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Addio a John Aprea: l’attore de Il Padrino – Parte II

John Aprea l’attore statunitense, noto per il ruolo di Salvatore Tessio in Il Padrino – Parte II (1974), muore all’età di 83 anni. Aprea ha debuttato nel mondo del cinema con Bullitt (1968) al fianco di Steve McQueen. Tra i suoi grandi successi c’è di certo Full House, la celebre sitcom americana degli anni ’90 con ben otto stagioni, nei panni del padre Jesse Katsopolis. Un ruolo che ha poi ripreso in Fuller House, il sequel della serie tv che ha debuttato nel 2017.

John Aprea- Il Padrino Parte II

Da ricordare inoltre la sua partecipazione in The Idolmaker di Taylor Hackford (1980), il musical ispirato alla vita del produttore musicale Bob Marcucci e nell’action thriller New Jack City (1991). John Aprea è apparso in Caged Heat (1974) scritto e diretto da Jonathan Demme e in The Manchurian Candidate (2004). Nonché nella soap opera Another World. Viene inoltre ricordato per il ruolo di patriarca di una famiglia italoamericana nella serie degli anni settanta The Montefuscos, durata solo nove episodi e poi cancellata.

Nato nel marzo del 1941 da immigrati italiani a Englewood, nel New Jersey, Aprea ha trascorso i suoi primi anni di vita in Italia per poi traferirsi negli Stati Uniti insieme alla sua famiglia. Nei primi anni ’60 iniziò a viaggiare per coltivare la sua passione, la recitazione. Si trasferì a New York per iscriversi al corso di recitazione di Joshua Shelley (che ha insegnato anche a Mia Farrow e Jon Voight). Poi arrivò a Los Angeles per il suo primo film (Bullitt) nel suo primo ruolo da killer.

Momento clou per la carriera di John Aprea

Proprio in California avvenne il suo incontro più fortunato. Mentre lavorava come barista, Aprea incontrò Francis Ford Coppola. Dapprima fece il provino per il ruolo di Michael Corleone per Il Padrino (1972). Come noto, Al Pacino ottenne la parte ma Aprea entrò nel cast del primo sequel come Tessio, il gangster interpretato da Abe Vigoda nell’originale. Aprea lo contattò per farsi un’idea del proprio personaggio. Una telefonata passata alla storia perché Vigoda gli rispose “Non so cosa ho fatto. Divertiti e basta, ragazzo”. Da qui parte il momento più decisivo della sua carriera nonché l’interpretazione che lo porterà ad essere per sempre ricordato nel mondo del cinema.

Valeria Furlan
Valeria Furlan
Sognatrice per professione, narratrice nel tempo libero, vivo di cinema, scrittura e tè alla pesca. Completamente persa in Antonioni e nell'estetica della Nouvelle Vague, vorrei vivere in un film di Wong Kar Wai e non rifiuto mai un bel noir

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