Cosa succede se una ragazza va a denunciare una violenza sessuale e i poliziotti mettono in dubbio la sua versione fino a denunciarla per falsa testimonianza? La risposta è nella serie TV Netflix “Unbelievable”. In effetti è incredibile quello che succede, la mini serie TV è tratta da una storia vera avvenuta negli Stati Uniti nel 2015. Un uomo stupra le donne in diversi Stati, dopo le fa lavare in modo che scompaia qualsiasi traccia di DNA, ripulisce tutto e va via. A portarci per mano dentro a quest’incubo sono due detective: Grace Rasmussen (Toni Colette) e Karen Duval (Merritt Wever). Entrambe indagano sullo stupro di una donna e mano a mano che l’indagine va avanti saltano fuori altri stupri. La scoperta di una “guida per lo stupratore” trovata nel deep web, allarga il campo a livello nazionale e rende quasi impossibile trovare il colpevole.
Unbelievable ha la particolarità di vedere lo stupro dal punto di vista della donna che vive nel terrore e nell’impossibilità di andare avanti, rimanendo in un limbo che non le può permettere una vita normale. L’uomo ne esce sconfitto, che sia li stupratore, il poliziotto o l’individuo seduto al bancone del bar; tutti colpevoli, tutti con l’onta di un “peccato originale” che difficilmente si può togliere, grazie anche ad un maschilismo latente che vige tuttora nella società odierna, dove non esiste una vera parità tra uomo e donna.
Le due protagoniste sono molto diverse, Grace è dura, cinica e perennemente incazzata mentre Karen è una dolce madre di famiglia credente, fragile ma determinata nel suo lavoro. I loro due universi si fondono e questo mix di “diavolo e acqua santa” crea un’alchimia perfetta per sconfiggere l’eterno nemico: l’indifferenza.
Marie (Kaitlyn Dever) è una ragazzina che ha avuto un infanzia travagliata, viene stuprata e quando va a denunciare l’accaduto i due detective (uomini) la interrogano facendole ripetere fino allo sfinimento quello che è successo, portando la ragazza in un loop morboso e terrorizzante a tal punto che dice di essersi inventata tutto. Il racconto è diviso in due piani, quello di Marie e quello delle due detective Grace e Karen, la ragazzina non le incontrerà mai, ma grazie a loro troverà la forza di contro denunciare il comune che l’aveva dichiarata colpevole di falsa testimonianza. I soldi non potranno mai riparare i danni subiti, ma potranno aiutare Marie ad affrontare la vita con più sicurezze.
Lo stupratore in questo caso è solo il contorno, di lui sappiamo poco e nulla, perché la storia è delle vittime e di come diversamente affrontano questo shock. Il punto di vita delle donne, delle loro anime lacerate e additate da una società che, invece di aiutarle, le spinge sull’orlo del baratro e sarà il compito di Grace e Karen porgere loro la mano e condurle in quel tunnel di disperazione per poter giungere alla luce della giustizia.
Susannah Grant, sceneggiatrice di Unbelievable , ha firmato anche la sceneggiatura di “Erin Brockovich”, film tratto da una storia vera, con Julia Roberts. Quasi tutto lo staff è femminile, la cosa è voluta soprattutto perché a detta dell’autrice, gli uomini non hanno idea di quello che si passa una donna che subisce una violenza sessuale.
La serie è stata girata a Los Angeles ed distribuita da Netflix