La triste saga tra Blake Lively e Justin Baldoni continua e non sembra avere intenzione di fermarsi. Ad intervenire stavolta è l’ex addetta stampa di Baldoni, Stephanie Jones, che sta rispondendo alle affermazioni secondo cui avrebbe fatto trapelare informazioni riservate come parte di un tentativo per diffamare Blake Lively.
Gli avvocati di Jones hanno affermato infatti che l’attore ha prodotto il materiale sensibile non come un atto volontario di sotterfugio, ma in risposta a un mandato di comparizione. Un articolo del New York Times sul groviglio dietro le quinte del film avrebbe poi scatenato una frenesia mediatica attingendo ad alcune di quelle informazioni, che includevano messaggi di testo di figure principali.
Blake Lively: Jones è dalla sua parte
Lo scorso dicembre Jones ha citato in giudizio Baldoni, Wayfarer e le pubblicitarie Nathan e Abel sostenendo di aver violato i loro contratti con Jonesworks come parte dei loro sforzi per danneggiare Lively. Abel e Wayfarer hanno poi controdenunciato il mese scorso accusando Jones di aver fatto trapelare e di aver consegnato quel messaggio non solo nei documenti legali, ma anche nei commenti alla stampa. Freedman, l’avvocato che rappresenta Baldoni, Wayfarer, Abel e Nathan si è anche scontrato con il marito di Blake Lively, Ryan Reynolds, complicando ancor di più la faccenda.
Il team legale di Jones ha preso di mira anche quello che descrivono come il posizionamento opportunistico di Freedman. In più il deposito di Jones arriva lo stesso giorno in cui il team di Lively ha presentato la sua risposta a sostegno della sua mozione per respingere la denuncia modificata di Baldoni. Come andrà a finire? Ancora non si sa, quel che si sa, come vi spieghiamo qui, è che ne verrà tratto un documentario da questa vicenda legale, uno dei tanti che attestano quanto il mondo dello spettacolo sia pieno di brutture, in tutti i sensi.