Prisma è una serie uscita su Amazon Prime Video, ideata da Ludovico Bessegato e Alice Urciuolo. Si tratta di due tra gli autori di Skam Italia, una serie che ha gettato diverse basi per la rivalutazione del “teen drama” in Italia, al netto di un passato piuttosto blando di questo genere nel nostro paese.
Prisma, rispetto a Skam a cui è stata naturalmente sovente paragonata, presenta una maggiore “serietà” nei temi trattati, forse è a tratti più pretenziosa, ma nel complesso regala agli spettatori diversi spunti di riflessione, anche perché si tratta di un prodotto originale Italiano. È tra le serie più viste su Amazon nell’ultimo periodo forse proprio per la curiosità che genera il confronto con Skam Italia, considerato che la quinta stagione di questa è uscita da pochissimo.
Non si tratta però della stessa cosa, ma forse questo può essere anche un enorme pregio.
Prisma si fonda sul doppio
La trama di Prisma mette in campo alcuni tra gli elementi più ricorrenti nelle storie italiane e non. Ovvero il “doppio”. Non stiamo parlando di Dr. Jekyll e Mr. Hyde, ma di due gemelli. Protagonista è Mattia Carrano, che interpreta entrambi i fratelli che sono al centro della storia. Anche se sono gemelli, i due sono profondamente diversi, hanno obiettivi differenti e un carattere e un modo di fare molto distanti.Questo suggerisce già un primo elemento degno di nota.
Carrano, essendo un attore solo, non affiancato da un suo gemello, deve essere in grado di rendere due psicologie diverse, senza generare confusione ma allo stesso tempo cercando di provocarla. Questo perché, l’idea dei gemelli, deve “disorientare” lo spettatore ma allo stesso tempo non annoiarlo. Su questo, l’esordiente se la cava bene, affiancato nel cast da Lorenzo Zurzolo (che conosciamo per Baby), LXX Blood, Matteo Scattaretico, Zakaria Hamza, Riccardo Afan de Rivera Costaguti, Flavia del Prete, Asia Patrignani, Elena Falvella Capodaglio, Andrea Giannini (che conosciamo per Un professore) e Nico Guerzoni.
Il doppio allora è lo snodo principale: già dal primo episodio capita una situazione in cui i due ragazzi si scambiano, e anche il titolo della serie vuole suggerire nello spettatore. Il prisma è per antonomasia qualcosa che divide e separa i colori, questo significa che è importante distinguere le diverse sfumature dei personaggi e delle situazioni in questa vicenda.
I legami e gli interessi sentimentali sono al centro di tutto, le conversazioni sono a volte forzate e a volte immediate probabilmente per suggerire la semplificazione latente nel modus di ogni adolescente. Il modo di dialogare è comunque estremamente naturale, coinvolge lo spettatore che si dimentica di guardare una finzione ma si sente inserito nel gruppo di ragazzi protagonista.
Prisma è il nuovo Skam?
Ludovico Bessegato ha detto che stavolta voleva realizzare una serie originale, tutta italiana, ambiziosa in quanto radicata in Italia. Sappiamo infatti che Skam deriva da una web series norvegese, estremamente accattivante per gli altri paesi (remake ci sono stati in Francia, Spagna, ecc.) per il modo che ha di narrare gli eventi. Skam prende un personaggio e attraverso esso racconta una storia, a ogni personaggio è dedicata una stagione. Prisma fa il lavoro contrario.
Ha detto Bessegato: “Affrontiamo il tema dell’identità di genere, mostrando le difficoltà dei ragazzi a essere costretti all’interno di certe etichette. Partiamo sempre dal reale, niente nasce dalla nostra fantasia. Non inventiamo, ma scegliamo di rappresentare situazioni che possano rappresentare un’ispirazione positiva”.
Per quanto la modalità narrativa sia differente, è inevitabile il confronto con Skam soprattutto visti i temi. Gli autori di Skam, Alice Urciuolo in modo particolare, da sempre si dedicano a sdoganare certi cliché e pregiudizi inerenti soprattutto al mondo dell’omofobia, ma non disdegnano in generale di approfondire le problematiche adolescenziali. Molto spazio viene dato ai luoghi: Skam è legata a Roma e Prisma si lega tantissimo a Latina e se possibile anche all’Italia tutta.
Drammi, coming out e ricerca di identità
Se le riflessioni e presupposti sono questi, chiaramente si presuppone una grande serie, che effettivamente fa bene il suo lavoro, ma a tratti con eccessiva efficienza forse. Rispetto a Skam, manca più leggerezza, anche se questo non è per forza un difetto. Semplicemente, il confronto è inevitabile, ma è chiaro che si tratta di due prodotti estremamente diversi, come è giusto che sia.
Se pensiamo che in passato ai giovani in Italia tramite serie TV è stato dato davvero poco spazio, Prisma svolge una missione, magari involontariamente, importante. Ciò in quanto il luogo comune dell’adolescente perditempo con il genitore che si spacca la schiena ha probabilmente stufato, l’incomprensibile giovane tenebroso coi suoi problemi che snobba i genitori non esiste, poiché specie alla fine di Prisma capiamo che trovare il proprio posto nel mondo significa sostanzialmente avere il coraggio di parlare, di comunicare.
Forse proprio per questo si perdona la recitazione a volte goffa, poiché gli adolescenti sono goffi, sono impacciati, non sono perfetti. Un prisma complesso, una storia da raccontare. Che non sappiamo ancora se avrà una seconda stagione.