Alone together è il secondo film da regista dell’attrice Katie Holmes, dopo l’esordio dietro alla macchina da presa avvenuto nel 2016 con All we had scritto da Josh Boon. Questo nuovo tentativo in sede di regia, realizzato nel corso di questo 2022, ha esordito al Tribeca Film Festival lo scorso luglio. Per l’occasione, oltre che regista, Holmes è anche produttrice, sceneggiatrice e interprete protagonista. Sulla scena è affiancata da Jim Sturgess, Derek Luke, Zosia Mamet e Melissa Leo. Il film è un dramma romantico della durata approssimativa di 90 minuti.
La trama del film
June (Katie Holmes) è una newyorkese targata Upper West Side: scrive di cibo e ristoranti sulle riviste, partecipa a sofisticati eventi mondani, ma al contempo non trascura la sfera familiare e le sue giornate beneficiano della presenza del suo compagno John (Derek Luke) e del suo amorevole nonno affetto da alzheimer, che l’ha cresciuta quando la componente genitoriale si è rivelata lacunosa. All’aggravarsi della situazione pandemica, tuttavia, la metropoli va incontro ad un blocco totalizzante: negozi e ristoranti sono chiusi, i mezzi di trasporto vengono soppressi e la città si trasforma in un’irriconoscibile versione fantasmatica di se stessa. John e June, nel tentativo di allontanarsi dall’opprimente contesto d’emergenza e di ritagliare per loro stessi una rilassante parentesi di intimità, prenotano un grazioso appartamento Airbnb in aperta campagna, immerso nella quiete rurale.
Al momento del soggiorno, June affronta le più svariate difficoltà per recarsi in loco solo al fine di scoprire, una volta arrivata, che John non riuscirà a raggiungerla. L’uomo infatti, in visita dai genitori, ha notato la loro preoccupazione a fronte dello stato di emergenza e ha scelto di restare al loro fianco. Ma questa non è certo la sorpresa più eclatante che attende June al momento del suo arrivo, perché una volta raggiunta la struttura la donna scoprirà che, a causa di una situazione di overbooking tanto curiosa quanto inaspettata, l’appartamento è stato prenotato anche dallo sconosciuto Charlie (Jim Sturgess), reduce da una dolorosa fine di relazione. Se in un primo momento la convivenza forzata tra i due genera degli inevitabili attriti, con lo scorrere delle ore e dei giorni June e Charlie impareranno a conoscersi, ascoltarsi e comprendersi, tanto da diventare imprescindibili l’uno per l’altra.
Alone together – la recensione
Già le premesse nella trama di Alone together sono sufficienti a non definire un prodotto indie high-quality o quantomeno realizzato con cognizione di causa. Ricorrere all’espediente narrativo della pandemia in effetti sembra spingere il film sul carro della vittoria facile, gratuita, del successo basato unicamente sullo sfruttamento del fenomeno del momento. Non che tutte le pellicole che si collocano sulla scia di questo tema siano da etichettare in modo così rigido (per quanto poi, indubbiamente, molte di esse siano effettivamente banalizzazioni dello scenario intrise di retorica), ma per come il film di Homes si approccia all’argomento il mancato entusiasmo è inevitabile, se non d’obbligo.
Quello scritta da Holmes finisce per risultare molto presto un inno alla retorica sulla concettualizzazione dell’esperienza dell’emergenza sanitaria, che coniugata assieme a moltitudini di cliché e luoghi comuni sul tema di certo non aiutano la trama a decollare, ma anzi conferiscono alla pellicola una sensazione di fastidioso “già visto”. E se la componente situazionale si dimostra deludente, quella definita dallo storyline principale (il romantic plot) non riesce in alcun modo a scampare lo stesso risultato. Tanti sono i modi di sviluppare la parabola dei personaggi a partire da un incontro casuale, ma inspiegabilmente Alone together riesce a ricorrere al più banale e scontato, delineando una trama che neanche per un minuto del film riesce a non risultare prevedibile. Lo svilupparsi del plot, in aggiunta al ricorso a battute didascaliche e di gran lunga migliorabili, permettono facilmente di individuare nella sede di scrittura il nucleo di maggior debolezza dell’intero film.
Purtroppo però, le restati componenti della pellicola non solo non bastano a salvarla, ma si rivelano anch’esse parzialmente sconfortanti. Il lavoro di regia, marcatamente confinato entro i binari di uno stile canonico e non particolarmente fantasioso, tende con l’avanzare del minutaggio ad adagiarsi su un certo numero limitato di inquadrature che si ripetono sempre uguali a loro stesse, rendendo il lavoro della macchina da presa – già di per sé sfruttata al minimo delle sue potenzialità – tendenzialmente piatto.
Anche l’aspetto interpretativo (quello che storicamente risulta più proprio a Holmes) risulta potenzialmente molto migliorabile. E se è vero che i registi-attori tirano fuori il meglio dai loro colleghi interpreti che si trovano davanti alla macchina da presa, è purtroppo altrettanto vero che Alone together pare essere l’eccezione che conferma la regola, se non si considera il lavoro di Melissa Leo che è però purtroppo confinata ad un ruolo decisamente secondario. E, paradossalmente, in un parterre di interpretazioni evidentemente mediocri, chi sembra più in difficoltà è proprio la regista, che sul piano performativo si rinchiude entro i confini di una prestazione confusa se non piatta, fatta di sorrisi fuori contesto e espressioni ripetitive.
In definitiva, dentro alla cornice da pop-corn movie in cui si colloca Alone together si trova poco, se non nulla, a dimostrazione del fatto che grandi nomi (o in questo caso, quantomeno, nomi pop) non sono sintomatici di un grande film. Le interpretazioni e il lavoro di regia, pur non peccando di fatali errori, si rivelano banali quando non inefficaci, e da sole non bastano a salvare una sceneggiatura molto superficiale e maldestramente scritta.