Se una famiglia ricchissima dall’oggi al domani perdesse tutto, come si comporterebbe? È la domanda da cui parte Schitt’s Creek, sitcom in 6 stagioni ideata da Dan ed Eugene Levy. La serie made in Canada, andata in onda dal 2015 al 2020 sulle avventure della famiglia Rose, ha fatto incetta di premi ed è ora disponibile su Netflix. Nel cast anche Catherine O’Hara (Mamma ho perso l’aereo) e Annie Murphy.
Schitt’s Creek – La trama
Quando funzionari del governo pignorano tutti i loro beni, la ricca famiglia Rose si trova sul lastrico: senza il loro patrimonio non sanno cosa fare, tantomeno dove andare. Così, Johnny Rose (Eugene Levy), magnate di un impero di video store, la moglie Moira (Catherine O’Hara), attrice di soap opera, e i due figli Alexis (Annie Murphy) e David (Dan Levy) si trasferiscono nella piccola e fatiscente cittadina di Schitt’s Creek. Johnny, infatti l’aveva regalata al figlio per un suo compleanno e, ironia della sorte, risulta essere l’unica proprietà non confiscata dal governo.
I Rose vengono accolti dal sindaco Roland (Chris Elliott) e dalla moglie Jocelyn (Jennifer Robertson) che li fanno alloggiare nel motel del paese, gestito da Stevie (Emily Hampshire). Lì la famiglia Rose è costretta a ripartire da zero con poche disponibilità economiche. Adattarsi a quell’ambiente non facile per nessuno dei quattro membri della famiglia, che vorrebbe tornare alla vecchia vita. La piccola comunità, però, li accoglie a braccia aperte e li aiuta a riscoprire loro stessi e le loro capacità.
Schitt’s Creek – La recensione
Sono poche le sitcom capaci di far ridere senza sfociare nel ridicolo…e Schitt’s Creek è una di quelle. Come dichiarato dallo stesso Dan Levy, alla base della serie c’è un’idea molto semplice: i ricchi che diventano poveri. Un’idea di per sé banale e forse anche già vista nel mondo letterario e cinematografico, ma mai esplorata in chiave comica. Questo seme, poi, è germogliato in una serie tv di successo, andata in onda per 6 stagioni sul network canadese CBC e vincitrice di numerosi premi.
Ma quali sono le ragioni dietro al suo successo? Sicuramente Schitt’s Creek è un esempio lampante di scrittura solida e di una buona sceneggiatura: le vicende sono divertenti, i personaggi, ben delineati e autoironici, spiccano per la loro originalità; i dialoghi sono serrati e brillanti (e portatori di critiche sottili a tutto ciò che nella serie viene rappresentato).
Il risultato? 80 (+1) episodi da divorare in pochi giorni.
Schitt’s Creek – Il cast
Se si deve parlare di punti forti, il casting è a dir poco perfetto. È difficile pensare i personaggi interpretati da altri volti, anzi impossibile. I Roses sono i core four della serie, personaggi quasi macchiettistici, ma dotati di quell’autoironia e quel nonsense generale che rende impossibile non amarli.
Eugene Levy presta il volto a Johnny Rose, all’apparenza “il più normale” della sua strana famiglia. Inoltre, senza cadere nell’eccessiva drammaticità e senza prendersi troppo sul serio, Johnny prova a ritrovare se stesso e soprattutto le sue finanze. Catherine O’Hara interpreta la sua dolce metà Moira, una donna priva di empatia, incapace di mostrare affetto sincero. Un personaggio così tanto costruito da sembrare paradossalmente realistico: parla con un accento non ben definibile, indossa una parrucca diversa ogni giorno. Ma sotto quest’impalcatura nasconde una grande complessità e tante sfumature diverse.
A completare la famiglia i due figli. Alexis (Annie Murphy), ragazza inizialmente frivola e superficiale, disgustata da tutto, che nasconde una mente orientata al marketing e una piccola dose di empatia che la fanno ben volere da tutti. David (Dan Levy), amante del design, della moda e dichiaratamente bisessuale, come lui stesso dichiara con una singolare e geniale metafora: gli piace il vino rosso, ma anche il vino bianco…e non disdegna il rosé. Dan Levy con le sue espressioni facciali e i suoi tempi comici riesce a rendere David simpatico ma profondo.
Nel corso delle sei stagioni i quattro membri della famiglia Rose si spogliano gradualmente delle loro sovrastrutture e dei loro vizi, mostrando un’evoluzione che li fa entrare nel cuore dello spettatore.
Un piccolo cosmo ben congegnato
La cittadina di Schitt’s Creek è popolata da personaggi secondari, che però risultano quasi centrali in molte delle vicende raccontate.
Le prime persone che incontrano i Rose al loro arrivo sono Roland e Jocelyn Schitt, due personaggi così eccentrici da suscitare simpatia. Il rapporto tra i coniugi Schitt e i coniugi Rose è caratterizzato da una simpatica conflittualità basata sulle loro differenze. Stevie, invece, gestisce il motel presso cui alloggiano. Da ragazza all’apparenza dura, stringerà un rapporto profondo con tutti e quattro i membri della famiglia, in particolare con David.
Dustin Milligan e Noah Reid interpretano rispettivamente Ted e Patrick, interessi sentimentali di Alexis e David. Mentre Sarah Levy presta il volto a Twyla, la proprietaria dell’unico caffè della città che racconta le storie sfortunate della sua vita con un sorriso a 32 denti.
In generale, il cast risulta estremamente azzeccato e con una chimica fuori dal comune.
Conclusioni
Fare le sitcom non è facile, il rischio di essere banali è dietro l’angolo, così come quello di perdersi dopo alcune stagioni iniziali di successo. Ma questo non è il caso di Schitt’s Creek, una serie scritta con intelligenza e ben strutturata, con personaggi interessanti, che fa ridere ma fa anche riflettere.
Se le sitcom sono il vostro pane quotidiano o se avete bisogno di un sottofondo divertente mentre si sbrigano le incombenze quotidiane, allora Schitt’s Creek è la serie perfetta.