein per il modo in cui le sue teorie hanno influenzato l’industria bellica.

Il confronto con il reporter giapponese

Albert, per sua stessa ammissione, ha sempre avuto un rapporto problematico con le figure autoritarie e, nel momento in cui Hitler sale al potere, vede dissolversi la possibilità d’esercizio del libero pensiero in Germania. Ciò lo porterà ad allontanarsi dalla patria, non senza sofferenza e rimpianti.

L’epilogo poi rappresenta, probabilmente, il momento più importante del docudrama: il confronto con il reporter Katsu Hara è, per Einstein, l’equivalente di un faccia a faccia con le proprie colpe. Hara è un uomo che si fa portavoce del massacro di una popolazione, ed è implacabile nel rivolgersi allo scienziato con tono di accusa.

Anni dopo lo sgancio dell’atomica su Hiroshima e Nagasaki, il giornalista giapponese chiese al fisico cosa ne pensasse riguardo una bomba atomica come mezzo per massacrare esseri umani. La risposta di Einstein, pubblicata sulla rivista Kaizo per cui Hara lavorava, è stata la seguente:

Non vedevo alcuna via d’uscita, anche se sono sempre stato un pacifista convinto.

Einstein e la bomba, il confronto con Oppenheimer di Nolan

Così come fu per Oppenheimer, di cui il ritratto è stato illustrato con grande maestria da Christopher Nolan nel suo film candidato a numerosi Oscar, anche Einstein ha dovuto fare i conti con se stesso. Due menti spinte, apparentemente, dal raggiungimento di un importante risultato: la fine di un orribile conflitto. Entrambi però sono segnati per sempre da una domanda a cui, probabilmente, non hanno trovato risposta definitiva:

Qual è il prezzo giusto per la fine di una guerra?

Come annunciato da Einstein nella pellicola di Nolan, la reazione a catena generata dalle ricerche sul nucleare che Oppenheimer e i suoi colleghi stavano conducendo poteva sortire effetti devastanti. Allora perché Einstein ha inviato quella fatidica lettera al presidente degli Stati Uniti? Perché Oppenheimer ha continuato i propri studi, anche se aveva già subodorato la portata distruttiva di un’arma atomica?

In conclusione

Einstein e la bomba è un docufilm d’impatto, che illustra dettagliatamente le gioie e i dolori di uno degli scienziati più importanti della storia. La regia di Anthony Philipson è un lavoro privo di troppe pretese, di cui si apprezza la capacità di scelta nell’utilizzo di immagini e filmati storici.

Philipson tenta di umanizzare la figura dell’ideatore della teoria della relatività, spostando l’attenzione sulle sue debolezze e i suoi fallimenti piuttosto che sulle grandi imprese da lui compiute. Le interpretazioni portano a casa il risultato, senza infamia e senza lode.

Il trailer del film

PANORAMICA

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Einstein e la bomba è un docudrama d'impatto, che mette in scena una serie di immagini e filmati al fine di mostrare al pubblico quelle che sono state le debolezze e i fallimenti di uno scienziato che, seppur geniale, non nasconde la propria umanità. Un plauso al regista per la scelta del materiale storico utilizzato, mentre gli attori coinvolti non fanno più del minimo indispensabile, pur comunque restituendo un prodotto nel complesso sufficiente.
Danilo Abate
Danilo Abate
In bilico continuo fra il thriller d’autore e una pellicola di fantascienza, cerco sempre nuovi modi per riflettere, trovare prospettive inedite e sorprendermi. Parlare di cinema è parlare di opere fatte di emozioni umane, cose concrete, che vengono rese nel modo più imprevedibile e astratto. Il mio obiettivo è scandagliare ogni angolo di girato per dare voce a ciò che è nascosto tra un ciack e l’altro.

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